Avviso: questo post ha un sapore intenzionalmente empirico, anzi, esoterico. I positivisti estremi sono pregati di leggere qualcos'altro (per esempio, questo).
Seguo da sempre, con estrema curiosità e interesse, il mondo della vitivinicoltura alternativa più estrema, comunque si chiami (naturale, biodinamica, biotica, bio-quel-che-volete). Lo seguo e, quando mi capito, ne bevo i vini con alterne fortune: devo dire che inizialmente - molti anni fa - i vini non convenzionali erano (forse) fatti meglio, ed era facile imbattersi in qualche vino davvero buono. Oggi - sfortuna mia, sicuramente - mi capita più di rado, quasi che i produttori non convenzionali di ultima generazione siano più ansiosi di convincerti che il loro vino è buono a forza di parole, senza aspettare che sia tu a dirlo (probabilmente non si fidano dei tuoi sensi).