Gusto in Scena e vini montebaldini

Tra le oltre 30 (in media) manifestazioni enogatronomiche che ogni giorno dell'anno si tengono in Italia, nel prossimo week end ce ne sono almeno un paio che vale la pena segnalare.

La prima vedrà come palcoscenico la sempre fascinosa Venezia: alla Scuola Grande di S.Giovanni Evangelista da oggi al 19 marzo terrà banco Gusto in Scena, ovvero "tre mondi che s'incontrano: le cantine, i cuochi, la gastornomia". Esibizioni live di chef stellati, assaggi, convegni, degustazioni nella grande kermesse dedicata a cuochi e gourmet professionisti ideata dal giornalista Marcello Coronini. Il programma, ricco e articolato, vedrà coinvolti anche molti ristoranti della città secondo la formula ormai collaudata del fuori salone - e che per l'occasione si chiama Fuori di Gusto. Per fare un giro a Venezia, si tratta sicuramente di un'occasione molto golosa... ma anche dietetica. O meglio, senza zucchero, come recita il tema centrale di quest'anno. Tutte le info qui.

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Il Valpolicella che dev'essere: 5 esempi

E' il vero simbolo di questa zona vinicola, il suo lato maschile: un vino cordiale, scuro - ma non troppo - nel colore e nei profumi, sbrigativo ma non superficiale, semplice ma non sempliciotto.

Un vino dinamico: attivo ed efficiente. Capace di adattarsi a pietanze invernali come a piatti più leggeri, zuppe, paste, risotti, carni e perfino pesci e verdure. Se all'Amarone della Valpolicella si da' del lei - nei casi più venerandi perfino del voi - al Valpolicella si da' sempre del tu, come a un amico sul quale si sa di poter sempre contare. 

Detto questo, e in spregio del rispetto che si dovrebbe portare a un prodotto che si chiama come la terra da cui proviene - un pre-requisito di marketing che molti pagherebbero per poterlo vantare ... - sappiamo benissimo come stanno le cose.

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EWBC 2013: Rioja. Back to (our) future.


Era solo il 2008, ma per i tempi accelerati che viviamo sembra un decennio fa. Eravamo una cinquantina di impallinati del vino, del web e delle nuove tecnologie e tra di noi non ci conoscevamo nemmeno, se non per interposto schermo (quello del computer). Venivamo da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, USA, Germania, UK e in generale avevamo solo una vaga idea del perchè ci trovassimo lì, e a far cosa. Ma sapevamo che qualcosa di nuovo stava nascendo e volevamo esserci, se possibile dando il nostro contributo.

Il luogo scelto per quello che sarebbe poi diventato l'appuntamento internazionale per eccellenza dei nuovi comunicatori del vino fu la capitale della Rioja, Logroño, il nostro primo sponsor l'azienda Bodegas Dinastia Vivanco, uno dei più stupefacenti centri di cultura del vino a 360 gradi che abbia mai visto. L'atmosfera della conference sembrava più quella di una scolaresca in gita scolastica, che quella di un consesso di professionisti, e il bello era proprio questo. Ci siamo divertiti un sacco, e da allora siamo sempre rimasti in contatto tra noi, consolidando amicizie e intraprendendo nuovi rapporti professionali.

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Pastone del lunedì

Siamo nel 2013, ma qualcuno continua a comportarsi come se vivessimo nell'Italia degli anni '50. Che forse era perfino migliore dell'attuale - e forse no: non posso saperlo perchè non c'ero. Ma era. Tempo passato. Invece no. Imperterriti, nella casella di posta elettronica - unica innovazione rispetto alla posta cartacea o al fax - continuano a piovere comunicati stampa che di digitale hanno solo il mezzo usato per recpitarli. 

In quella divertente, informata, dissacrante e mai abbastanza rimpianta pubblicazione che era "capitaALvino" (sottotitolo: "ti arriva solo se te la meriti") c'era una sezione dedicata ai comunicati stampa: "Questa settimana non abbiamo parlato di", dove si riportavano solo i titoli dei comunicati stessi. E Twitter era ancora di la' da venire.

Ecco, in omaggio a quei felici tempi (felici per noi lettori, ma anche per molti redattori), e ai nostri, i tempi dei social, della velocità ma soprattutto della sintesi, una breve carrellata di comunicati stampa degli ultimi giorni.

In un tweet, o poco più.

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    L'acquisto del vino si fa social: è nato Vinix Grassroot Market

     In questi giorni difficili per le tasche di tutti, il discorso della disintermediazione è della massima attualità. Noi ne parliamo da anni, e da altrettanto tempo la vagheggiano i produttori. O per lo meno, così dicono. Vendita diretta. Che belle parole! Tu vieni in cantina, e io ti vendo il vino: tu risparmi, io guadagno. E siamo felici entrambi. Senonchè, proprio a parlare di vendita diretta (no agenti, intermediari, retailers, ecc.ecc.) sembra che a tanti produttori venga un attacco di tachicardia, che li fa desistere dal progetto a pochi metri dal traguardo.

    Non starò a elencare i perchè e i percome, le scuse e le giustificazioni, le paranoie e le ossessioni di chi fa il vino perchè le conosciamo tutti (e personalmente mi hanno stufato). Finchè la paura di una ritorsione (o di un mancato guadagno) probabile avrà la meglio sulla prospettiva di un guadagno certo, inutile star lì a discutere. A molti piace piangersi addosso, piuttosto che rischiare qualcosa. Molti altri, obiettivamente, non possono permettersi di correre nemmeno questo rischio.

    In attesa che sul fronte della produzione qualcosa succeda - un cambio di cultura, di mentalità, uno scatto d'orgoglio... -, i consumatori si organizzano.

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    Trentodoc: una degustazione

     Prendi una fredda giornata di gennaio, con il sole e la neve sulle montagne.  A Palazzo Roccabruna l'appuntamento era fissato da tempo. Più di 60 i Trentodoc schierati nel frigo pronti per la degustazione, e il bravo Antonio (il sommelier) a nostra disposizione, prodigo di spiegazioni e informazioni su vendemmie, vinificazioni, aziende, terreni, cambi di stile o di proprietà. Saltiamo i dati di produzione aggiornati perchè al momento della degustazione non erano ancora pronti, e veniamo subito al dunque: i vini. 

    Ne abbiamo assaggiati 37, suddivisi in categorie (dosaggio zero, extra brut, brut, millesimati, riserve).

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    WBIS 2013: com'è andata

    Il mondo del vino appare sempre più spaccato in due dimensioni parallele: quello dell'offline e dell'ufficialità - fatto di riti vecchi ormai di anni, per non dire di decenni: le grandi fiere, i grandi concorsi, i proclami dei grandi guru, le guide, le anteprime, gli eventi di presentazione di ogni genere e tipo - e quello dell'online, vivace ed effervescente, mai uguale a se stesso, una specie di magma in ebollizione dal quale fuoriescono continuamente nuove idee e iniziative. 

    Il Wine Business Innovation Summit tenutosi recentemente a Bruxelles è un esempio di questo fermento. Dall'idea di partenza - un forum tecnico rivolto ai professionisti del vino che per incoraggiare in questo settore l'innovazione,la creatività e le nuove tecnologie - in poi, tutto si è svolto all'insegna della collaborazione.

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    #Wine Business Innovation Summit


    Tra pochi giorni a Bruxelles si terrà il primo incontro sull'innovazione nel mondo degli affari nel settore vitivinicolo - così infatti si potrebbe tradurre la sigla WBIS, Wine Business Innovation Summit

    Si tratta di un incontro internazionale, organizzato da wine blogger professionisti del settore, nel quale si discuterà principalmente di affari e vil denaro: scopo dell'iniziativa è infatti quella d'incoraggiare nel mondo del vino l'innovazione e l'uso delle nuove tecnologie, che sono ad un tempo portatori e espressione di un nuovo modo di pensare e di approcciare il settore. Una particolare attenzione sarà posta alla figura del consumatore (vecchio e nuovo), ai suoi comportamenti e bisogni e a cosa bisogna fare per soddisfarli.

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    Cosa potrebbe accadere nel 2013 per il vino italiano?

    Cosa ci aspetta nell'anno appena iniziato? lo scopriremo solo vivendo, per dirla citando un grande della musica leggera italiana. Ma il mondo agricolo, e quello del vino in particolare, così delicato e complesso, ha il dovere/diritto di chiederselo seriamente. Quelle che seguono, sono le riflessioni di uno dei produttori più autorevoli: Angelo Gaja (il grassetto è mio, ndr).

    "C’è penuria di vino nelle cantine italiane dopo anni di bassa produzione d’uva a causa del ripetersi di condizioni climatiche sfavorevoli, per eccesso di calore e di siccità nei mesi estivi.

    COSA POTREBBE ACCADERE NEL 2013 PER IL VINO ITALIANO?

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    2013: i trends del mondo del vino (bevuto)

    E' un passatempo a cui indulgiamo volentieri in molti, quello di giocare a fare gli indovini sui trend dell'anno appena iniziato... salvo poi, 12 mesi dopo, dimenticarci di controllare se le nostre - o le altrui - previsioni erano fondate.

    Comunque sia, eccoci qui, anno nuovo, tendenze nuove. Queste che seguono sono state riportate su alcuni autorevoli siti e /o wine writer internazionali.

    A giudicare da autorevoli report, nel mondo del vino (all'estero) sembrano profilarsi queste macrotendenze:

    1) un ritorno di fiamma per i vini dolci, 2) il consolidarsi della nicchia delle birre artigianali: nelle carte vini di molti ristoranti acquisteranno sempre più spazio. Proprio la birra, del resto, sembra conquistare sempre più l'attenzione sia dei nuovi consumatori, sia della critica. 3) la richiesta di vini meno alcolici 4) continua l'exploit dei vini sparkling 5) si rafforza il segmento dei nat-wines.

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