Chiaretto di Bardolino, the rosé revolution

Spring is blossoming all around, and in Italy is the fav season for wine events and wine fairs. In Verona, the start belongs to...Bardolino and Chiaretto Preview in Dogana Veneta. With a specific note of merit to Chiaretto, that this time has presented itself in a new, (more) appealing version. Color: pale pink (called lychee), nose fresh, with the right touch of saltiness and citrus in the mouth, the new Chiaretto is going to be a successful son of Lake of Garda.

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A Year in Champagne

"It's more than a wine. It's magic".

Quando si parla di Champagne, le suggestioni si sprecano, e non può essere altrimenti per un vino che ha sulle spalle secoli di storia, e un territorio unico. Si può provare a imitarlo, a rincorrerne il successo - o, al contrario, a ignorarlo del tutto - ma la sua grandezza, unicità, originalità restano intatte, mix di fattori naturali, scelte umane e casualità storiche.

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La vera identità dell'uva Spigamonti (e qualche altra notizia)

 I rapidi progressi della genetica varietale stanno svelando uno dopo l'altro alcuni misteri che si sono protratti per anni. Uno degli ultimi riguarda l'uva Spigamonti, un vitigno scoperto nel 2000 dal tecnico della Cantina di Negrar, Claudio Oliboni, nei vecchi vigneti di un loro socio in località Montecchio di Negrar. Non riuscendo a identificarla con nessuna delle varietà fino ad oggi note, si era concluso che si trattava di una delle molte uve autoctone dimenticate della Valpolicella, e nel 2013 con Decreto Ministeriale era stata addirittura inserita nel Registro nazionale delle Varietà di vite...

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La domanda più importante da fare a un produttore

La previsione arriva dagli esperti di Vinexpo: a partire dal 2018 il Regno Unito supererà la Francia come secondo più grande mercato di vino del mondo in termini di valore e si piazzerà alle spalle degli USA. Questo significa che nel giro di pochi anni i britannici spenderanno in vino ancora più soldi di quanto non facciano già ora. Peccato che l'astronomica cifra ipotizzata - 11 miliardi di sterline l'anno - sia dovuta più alle altrettanto astronomiche tasse che i consumatori di Sua Maestà pagano su ogni bottiglia, che non ad un aumento in generale del numero di bottiglie vendute, o all'aumento di prezzo delle stesse. Entrambi questi fattori sono presenti, ovviamente, ma il peso delle tasse è preponderante. Never mind, come si dice, la passione per il vino è ormai un dato di fatto, e quel che più conta è che la gente sembra aver superato la fase iniziale relativa a quel sentimento di inadeguatezza - paura di sbagliare che coglie chi vorrebbe semplicemente bere vino ma è consapevole di non capirci nulla: ora i britons col vino si divertono e basta.

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Anteprima Amarone 2011: le cifre (e una patata bollente)

Per chi è della zona Verona e dintorni, l'ultimo scorcio del mese di gennaio è stato contrassegnato da due appuntamenti enofili interamente incentrati sulla Valpolicella: Amarone in Villa e Anteprima Amarone. Una full immersion per gli amanti di questi rossi quali non ne capitano spesso durante l'anno. Per quel che riguarda l'evento promosso dal Consorzio, ecco qualche dato tratto dall'ufficialità dei comunicati stampa:

"Produzionela Valpolicella è la prima DOP di vino rosso in Veneto e tra le più importanti in Italia. A livello regionale è seconda solo al Prosecco, con una P.L.V. (produzione lorda vendibile) ad ettaro tra le più alte in Italia, che si è attestata tra 18.000-20.000 €/Ha nella vendemmia 2013.

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La maledizione del wine writer e altre storie

Tra le molte cose interessanti che quotidianamente leggo sul web, quest'oggi ne segnalo due, di due eno-giornalisti e wine writers di fama internazionale che ho la fortuna di conoscere personalmente: Jamie Goode e Cathy Huyghe. Il primo è autore di un post tant cinico quanto veritiero, e quindi assolutamente da leggere: come avere successo come wine writer scrivendo noiosi articoli sul vino. Giusto per avere un'idea: "Come fai a scrivere il tuo noioso articolo sul vino? Non hai spazio per andare in profondità, perciò ricorda: fai una grande panoramica senza troppi dettagli. La buona notizia: non ti prenderà molto tempo, soprattutto se segui il mio modello. Inizia col dire come 30 anni fa nella regione X non facevano buoni vini, nonostante l'ovvio potenziale dei vigneti e dei vitigni coltivati. Poi spiega il lavoro dei pionieri. Persone che hanno cominciato a fare i vini leggermente migliori rispetto ai loro colleghi. Cita da uno a quattro produttori che hanno scoperto che se avessero fatto vini migliori avrebbero potuto farli pagare di più, e di come si sono resi conto che erano sulla strada giusta quando hanno vinto un premio in un concorso o hanno ottenuto 90 punti da R.Parker".

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Parola d'ordine 2015: formazione

E' una cosa di cui le aziende del vino non si sono mai eccessivamente preoccupate (salvo casi sporadici): piuttosto che in risorse umane, meglio investire in reti vendita (assumendo agenti possibilmente già esperti, così si guadagna tempo), attrezzature di cantina, ristrutturazioni, ampliamenti aziendali.

Le risorse umane e la loro formazione non sono mai state una priorità, nel mondo del vino italiano. Peccato che oggi spesso siano proprio queste, invece, a fare la differenza: gente che padroneggia le lingue straniere e le nuove tecnologie per migliorare la produttività e il servizio al cliente, persone dotate delle necessarie flessibilità, cultura, preparazione tecnica, coraggio e creatività per esplorare non solo nuovi mercati, ma soprattutto nuovi canali di vendita e nuovi approcci ai differenti segmenti di mercato.

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Il marchio appassimento è una realtà

Buon 2015 a tutti. Cominciamo il nuovo anno con un argomentino leggero come un piatto di cotechino con le lenticchie: il nuovo IGT Verona Passito. 

E’ stato l’oggetto misterioso del 2013-2014, chissà se nel 2015 si presenterà ufficialmente e in pompa magna ai consumatori, come di solito si fa quando nasce un nuovo Consorzio di tutela vini (personalmente ho i miei dubbi). Nel frattempo, anticipiamo noi alcune informazioni, così come sono state comunicate in occasione del convegno “Vino e Diritto” tenutosi a metà dicembre 2014 presso la Cantina sociale di Negrar. In estrema sintesi, ecco quanto è emerso (il corsivo è di chi scrive):

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5 motivi per amare il Recioto della Valpolicella

1) E' un vino unico, una delle perle più rare dell'enologia italiana: nasce da un uvaggio di uve autoctone e con un procedimento che già i Romani praticavano e nel quale oggi i produttori della Valpolicella eccellono. 

2) E' un vino che piace anche agli astemi: se vogliamo conquistare i mercati nuovi, occorre partire dai fondamentali. Dolcezza, equilibrio, calore e colore. Il (buon) Recioto della Valpolicella risponde a tutti questi requisiti (e a molti altri).

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