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Soave

Ewbc #4: la gente, i vini, i luoghi

Domande e pensieri in ordine sparso.

"In quale direzione va la comunicazione del vino sul blog?" (R.Ricci Curbastro: Italia Oggi, 22.10.2011)

"Whether we like it or not, we are very much globally connected and if we want to remain relevant, establish our presence and voice and preserve our local livelihood (in culture, tourism, technology etc.), we must tune in to a world that is moving ahead with or without us". (Susan Hedblad; Facebook)

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I vini della montagna che respira (2): la dolcezza e il carattere

 C'è molto di nuovo all'ombra del vulcano. Vulcania 2011 prima  e ViniMilo 2011 poi hanno siglato un modo nuovo di fare molte cose già viste.

Vulcania-Etna rappresenta innanzitutto un nuovo modo di leggere 5 aree viticole bianchiste per vocazione (Soave, Gambellara, Lessini Durello, Etna, Campi Flegrei): facendo leva su una territorialità che va oltre le rispettive zonazioni e cerca un minimo comune denominatore su cui iniziare a lavorare. 

Secondariamente, è un nuovo modo di presentarsi al pubblico: insieme. Ospitandosi reciprocamente nelle rispettive manifestazioni, cedendosi il passo (e i microfoni, e i riflettori) a vicenda. Pariteticamente. Tale sinergia, sperimentata con successo in Italia, potrà essere facilmente replicata anche in iniziative all'estero.

Infine, come l'Etna (ispiratore) non dorme mai, ma è in costante e dinamico mutamento, così questo accordo non sembra voler fossilizzarsi sui risultati fin qui ottenuti, ma è aperto fin d'ora a nuovi ingressi: il primo dei quali, probabilmente, sarà quello dei vini dell'area vesuviana.

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Degustare Bertani (l'Amarone, finalmente)

In my humble opinion, non può dire di conoscere davvero l'Amarone della Valpolicella chi non ha mai bevuto, almeno una volta nella vita, un Amarone di Bertani di un'annata precedente al 1990.

Il successo mediatico e commerciale di questo vino rosso secco da uve appassite è infatti storia recente - la data ufficiale dell'inizio del fenomeno è il 1995 - ma in Valpolicella già negli anni '30 del secolo scorso si commercializzava il Recioto Amarone (come si chiamava prima che la modifica del disciplinare nel 1990 stabilisse le regole distintive per le due tipologie di vini).

Negli anni Trenta e per i successivi vent'anni almeno, erano poche in Valpolicella le maison produttrici che vendevano le proprie bottiglie anche all'estero: tanti blasonati produttori di oggi all'epoca erano mezzadri, o al massimo vendevano vino sfuso in damigiane.

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2010, Vinopigro's Top Ten

In attesa che qualcuno trovi una soluzione all'irrisolto problema di un nuovo linguaggio e una nuova comunicazione per il vino (speriamo il più tardi possibile, così noi possiamo continuare a dibatterlo e a divertirci), facciamo il punto sui vini assaggiati in questo 2010 ormai agli sgoccioli.

Uno dei motivi per cui questo è forse l'unico blog sul vino che non fa recensioni del medesimo - o ne fa con il contagocce - è che la sottoscritta si smascella dalla noia quando in giro le capita di trovarle. E siccome non scriverei mai una cosa che altrove non leggerei, ecco che i vini nel bicchiere, gli assaggi, restano un po' sullo sfondo.

Questo non significa che io non faccia degustazioni: quest'anno ne ho fatte tante da perderci il conto, e non solo come (semplice) giornalista del vino. 
Perciò, tirando un po' le somme, ecco un estratto dei migliori come li intendo io: i memorabili. Quelli che ti ricordi anche a distanza di mesi.

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Comprate Soave

Personalmente siamo insofferenti a lagnanze& piagnistei vari e assortiti: solo al vederli esibiti (più o meno artatamente) in televisione ci viene l'orticaria.

Ma questo non è una buona scusa per passare sopra a ciò che è accaduto nelle scorse settimane a due paesi della Provincia di Verona come Soave e Monteforte d'Alpone: i due Comuni della zona storica di produzione dei vini Soave.

Basterebbero le immagini a dare un'idea del disastro che ha colpito queste zone; e mentre, giustamente, si fa la conta dei danni civili, morali, materiali in genere, a pochi viene in mente di chiedersi cosa ne è stato di tante aziende del Soave.

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Veneto: nuove Docg

E siamo a 10. In Veneto, nuovi vini a denominazione d'origine controllata e garantita si sono aggiunti al già ricco elenco nazionale. Le new entries sono il "Malanotte del Piave" (o "Piave Malanotte": viva la chiarezza), il "Lison", e il "Fior d'Arancio dei Colli Euganei".

A questi va aggiunta una DOC nuova di conio: "Venezia". Ora si tratterà di attendere il tempo tecnico per la pubblicazione dei pareri nella Gazzetta Ufficiale e per arrivare al provvedimento ministeriale di ufficiale riconoscimento delle nuove DOCG e DOC, che potranno prendere il via già a partire dalla vendemmia in corso.

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Olinto Gini, l'uomo dalle grandi mani

La prima cosa che colpiva di lui erano le sue mani. Grandi, immense. Quando ti porgeva la mano avvolgeva la tua, nelle sue qualsiasi altra mano spariva.

E grande come le sue mani era anche il suo cuore, la sua generosità, la cordialità che ti dimostrava tutte le volte che ti incontrava. Il suo ottimismo, la sua energia.

Insomma, Olinto Gini è stato un grande. In tutti i sensi.

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Il Soave, le Cantine sociali e gli altri (prima parte)

 Nel calcio lo si dice spesso: "Squadra che vince, merito dei giocatori, squadra che perde, colpa dell'allenatore".

Un proverbio che potrebbe essere adottato, in un certo senso, anche dalle denominazioni vinicole. Finché le cose vanno bene per tutti, il merito è, in genere, soprattutto delle aziende private, ma se il mercato entra in affanno e le vendite di vino vanno a picco, la colpa è delle cantine sociali.  Ribassano, svendono, strangolano, monopolizzano il mercato... e a fare le spese di tutto questo sono i piccoli-medi produttori. Così dicono (le aziende private, non le cantine sociali). Da Nord a Sud Italia il coro delle lamentazioni si leva unanime: laddove ci sono aziende del vino che soffrono, c’è sempre una cooperativa colpevole di qualcosa.

Ma è davvero così?
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