Riceviamo e pubblichiamo:
"Anche lo sviluppo dell’agricoltura dipende oggi da una rete telematica efficiente. “L’agricoltura si fa nei campi e nelle stalle – afferma l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato – ma l’impresa si costruisce anche e sempre più al computer e nel collegamento con i mercati, i fornitori, la ricerca, le istituzioni e così via. I nostri agricoltori sono pronti e affrontano a testa alta questo adeguamento, che però richiede una rete veloce, per la quale il Veneto prosegue le attività per portare la banda larga nelle aree rurali, grazie al contributo finanziario del Fondo europeo FEASR e del Programma di Sviluppo Rurale”.
A questo proposito, la Giunta regionale, su iniziativa del vicepresidente Marino Zorzato di concerto con Manzato, ha adottato un provvedimento che finanzia l’avvio di ulteriori iniziative per proseguire nella cooperazione istituzionale e nell’abbattimento del digital divide, ovvero delle carenze di capacità della rete, sul territorio regionale. “Continua insomma la posa delle infrastrutture necessarie alla diffusione capillare della banda larga – spiega ancora Manzato – e i cantieri che hanno già terminato i lavori sono ventidue: dieci si trovano in provincia di Belluno, sei in quella di Rovigo, due a Verona e quattro in provincia di Vicenza. Sono diciassette invece i cantieri attualmente in corso d’opera: due in provincia di Belluno, cinque in quella di Rovigo, sette a Verona, due a Vicenza e uno a Padova. Nel frattempo è già stato programmato l’avvio dei lavori, che inizieranno nelle prossime settimane, in altri due comuni, di cui uno nell’area di Rovigo e uno in quella di Verona”.
Le località interessate ricadono tutte nelle cosiddette “aree bianche”, ovvero in zone del territorio classificate come aree rurali intermedie e aree rurali “con complessivi problemi di sviluppo”, dove le infrastrutture a banda larga sono inesistenti e per le quali non si prevedono sviluppi nel medio termine. Il progetto per la diffusione della banda larga nelle aree rurali del Veneto comprende un investimento complessivo previsto di oltre 22 milioni di euro, con 46 mila linee da abilitare e 120 mila cittadini da raggiungere.
Questo il comunicato ufficiale. Ora, una modesta quanto ovvia considerazione - anzi, una domanda:
Cosa me ne faccio di un'autostrada se non so guidare l'auto?
Fuor di metafora, plaudiamo all'impegno delle istituzioni per diffondere la banda larga; ma cosa ne dite di far qualcosa per abbattere anche il digital divide culturale, ancora così diffuso proprio nel settore agricolo? Ovunque si promuovono corsi, lezioni, incontri dedicati alla cultura del digitale, all'uso del computer per comunicare, fare affari, vendere, portare avanti l'azienda... ma tali momenti di formazione continuano ad essere frequentati soprattutto da chi ha poco o nessun potere decisionale nell'andamento di un'azienda: dai figli dell'imprenditore (quando è ancora il padre a tenere ben strette le redini di tutto), dalla segretaria, dall'addetto alle relazioni esterne, dall'impiegato, eccetera. E intanto, ci sono produttori che continuano a farsi stampare le email perchè non sanno nemmeno accedere alla posta elettronica.
Così stanti le cose, la vera innovazione - che dovrebbe essere mentale, prima che fisica - continuerà a rimanere fuori dalle aziende.
Certo, gli esempi, positivi e illuminanti, di chi ha imparato a usare la rete e ne sta facendo un vantaggio competitivo non mancano, per fortuna (vedi qui): ma sono ancora pochi per fare davvero la differenza.
Ben venga la banda larga, sempre e ovunque: ma se si trovasse il modo di ... allargare anche l'orizzonte mentale e culturale di tante persone, il balzo in avanti dell'economia italiana non si farebbe attendere.