I vini della montagna che respira (2): la dolcezza e il carattere

 C'è molto di nuovo all'ombra del vulcano. Vulcania 2011 prima  e ViniMilo 2011 poi hanno siglato un modo nuovo di fare molte cose già viste.

Vulcania-Etna rappresenta innanzitutto un nuovo modo di leggere 5 aree viticole bianchiste per vocazione (Soave, Gambellara, Lessini Durello, Etna, Campi Flegrei): facendo leva su una territorialità che va oltre le rispettive zonazioni e cerca un minimo comune denominatore su cui iniziare a lavorare. 

Secondariamente, è un nuovo modo di presentarsi al pubblico: insieme. Ospitandosi reciprocamente nelle rispettive manifestazioni, cedendosi il passo (e i microfoni, e i riflettori) a vicenda. Pariteticamente. Tale sinergia, sperimentata con successo in Italia, potrà essere facilmente replicata anche in iniziative all'estero.

Infine, come l'Etna (ispiratore) non dorme mai, ma è in costante e dinamico mutamento, così questo accordo non sembra voler fossilizzarsi sui risultati fin qui ottenuti, ma è aperto fin d'ora a nuovi ingressi: il primo dei quali, probabilmente, sarà quello dei vini dell'area vesuviana.

Ciò premesso, veniamo appunto ai vini: ViniMilo ha proposto in particolare 2 momenti di approfondimento. Il primo dedicato ai vini dolci - categoria difficilissima: da fare, da spiegare, da capire. Un po' meno da assaggiare, per fortuna - il secondo ai vini secchi.

Due serate in cui si è cercato di dare un'idea della dolcezza e del carattere di questi vini bianchi da suoli neri (e rossi, e gialli, e bianchi, e grigi, e marroncini...incredibile di quanti colori è capace un vulcano).

Entrambe le serate hanno visto mattatori - con competenza, equilibrio e ironia - l'enologo del Consorzio del Soave Giovanni Ponchia e il giornalista della Guida de l'Espresso Massimo Zanichelli, affiancati di volta in volta dai diversi produttori e in un'occasione da George Hock, primo sommelier al ristorante “La Scarpetta” di New York, e dalla scrittrice americana Elaine Trigiani.

Lo spazio tiranno non consente di dilungarsi su tutti i vini assaggiati (l'elenco è qui), perciò segnalerò solo quelli che mi hanno colpito maggiormente. 

Malvasia delle Lipari 2009 az. Barone di Villagrande 1727: è l'azienda in cui è praticamente nato l'Etna Bianco. Da uva raccolta matura e asciugata al sole per 15 gg.  un vino paglierino intenso con sfumature gialle nel bicchiere, profumi fruttati (mela cotogna) tropicali e floreali,un po' di iodio. In bocca rivela agrumi dolci maturi (mandarino) e datteri. Gusto semplice ma fresco.

Passito di Moscatella "Pietra Focaia" 2010 az. Etna Rocca d'api: colore oro antico, profumi di frutta secca (datteri, nocciole) ma anche floreali di lavanda che si ritrovano in bocca in bella progressione. Tra fichi secchi e agrumi dolci, un vino dolce lungo e rotondo.

Passito di Ischia "Gocce d'Ambra" az. D'Ambra Vini . Da un'antica varietà locale dell'isola, un vino da lieviti indigeni e non filtrato, dal colore dorato intenso. Profumi floreali di glicine, con una vena austera, un filo amarognola di rabarbaro e chinotto. Più snello e vibrante, meno sontuoso dei precedenti, è però di grande interesse per la sua sfumatura salina, iodata. Sarebbe perfetto come aperitivo.

Campi Flegrei Falanghina 2010 - Cantine Astroni.  Colore giallo paglierino con sfumature verdi, profumi di frutta gialla seguiti da sentori di pietra focaia, un ricordo di miele. Coerente in bocca.

Ischia Biancolella Doc 2010 - D'Ambra Vini. Colore giallo paglierino, naso molto sfaccettato. I profumi si presentano più scuri che nei precedenti vini. In bocca è secco, molto agrumato, con un ricordo di mandorla, e una bella acidità.

Etna Bianco Fondo Filara 2010 - Cantine Nicosia: da uve carricante (in prevalenza) e catarratto, un vino dal colore paglierino chiaro e brillante., con profumi sontuosi di miele e fiori bianchi. In bocca è coerente, molto pieno, ricco, lungo, salino, sfumato di erbe aromatiche dell'orto (rosmarino, timo, salvia).

Etna Bianco Superiore 2010 az. Barone di Villagrande 1727: la maggior parte dell'Etna Bianco si concentra nel comune del piccolo paese di Milo (poco più di un migliaio di abitanti), specializzato nella coltivazione del carricante,  e solo qui si può produrre il Superiore. Questo, da carricante in purezza, è di un colore paglierino chiaro, con nuances verdi, profumi di fiori bianchi e mela. In bocca è ugualmente fruttato, fresco, secco, armonico e lungo.