E' un passatempo a cui indulgiamo volentieri in molti, quello di giocare a fare gli indovini sui trend dell'anno appena iniziato... salvo poi, 12 mesi dopo, dimenticarci di controllare se le nostre - o le altrui - previsioni erano fondate.
Comunque sia, eccoci qui, anno nuovo, tendenze nuove. Queste che seguono sono state riportate su alcuni autorevoli siti e /o wine writer internazionali.
A giudicare da autorevoli report, nel mondo del vino (all'estero) sembrano profilarsi queste macrotendenze:
1) un ritorno di fiamma per i vini dolci, 2) il consolidarsi della nicchia delle birre artigianali: nelle carte vini di molti ristoranti acquisteranno sempre più spazio. Proprio la birra, del resto, sembra conquistare sempre più l'attenzione sia dei nuovi consumatori, sia della critica. 3) la richiesta di vini meno alcolici 4) continua l'exploit dei vini sparkling 5) si rafforza il segmento dei nat-wines.
Il ritorno dei vini dolci, si diceva. Il gusto dolce torna ad imporsi: i nuovi mercati (quelli che, ci dicono, notoriamente non capiscono niente di vino) pretenderanno di bere dolci anche vini rossi e rosè. Una vera disdetta, per quei produttori italiani che da anni dichiarano che il vino dolce non lo vuole nessuno, e quindi hanno smesso di farlo. Una manna, per tutti i produttori americani di Zinfandel abboccato (quando non addirittura passito). Da seguire: i trend di impianto delle barbatelle di Moscato.
Quanto alla legittima richiesta di vini che assomiglino di più ad un complemento del pasto, che a dei superalcolici, non è il caso di approfondire in questa sede le molteplici soluzioni prospettate per abbassare il tenore alcolico - e spesso eseguite. Ce ne sono di agronomiche, ma soprattutto di enologiche. Anzi, di tecnologiche.
Sul fronte diametralmente opposto, si estende l'indistinto mare magnum dei nat-wines, argomento di civili ma appassionate discussioni anche durante l'ultimo EWBC. Piacciono sempre di più, e ad un numero crescente di persone. Probabilmente, più che per una questione di gusto, per una questione di ideali: quelli del produttore (la nostalgia per l'Arcadia è sempre dietro l'angolo).
Infine, tra i trend 2013 ce ne sarebbe anche un 6°, piuttosto interessante: quello della digitalizzazione delle carte vini, cocktails e superalcolici in wine bar, ristoranti e affini.
Un'orgia di apps, AR-code e altri mirabolanti sistemi di fruizione/informazione/vendita sta per invadere molti locali in giro per il mondo...
Ma, dato che viviamo in un paese che in un concorso pubblico ancora s'interroga su quale tasto occorre premere per aggiornare una finestra attiva, forse è meglio soprassedere su questo argomento, e riprenderlo tra un po'... diciamo tra un decennio (o due).