Succede anche questo

Vinitalybio (Another Big Love in Verona)

Se è vero che la vitalità di un settore si misura anche dal numero di manifestazioni/eventi/fiere che riesce a generare, non c'è dubbio che quello del vino e dintorni sia un comparto ancora dinamico e combattivo (per non dire  combattente).

In particolare, all'interno del mondo enoico sempre più da qualche anno a questa parte la parola d'ordine che risuona è "bio". Non importa di che genere, se -logico o -dinamico, l'importante è che si possa definire organic, e con tanto di certificazione. Molti in Italia nutrono (con non poche ragioni) diffidenza somma nei confronti delle certificazioni ufficiali, ma, amici miei, se non potete esibire quel famoso pezzo di carta rischiate di restare tagliati fuori da più di un mercato estero. Ne vale la pena? in certi casi sì, in certi casi no; ciascuno faccia le sue considerazioni.

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Aziende agricole, largo alla banda larga

Riceviamo e pubblichiamo:

"Anche lo sviluppo dell’agricoltura dipende oggi da una rete telematica efficiente. “L’agricoltura si fa nei campi e nelle stalle – afferma l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzatoma l’impresa si costruisce anche e sempre più al computer e nel collegamento con i mercati, i fornitori, la ricerca, le istituzioni e così via. I nostri agricoltori sono pronti e affrontano a testa alta questo adeguamento, che però richiede una rete veloce, per la quale il Veneto prosegue le attività per portare la banda larga nelle aree rurali, grazie al contributo finanziario del Fondo europeo FEASR e del Programma di Sviluppo Rurale”.

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Nuovi vitigni, nuovi vini

Buone notizie per i vivaisti, i ricercatori viticoli, i produttori di vino e in generale per tutti i fan dei vitigni resistenti (alle malattie): sulla Gazzetta Ufficiale di qualche giorno fa è stato pubblicato il DM 10 luglio 2013, "Modifiche al registro nazionale delle varietà di vite". 

Nel documento si legge che l'elenco nazionale dei vitigni ammessi alla produzione di vino viene arricchito di nuove varietà - oltre che di nuovi cloni - alle quali si stava lavorando da tempo.

Tra queste figurano uve come i bianchi Solaris e Johanniter, e i rossi Bronner, Prior, Cabernet Carbon, Cabernet Cortis, Helios, eccetera. L'elenco completo si trova qui.

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Nuovi vertici alla FIVI: Matilde Poggi nuovo presidente

Matilde Poggi è una brava produttrice di Bardolino (e non solo), una vignaiola agguerrita e con le idee chiare, pronta a rimboccarsi le maniche con e insieme ad altri per portare avanti una causa comune. La sua elezione al vertice della FIVI, avvenuta due giorni fa, era data praticamente per certa: succede a Costantino Charrere. Le daranno valido supporto altri due teste coronate (dalla critica e dai consumatori) del vino (questa volta, soprattutto bianco) di grande qualità: il "re del Soave" Leonildo Pieropan e quello del Timorasso, Walter Massa, eletti alla carica di vicepresidenti. 

Ai nuovi eletti e a tutto il loro staff, nel quale ritroviamo anche qualche altro amico, i nostri auguri di buon lavoro.

Di seguito il comunicato ufficiale: 

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C'è rosé e rosé

Rosé e reggae music, ecco la mia idea di estate. 

Non che io non beva vini rosati anche in ottobre o a febbraio ma, complice forse il loro colore, li trovo perfetti soprattutto per le atmosfere estive.

Per fortuna dei produttori degli oltre 22 milioni di ettolitri di rosé di tutto il mondo, il resto dei consumatori non si lascia suggestionare più di tanto dalle stagioni, e consuma rosati tutto il tempo dell'anno. In alcuni Stati, bevono quasi solo quelli.

All'ultimo Vinexpo, l'agenzia France AgriMer e il Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence hanno presentato gli ultimi dati del loro interessante Osservatorio sui vini rosati a livello globale, e da questo, tra l'altro, risulta che:

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Il vigneto Italia secondo la FIVI

"Anno d'erba, anno di m..." è un antico detto delle campagne venete. Vale per la primavera-estate, perchè il suo equivalente invernale è "sotto la neve pane, sotto la pioggia fame".

Fuor di metafora - e di proverbi - vorrebbe significare che le piogge delle ultime settimane potrebbero dare qualche problema alle coltivazioni, vite compresa.

Per questo la FIVI si è premurata, qualche giorno fa, di fare il punto della situazione: 

"Nel Nord Italia, dalle colline trevigiane a quelle dell’Oltrepò Pavese, dal Piemonte al Trentino Alto Adige alle vallate franciacortine, le opinioni dei viticoltori si sovrappongono: le vigne sono bagnate ed è difficile lavorarle data la penuria di sole. Si attendono i rari momenti di asciutto per intervenire rapidamente ove necessario.

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L'Amarone della Valpolicella Cru dei Fossi

Se vuoi nascondere qualcosa, mettila la' dove tutti possono vederla.

E' lì dal 1965, ovvero dal primo disciplinare di produzione, e c'era anche nell'ultimo, quello della Docg dell'Amarone (2010). E' lì da sempre, ma evidentemente i produttori non l'avevano mai notato (e chi li controlla nemmeno)... fino a quando qualcuno non l'ha tirato fuori.

Stiamo parlando dell'articolo 4, punti 1 e 2 del disciplinare di produzione dell'Amarone della Valpolicella, che recita: 

1) Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche.

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Vendita diretta: la FIVI bussa alla porta dell'Europa

La vendita diretta del vino al cliente finale è sempre stato un argomento molto sentito dai produttori, dibattuto e in parte, finora, abbastanza irrisolto. Adesso però non c'è piu tempo per i sofismi mercantili e i bizantinismi della burocrazia: la crisi ha iniziato a mordere seriamente anche l'arcipelago felice del vino, soprattutto i moltissimi atolli rappresentati da cantine che fondano tutto o quasi il loro fatturato sulle vendite nel sempre più asfittico canale Ho.Re.Ca. 

Basta, bisogna andare dritti al punto: raggiungere chi il vino lo compra per berlo. Non per rivenderlo o metterlo in carta. Una tematica che diventa, se possibile, ancora più pressante (e incasinata) quando si tratta di superare i confini nazionali. Per questo la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha deciso di muoversi a livello europeo: quello che segue, è il comunicato ufficiale:

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Il Cangrande 2013 al prof.Roberto Ferrarini

Al pari di altre analoghe manifestazioni, anche il Vinitaly ha i suoi riti e quello delle premiazioni è uno di essi. 

Concorsi internazionali a parte - e in questa sede ci piace ricordare il premio Vinitaly 2013 all'Italian Wine Guy Alfonso Cevola,"per essere un profondo conoscitore delle grandi cantine, ma anche dei piccoli vitigni del grande patrimonio enologico italiano e un grande comunicatore" - un riconoscimento, se vogliamo, più agricolo, è il Cangrande, che si assegna ai benemeriti della vitivinicoltura veneta (e non solo).

Quest'anno medaglia e attestato sono andati al veronese Roberto Ferrarini (nella foto con l'assessore regionale all'agricoltura Franco Manzato), figura molto nota sia in ambito universitario (è docente di Enologia nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche dell’Università di Verona) sia in quello produttivo.  

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Vinitaly 2013: spigolature - 1

E' stato un Vinitaly intenso: di partecipazione, assaggi, incontri, novità, scoperte.

Di anniversari - i primi 25 anni dell'Associazione Le Donne del Vino - di premi ad amici wineblogger, di convegni su temi finalmente attuali (i social media, l'e-commerce, la netnography) ai quali, come sempre, partecipano più gli addetti ai lavori  (i consulenti) dei diretti interessati (i produttori).

In giro per il web è possibile cogliere qua e la' impressioni ed esperienze. Qui mi limito a riassumere solo alcuni flash, di cose viste, mangiate, bevute e...mancate.

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