Succede anche questo

2012, il Vinitaly dei #success e dei #fail

In fondo basta poco per far felice un produttore che viene al Vinitaly.

Basta slittare (di poco) le date nella settimana, accorciare di un giorno la durata della manifestazione (mantenendo però inalterato il costo di partecipazione), fargli vedere padiglioni e corridoi sempre pieni di gente e far sì che possa incontrare i suoi clienti. Qualche faccia nuova tra i buyers come zuccherino supplementare, et voilà. Chi più contento di loro? Sul quotidiano locale di Verona, e non solo, è un coro unanime di approvazione: bellissimo Vinitaly, uno dei migliori degli ultimi anni. L'avevano detto anche l'anno scorso (per fortuna di Vinitaly, e di VeronaFiere), ma va bene così, è il virus questaèlavendemmiadelsecolo che si sta espandendo anche al di fuori dell'ambito strettamente viticolo.
Ciò premesso, dal mare magnum delle iniziative e del folklore di questa che rimane la manifestazione più popolare, frequentata e chiacchierata dell'enoico mondo italiano, ecco qualche schizzo...

Read More

Vinitaly 2012 - per chi va di fretta

Vinitaly 2012 è qui.

Con il suo fardello di problemi vecchi ("accreditare o no i blogger?") e lo spauracchio di minacce nuove ("quest'anno a Prowein sono venuti tutti, tempo qualche anno e quella di Dusseldorf diventerà la fiera di riferimento di tutto il mondo del vino"), con le sue passerelle glamour (OperaWine, il tasting around delle 100 migliori cantine d'Italia. Garantisce Wine Spectator) e i suoi rituali (gli aperitivi e le cene aziendali).

E con alcune interessanti novità, la principale delle quali - la riduzione delle giornate di fiera da 5 a 4, con un solo giorno, quello inaugurale di domenica 25 marzo, aperto al pubblico non professionista (ma pur sempre pagante) - pare sia stata metabolizzata in maniera indolore perfino da chi ci si aspettava avrebbe alzato alti lai (la categoria degli albergatori/ristoratori e tutto l'indotto che ci ruota intorno).

Read More

L'Amarone della Valpolicella, gioiello da... bigiotteria (firmata)

 C'era il giornalista (poco) eno-(ma molto)gastronomico ben piazzato davanti al banco degli affettati, pronto a passarli in coscienziosa rassegna dopo aver fatto altrettanto con il banco dei formaggi; c'erano i colleghi giornalisti ormai rotti a questo genere di manifestazioni che si alzavano stancamente dal tavolo delle degustazioni alla cieca: "Beh? come sono, 'sti Amaroni del 2008?" "Scomposti".

C'era l'amico produttore giunto da altra regione per ascoltare chissà quali rivelazioni sul futuro dell'Amarone (d'altra parte, il titolo della relazione recitava "L'Amarone della Valpolicella nel mercato internazionale: punti di forza e idee per migliorare"), e rimasto perplesso (come tanti) davanti ad una relazione che in gran parte ha ripetuto i risultati principali di una ricerca del 2006 e ha spiegato come si strutturerà la prossima (frase chiave: "I punti di forza del sistema Amarone sono ancora quelli identificati dalla ricerca del 2006. Ma anche quelli di debolezza non sono cambiati e oggi appaiono, semmai, più gravi. Le prospettive di crescita in termini di valore dipenderanno perciò da quanto le aziende avranno saputo modificare il rapporto tra i loro punti di forza e di debolezza". Cosa che sarà appunto oggetto del prossimo studio).

Read More

Giuseppe Quintarelli: la tradizione che dura nel tempo

L'uomo della "tradizione che dura nel tempo" se n'è andato. Senza tanti clamori, un po' come era vissuto.

Da tempo era malato, e saggiamente - tutti i veri contadini sono dei grandi saggi - aveva sistemato le cose in azienda in modo da assicurare una continuità, nella conduzione e nella produzione, che non lasciasse nessuno insoddisfatto o scontento.

Alla famiglia della figlia più grande aveva lasciato le redini della sua cantina; in particolare, il nipote Francesco, cresciuto tra botti e vigneti, dopo gli studi e un periodo di lavoro all'estero in un settore completamente diverso, era tornato per dedicarsi a tempo pieno all'impegnativo compito di portare avanti la grande eredità enologica e umana del nonno.

Read More

Amarone della Valpolicella show

Gennaio è il mese dell'Amarone della Valpolicella. 

Detta così, sembrerebbe il titolo di una promozione da GDO - e prima o poi potrebbe diventarlo...  - ma al momento è solo una constatazione: anche quest'anno, nella seconda parte del mese si terranno due eventi piuttosto importanti (per numeri, presenze e obiettivi) dedicati al più importante vino rosso della Valpolicella.

Il primo avrà luogo nella bella Villa De Winckels: martedì 18 gennaio, dalle 17 alle 23 torna l'appuntamento "Amarone in Villa".

Protagonisti gli Amarone della zona storica e di quella a Doc (queste le aziende invitate: Allegrini - Antolini - Bertani - Ca' Rugate - Corte Canella - Corte Sant'Alda - Dal Forno Romano  Fasoli Gino - Ferragù - Garbole - Grotta del Ninfeo - Latium - Le Ragose - Manara - Marion - Monte Dall'Ora - Marco Mosconi - Pieropan - Roccolo Grassi - Ruffo Ernesto - San Cassiano - Santa Sofia  Tedeschi - Tenuta Chiccheri - Tenuta Sant'Antonio - Tenuta Santa Maria alla Pieve - Terre di Leone - Terre di Pietra - Tezza - Tommasi - Trabucchi - Villa Erbice - Viviani - Zanoni - Zymè. Per info e prenotazioni: 045 6500133)

Read More

La storia infinita delle commissioni di degustazione

Ci sono poche cose che provocano un subitaneo attacco di orticaria in un produttore di vino. Una di queste sono le commissioni di degustazione delle Camere di Commercio.

Composte da tecnici ed esperti degustatori iscritti negli appositi albi , queste commissioni hanno il compito (e la responsabilità) di stabilire se un vino può fregiarsi della Doc (oppure no), ovviamente prima che venga messo in commercio. Nulla da obiettare, in teoria; nella pratica, non si contano i casi di incavolatura - per usare un eufemismo - dei produttori nei confronti di certi responsi. Casi che, in qualche situazione, hanno sortito effetti collaterali devastanti per la denominazione stessa.

Read More

Una Tabula Rasa per... Annalisa

Ricordate la Tabula Rasa? E' un gruppo di amici, un progetto, un vino, un obiettivo.

Per i distratti e gli smemorati, la storia originaria è raccontata qui.

L'idea aveva avuto successo: le bottiglie di Valpolicella erano andate tutte vendute, la cifra raccolta consegnata personalmente alla famiglia di Lorenzo nel corso di un momento di festa, e l'anno successivo l'esperienza era stata replicata.

Ma non tutte le uve del 2009 erano diventate Valpolicella Classico Doc. Una piccola parte di queste era stata tenuta in serbo per tentare un vino più ambizioso: il Recioto della Valpolicella.

Read More

Matteo Marenghi nuovo direttore del Consorzio Vini Oltrepo Pavese

A partire dal 1 gennaio 2012, la terza denominazione d'origine più importante d'Italia, l'Oltrepo Pavese (13.500 ha vitati, di cui 4 mila  a croatina, 3000 a pinot nero, 2.600 a barbera e 1300 a riesling) sarà guidata da un giornalista ed esperto agronomo: Matteo Marenghi. Le righe che seguono sono copincollate dal comunicato stampa ufficiale diramato in queste ore (e che mi ha raggiunto a trieste, tra un bicchiere di Terrano sparkling e uno di Terrano passito).

"Laureato in Scienze Agrarie con tesi in viticoltura e Master in Enologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Marenghi è iscritto all’albo dei dottori agronomi e a quello dei giornalisti. Dopo esperienze di lavoro dipendente si è dedicato alla libera professione; per 11 anni ha diretto il periodico Vignevini edito da “Il Sole 24 Ore–Edagricole” e successivamente ha scritto per le più note riviste tecniche nazionali e siti internet dove si è imposto soprattutto come editorialista. 

Esperto di marketing del vino è stato consulente di amministrazioni provinciali, aziende private, cantine sociali, consorzi, vivaisti. È autore di diversi libri fra cui il “Manuale di viticoltura, opera cui hanno contribuito eminenti docenti universitari, e della versione italiana di due testi francesi: “Le marketing du Vin” e “Terroirs viticoles”.

Read More

Finisce un'era: il Gruppo Angelini acquisisce G.B.Bertani

La notizia circolava negli ambienti già da un anno abbondante, forse più: del resto, solo i più distratti non potevano essere a conoscenza dei dissidi interni e delle difficoltà di vario genere che affliggevano da tempo la storica griffe vinicola veronese G.B.Bertani.

Ora è ufficiale: dopo essere stata corteggiata da grandi gruppi nazionali (dalla veneta Santa Margherita ai trentini Lunelli del marchio Ferrari Spumanti), la grande cantina è passata di mano al Gruppo Angelini, la cui fama è legata soprattutto all'attività nel campo farmaceutico (più che in quello vinicolo).

Questo il comunicato ufficiale, nel quale peraltro si assicura "la continuità di gestione e lo sviluppo della prestigiosa cantina veronese, conosciuta in tutto il mondo" (si dice sempre così).

Read More

Prosecco, Valpolicella, Soave: classici purchè bio

Al momento non è una proposta e nemmeno un'ipotesi di lavoro, ma solo una provocazione: vini di pregio e di grande richiesta nel mondo come Prosecco, Valpolicella e Soave, quando prodotti nelle zone di coltivazione storiche (cioè le più antiche), per fregiarsi della menzione "classico" potrebbero (dovrebbero?) essere anche bio.

A provocare con questo pensiero è nientemeno che l'assessore per l'agricoltura della Provincia di Verona, Luigi Frigotto (Lega), indubbiamente tra gli amministratori più attivi e presenti sul suo territorio, impegnato in prima persona anche in molte sperimentazioni viticole (da anni nei suoi vigneti coltiva vitigni intraspecifici meglio noti come PIWI, ovvero pilzwi- derstandsfähig, come il solaris) e da sempre convinto sostenitore di metodi di coltivazione efficaci e alternativi al solito uso dei soliti fitofarmaci.

Read More