Ci sono vini che preferiamo bere in inverno e altri in estate; vini "autunnali" e vini "primaverili". Questione di temperature esterne, di cibi, perfino di personal mood. E poi ci sono i vini "4 stagioni": quelli che dove li metti, stanno. E stanno bene, perchè sono sempre buoni, equilibrati, non sgomitano per imporsi all'attenzione, accompagnano volentieri il piatto semplice e quello più pretenzioso. Sono così discreti che durante un pasto rischiano perfino di passare inosservati, se non fosse che alla fine se così soddisfatto da renderti conto che, a ben vedere, alla buona riuscita del tutto ha contribuito anche quel certo vino, come testimonia la bottiglia vuota.
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Il Valpolicella che dev'essere: 5 esempi
E' il vero simbolo di questa zona vinicola, il suo lato maschile: un vino cordiale, scuro - ma non troppo - nel colore e nei profumi, sbrigativo ma non superficiale, semplice ma non sempliciotto.
Un vino dinamico: attivo ed efficiente. Capace di adattarsi a pietanze invernali come a piatti più leggeri, zuppe, paste, risotti, carni e perfino pesci e verdure. Se all'Amarone della Valpolicella si da' del lei - nei casi più venerandi perfino del voi - al Valpolicella si da' sempre del tu, come a un amico sul quale si sa di poter sempre contare.
Detto questo, e in spregio del rispetto che si dovrebbe portare a un prodotto che si chiama come la terra da cui proviene - un pre-requisito di marketing che molti pagherebbero per poterlo vantare ... - sappiamo benissimo come stanno le cose.