Un inverno asciutto e mite aveva provocato un inizio di stagione anticipato, poi bruscamente interrotto da un paio di mesi - maggio e giugno - piovosi, con qualche attacco di peronospora. Il prosieguo di stagione era però stato favorevole: estate calda con notti fresche. Nel complesso, un’annata simile al 2015 - ma senza i suoi eccessi di calore. Le uve erano riuscite a maturare un alto grado zuccherino, presentando buone acidità, requisito essenziale per vini destinati a lunghi invecchiamento, e un ricco corredo di sostanze coloranti.
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Anteprima Amarone 2015: assaggi sparsi
piccole aziende, rette principalmente da giovani che vogliono smarcarsi dall’andazzo attuale - e per farlo, anzichè guardare al presente, s’ispirano al passato remoto. Lo fa grazie anche all’arrivo (in cantine storiche) di enologi con trascorsi professionali importanti in aziende non veronesi (e quindi liberi dai condizionamenti di stile valpolicellesi degli ultimi 10 anni). Lo fa perchè tanti produttori si stanno rendendo conto che il consumatore sta cambiando gusto. E lo fa per uno scatto d’orgoglio, avvertendo la necessità di prendere le distanze dai molti e sempre più diffusi vini furbetti, giocati solo su note di sovramaturazione, quando non addirittura appassiti e basta.
Read MoreAnteprima Amarone 2013: conferme, sorprese, scoperte
Che annata è stato il 2013? Un'altalena. Freddo, caldo, su, giù, pioggia, sole, scompostamente suddivisi lungo l'arco dei mesi. O tutto, o niente. Sorvolando sui dettagli agronomici (alcuni dei quali si possono reperire qui, mentre qui si trova una sintesi del rapporto sul settore vitivinicolo veneto di quell'anno), potremmo dire che, per quanto in generale possa dirsi buona, non è stata un'annata facile da gestire (e nel profilo viticolo qui riassunto si spiega perchè). Nonostante questo, gli Amarone della Valpolicella 2013 presentati in assaggio alla consueta Anteprima erano più di 80, la maggior parte dei quali campioni di botte, mentre quelli in bottiglia erano quasi tutti da considerare nella fase di affinamento in vetro: molte delle bottiglie presentate non saranno messe in commercio prima di alcuni anni, perciò aspettiamoci di ritrovare - nel 2019 o perfino dopo - vini anche molto diversi da quelli assaggiati.
Una cosa infatti appare chiara di questa annata, protagonista dell'annuale kermesse "Anteprima Amarone": il 2013 richiederà tempo per esprimersi al meglio, più di quello che solitamente siamo disposti a concedere ad un Amarone, di cui i mercati vogliono l'annata sempre più nuova, tanto che mi aspetto un giorno o l'altro di veder comparire sulla scena una qualche sorta di Amarone Novello. Ciò premesso, un altro aspetto che mi è apparso piuttosto evidente durante la degustazione al tavolo è uno di quelli che solitamemnte si danno per scontati, a dispetto del fatto che è , invece, estretamente critico e anzi caratterizzante del vino stesso: l'appassimento. O meglio, la capacità di gestirlo, e di dare continuità al lavoro nelle fasi successive. Non è da tutti, non subito almeno. E' qualcosa che s'impara e si affina con la pratica e la conoscenza, un anno dopo l'altro. Ad oggi, sembra che molte aziende (piccole, ma soprattutto nuove) si siano fatte prendere dall'entusiasmo del successo dell'Amarone, lanciandosi nell'avventura dell'imbottigliamento con proprie etichette con fin troppa foga. Ma il salto da "fornitore" (di materia prima: uva o vino sfuso) a produttore a filiera completa non è mai semplice, e nemmeno indolore. Non solo richiede uno sforzo economico notevole, ma anche conoscenze tecniche, capacità - oserei dire sensibilità - che si acquistano negli anni (a meno di ricorrere a rodati consulenti esterni). Questo per dire che alla degustazione al tavolo, sono pochi gli Amarone delle nuove aziende che mi hanno colpito positivamente. Sensazioni amare, acidità scomposte, profumi verdi - o, al contrario, di frutta fin troppo cotta - a volte zuccheri e alcol fuori controllo ... riflettono non solo le difficoltà dell'annata e lo stato di work in progress del vino, ma anche, forse, una ancora imperfetta (o incompleta) padronanza della tecnica di appassimento (e non solo). Niente di grave, comunque: di nuovo, è solo questione di tempo, e di fare esperienza.
E sempre col beneficio dell'inventario - anzi, dei riassaggi che spero di fare tra qualche anno - ecco qualche commento a proposito di alcuni dei vini assaggiati nel corso dell'evento, tra conferme, sorprese e scoperte.
Le conferme: Ca' Rugate "Amarone Punta Tolotti" 2013. Un Amarone che profuma di tabacco caldo, spezie scure e rosmarino, dove alcol, acidità e tannini sono tenuti ben a freno, in un equilibrio che sembra precario ma è invece solido. La grande bevibilità è un altro pregio di questo vino, uno dei pochi già in commercio.
Marco Mosconi, Amarone della Valpolicella 2013, campione di botte. Sono pochissimi i produttori capaci di far bene sia i vini rossi che i bianchi, perchè la "mano" enologica non può e non deve essere la stessa. Marco Mosconi è uno di questi: i suoi Valpolicella sono ottimi e godibili quanto i suoi Soave. Il suo Amarone in itinere rivela profumi floreali ancora freschi, e tannini in fase di arrotondamento. Il frutto comunque c'è tutto, succoso ma senza eccessi. Non ci resta che aspettare che il cantiniere Tempo faccia il suo lavoro.
Secondo Marco: "Amarone della Valpolicella 2013". L'Amarone fumanese di Marco Speri ha fantastici profumi scuri di spezie (tipici del Corvinone), un bel frutto rosso maturo e tannini di seta grezza, che per il maggio 2019 (anno di messa in commercio) si saranno smussati ancora di più.
Pietro Zanoni: "Amarone della Valpolicella Zovo" 2013. Non poteva mancare un campione della "terra di mezzo" - quel lembo di denominazione che sta tra la Classica e la zona est - in questa mini carrellata da Est a Ovest passando dal centro. Zovo è il cru di Pietro, e da che lo assaggio - ormai qualche anno - si è sempre presentato come un Amarone di quelli seri, con profumi scuri di caffè, tabacco, cacao amaro e sensazioni di frutta rossa macerata in alcol. Secchissimo, perfetto per grigliate e piatti di carne.
La sorpresa: Tenuta Chiccheri, "Amarone della Valpolicella Campo delle Strie", 2013. Azienda ancora giovane (è nata solo nel 2003), presenta un prodotto che disvela profumi di frutta rossa appassita avvolta dal cioccolato come un boero, con sfumature balsamiche. E' già buono adesso, chissà cosa sarà nel 2019 (quando uscirà in commercio).
La scoperta: Fidora, "Amarone della Valpolicella 2013", campione di botte. Un vino con introganti profumi floreali, ancora un po' scomposto negli zuccheri, ma fruttato, rotondo, lungo, ricco di un sacco di cose buone. Da un'azienda che probabilmente pochi ancora conoscono, ma sulla quale mi sentirei di scommettere già adesso. Per chi volesse farsi un'idea, il loro "Amarone della Valpolicella Monte Tabor" 2010 ha profumi dolci di piccola frutta rossa matura, bella bevibilità e grande eleganza.
Per chi non ne avesse ancora abbastanza, giovedì 23 febbraio presso Villa de Winckels si terrà l'8a edizione di "Appuntamenti con la tradizione". In degustazione (senza vincoli di annata) gli Amarone di oltre 60 aziende, molte delle quali non erano presenti all'Anteprima. E a completamento della manifestazione, alle 19 il giornalista Nicola Frasson terrà una orizzontale di comparazione tra l'Amarone 2010 e il suo "gemello" valtellinese: lo Sfursat.
Anteprima Amarone 2011: le cifre (e una patata bollente)
Per chi è della zona Verona e dintorni, l'ultimo scorcio del mese di gennaio è stato contrassegnato da due appuntamenti enofili interamente incentrati sulla Valpolicella: Amarone in Villa e Anteprima Amarone. Una full immersion per gli amanti di questi rossi quali non ne capitano spesso durante l'anno. Per quel che riguarda l'evento promosso dal Consorzio, ecco qualche dato tratto dall'ufficialità dei comunicati stampa:
"Produzione: la Valpolicella è la prima DOP di vino rosso in Veneto e tra le più importanti in Italia. A livello regionale è seconda solo al Prosecco, con una P.L.V. (produzione lorda vendibile) ad ettaro tra le più alte in Italia, che si è attestata tra 18.000-20.000 €/Ha nella vendemmia 2013.
Gennaio tra innovazione, degustazioni e business
Mese complicato, zeppo di cose, di assaggi, di incontri, questo gennaio.
L'estratto secco però si può riassumere in due sole parole: innovazione e business. Questi concetti sono stati al centro del secondo, intenso Wine Business Innovation Summit (tenutosi a Monaco di Baviera) del quale, questa volta, gli interessati potranno leggere qualcosa in un (autorevole) sito altro, che solitamente non parla di vino.
Innovativo, o meglio nuovo rispetto alle edizioni precedenti è stato anche il tradizionale appuntamento "Amarone in Villa" a Villa de Winckels.
Come nasce una barrique?
Anno Nuovo, annate nuove da assaggiare. Anche a gennaio non mancano le occasioni per fare qualche bella scoperta, qui ricordiamo le principali:
Domenica 19 gennaio la cittadina vicentina di Breganze ospiterà la 19a edizione della “Prima del Torcolato”, la prima spremitura delle uve di Vespaiola appassite della vendemmia 2013. La manifestazione è dedicata al Torcolato, il vino bianco dolce, prodotto esclusivamente a Breganze, che ha reso famosa nel mondo la piccola zona a Denominazione di Origine Controllata alle pendici dell’Altopiano di Asiago. L'appuntamento rievoca l’antica consuetudine di torchiare le uve appassite dell’ultima vendemmia; da ogni acino della varietà autoctona Vespaiola scaturiranno poche gocce di un mosto dolcissimo che già racchiude in sé tutti i profumi di frutta ed agrumi che rendono unico il Torcolato, un vino che vale la pena di bere, non semplicemente di assaggiare. Comunicato completo e programma qui.
L'Amarone della Valpolicella, gioiello da... bigiotteria (firmata)
C'era il giornalista (poco) eno-(ma molto)gastronomico ben piazzato davanti al banco degli affettati, pronto a passarli in coscienziosa rassegna dopo aver fatto altrettanto con il banco dei formaggi; c'erano i colleghi giornalisti ormai rotti a questo genere di manifestazioni che si alzavano stancamente dal tavolo delle degustazioni alla cieca: "Beh? come sono, 'sti Amaroni del 2008?" "Scomposti".
C'era l'amico produttore giunto da altra regione per ascoltare chissà quali rivelazioni sul futuro dell'Amarone (d'altra parte, il titolo della relazione recitava "L'Amarone della Valpolicella nel mercato internazionale: punti di forza e idee per migliorare"), e rimasto perplesso (come tanti) davanti ad una relazione che in gran parte ha ripetuto i risultati principali di una ricerca del 2006 e ha spiegato come si strutturerà la prossima (frase chiave: "I punti di forza del sistema Amarone sono ancora quelli identificati dalla ricerca del 2006. Ma anche quelli di debolezza non sono cambiati e oggi appaiono, semmai, più gravi. Le prospettive di crescita in termini di valore dipenderanno perciò da quanto le aziende avranno saputo modificare il rapporto tra i loro punti di forza e di debolezza". Cosa che sarà appunto oggetto del prossimo studio).
Amarone della Valpolicella show
Gennaio è il mese dell'Amarone della Valpolicella.
Detta così, sembrerebbe il titolo di una promozione da GDO - e prima o poi potrebbe diventarlo... - ma al momento è solo una constatazione: anche quest'anno, nella seconda parte del mese si terranno due eventi piuttosto importanti (per numeri, presenze e obiettivi) dedicati al più importante vino rosso della Valpolicella.
Il primo avrà luogo nella bella Villa De Winckels: martedì 18 gennaio, dalle 17 alle 23 torna l'appuntamento "Amarone in Villa".
Protagonisti gli Amarone della zona storica e di quella a Doc (queste le aziende invitate: Allegrini - Antolini - Bertani - Ca' Rugate - Corte Canella - Corte Sant'Alda - Dal Forno Romano Fasoli Gino - Ferragù - Garbole - Grotta del Ninfeo - Latium - Le Ragose - Manara - Marion - Monte Dall'Ora - Marco Mosconi - Pieropan - Roccolo Grassi - Ruffo Ernesto - San Cassiano - Santa Sofia Tedeschi - Tenuta Chiccheri - Tenuta Sant'Antonio - Tenuta Santa Maria alla Pieve - Terre di Leone - Terre di Pietra - Tezza - Tommasi - Trabucchi - Villa Erbice - Viviani - Zanoni - Zymè. Per info e prenotazioni: 045 6500133)