La prima volta che andai ad una conferenza (affollatissima) di Nicolas Joly fu più di 10 anni fa. La biodinamica era ancora un argomento (abbastanza) da iniziati, ma c'era molta curiosità. Tornai a distanza di pochi mesi a ri-ascoltarlo, e soprattutto ad assaggiare i suoi vini che sì, devo dire mi piacquero molto e mi restarono impressi per l'originalità dello stile. Da allora ai giorni nostri, l'interesse per la biodinamica è continuamente cresciuto - e, ahinoi, si è anche molto estremizzato, nei toni e negli atteggiamenti.
Read MoreApprofondiamo...
Due libri
L'estate, si sa, è il momento in cui per vari motivi troviamo (o cerchiamo di trovare) più tempo per leggere e per metterci in pari (almeno un po') con tutto quello che nei mesi precedenti siamo andati accumulando, si tratti di saggi, ricerche, articoli, post, e libri. Soprattutto libri.
Quelli di cui voglio parlare qui sono, ovviamente, due libri sul vino e del vino. Diversi e molto simili nello stesso tempo, e non tanto (o non solo) perché trattano dello stesso argomento, ma perché dalle loro pagine traspirano un entusiasmo e una passione molto simili. Più pensosi e pacati nel primo caso, perché mediati anche da anni di esperienza - e si sa che la vita è capace di ridimensionarti molti slanci e di fare giustizia di molte ingenuità -, ancora freschi e dirompenti nel secondo caso, perché l'avventura intrapresa è solo agli inizi.
Read MoreDa sin., Maurizio Gasco e Luca Risso del Clayver Team con un Clayver da 40 l.
Cinque buoni motivi per usare un Clayver in cantina
I contenitori (per la vinificazione o l'affinamento, o per entrambi) sono da sempre uno dei chiodi fissi di enologi e produttori di strumenti per l'enologia. Un po' per moda, un po' perché i gusti dei consumatori con il tempo cambiano davvero, e un po' perché anche le conoscenze tecnico-scientifiche si affinano, non passa anno senza che non salti fuori qualche nuovo ritrovato. Basta una visita ad un qualunque salone internazionale del settore per rendersi conto della varietà di prodotti in commercio. Alcuni appaiono più pretestuosi che realmente innovativi, altri no, sono decisamente un nuovo modo d'intendere il vaso vinario.
Read MoreVigneti di Rolle - Prosecco Doc
12 easy facts about Italian wine
Easy facts to remember - yet sometimes uncomfortable.
1 - How many Italian grapes can you mention? Let’s see: Nebbiolo, Sangiovese, Corvina, Garganega… And? Come on! You’re omitting other 400 or 500 grapes! The Italian grape landscape is a lot more complex and detailed than what you believe. If you limit yourself to only a few grapes, you deprive yourself of more exciting discovers.
2 - Amarone della Valpolicella is not a grape: it is a blend of Corvina, Corvinone, and Rondinella grapes. Molinara has been out of the blend since 2003. Just a few (and brave, and truly traditional) wine producers in Valpolicella still put this grape in the blend of their wines.
3- A white Amarone della Valpolicella doesn’t exist. If you find a white wine with this name it’s a clamorous FAKE.
4- Prosecco is not a grape. It’s a wine! Its grape is called Glera.
5 - In Dalmatia there is a wine with a similar name, too: Prosek. It’s a passito still wine, though. Don’t get confused by the two.
6) Not every Italian sparkling wine is a Prosecco. Defining “Prosecco” any Italian bubbly wine is like calling “Ferrari” any Italian red car. Know the difference between the different Italian sparkling wines; there is Prosecco, Franciacorta, Asti, Trentodoc, Lambrusco, Lessini Durello… and on and on. You don’t want to make a dumb of yourself, do you?
7) Comparing a Prosecco to a Champagne is like comparing Lady Gaga to Edith Piaf: another silly thing.
8) Saying “It’s an Italian wine!” is an abstract simplification. Italy has 20 different regions, each of them produces wine (in different quantities), often made from native grapes - and called with weird names more or less easy to pronounce. Yes, it is not easy to go deep in this country - but it is worth it. So you discover that a wine produced in a Northern region can be very different from a wine produced in a Southern region, even if made with the same grape. No other country in the world can give you such an experience - except Portugal, maybe.
9) The so called “natural” (or organic, or bio-something) wine, produced in small quantities (from 1000 to 10 thousand bottles) in a handcrafted/traditional way with local grapes exists almost everywhere, in Italy. If this is your type of wine, you MUST come here, look for it, and experience it yourself. Normally it is not exported, because the quantities are too small, and the price too high.
10) If you are looking for such natural wines and expect to pay a price between 3-5 euros FOB, forget it. These kinds of wines are expensive! Too small the production, too high the production costs.
11) If you find a natural wine with an incredibly low price, keep away from it. There is something wrong, and /or somebody is lying to you.
12) The wine producers are usually very concerned about the labels of their wines. If they are very old style and/or traditional (a bit boring and obvious, I mean), it’s pretty sure that the wine is intended to restaurants, or "adult" drinkers. If the label is modern, colored, with a fancy name…it’s likely the wine is intended to the modern distribution, or to young people. Or the producer is a young one.
Easy, isn't it?
Come si fa? un'infografica per ricordarlo
A volte capita di dover fare delle azioni consuete e familiari e di essere colti dal tragico dubbio dell'ultimo minuto, quello che ti blocca sul più bello, ti mette inquietanti idee in testa ("oddio, l'ho fatto l'altro giorno, com'è che adesso non sono più sicuro di come si fa? ") e toglie tutte le tue sicurezze...
Certo, alla disperata c'è zio Google che viene in soccorso dell'improvviso e imprevisto buco di memoria, ma non sempre si ha il tempo e lo strumento a portata di mano per consultarlo al volo...
Questa che propongo oggi non è certo la risposta definitiva a tutte le domande, ma solo un piccolo utile sussidio alle incertezze che possono cogliere chiunque in mteria di: conservazione del vino, temperature, scelta dei bicchieri e modalità di servizio.
E' un'infografica (realizzata e gentilmente offerta da Stampaprint), uno degli strumenti digitali più efficaci e più trendy del momento. In giro per il web se ne trovano di bellissime sul tema del vino, ma in genere sono realizzate da designer o agenzie estere: questa è italiana al 100% e si può scaricare da qui.
5 scorciatoie per neofiti del vino...
...molto semplici e pratiche.
Per chi inizia ora a esplorare il mondo del vino e non vuol perder troppo tempo a trovare vini interessanti per il suo palato, ci permettiamo di condividere - liberamente riveduti e corretti - qualche piccolo suggerimento a cura di due esperti americani, Robert Betts e Carla Rzeszewsk.
1) Sappi cosa ti piace - e fai in modo di ricordarlo. Preferisci il vino dolce o quello secco? Il rosso o il bianco?... d'accordo, ancora non sei sicuro dei tuoi gusti. La cosa peggiore però, è dimenticareil nome di quel vino o di quel produttore che ti sono piaciuti così tanto - o che non ti sono piaciuti affatto. Per evitare buchi di memoria, non c'è altro da fare che scriverli da qualche parte. Su un quaderno di carta, oppure - meglio ancora - in app come Vivino o Delectable, che puoi scaricare su qualsiasi smartphone. Una foto all'etichetta, due righe di commento, un voto: fatto. Si può condividere la propria recensione, ma non è necessario: queste app possono benissimo essere considerate come un diario delle proprie degustazioni, senza per questo farlo sapere sempre all'universo mondo (a meno che tu non voglia pavoneggiarti per aver bevuto uno Chateau d'Ychem 1958);
2) Stabilisci un limite di spesa e lasciati consigliare. Sia che ti trovi in enoteca o al ristorante, la persona che hai di fronte ha più conoscenze ed esperienza di te (soprattutto se sei alle prime armi): dì chiaramente quanto sei disposto a spendere e lascia che sia lui(o lei) a trovare le bottiglie che fanno al caso tuo. Questo permetterà di restringere il campo delle scelte e di esplorare poche fasce di prezzo alla volta. Oltre al prezzo, ovviamente, è sempre bene dire anche cosa, in generale, ci piace bere (o non ci piace per niente);
3) Fai la prova dei 2 bicchieri: se davanti ad una lista vini non hai la minima idea di cosa scegliere, domanda di poter assaggiare due bicchieri molto diversi tra loro: un rosso corposo e un bianco leggero, o un bianco strutturato e un rosso giovane e leggero, e poi ordina la bottiglia di quello che ti è piaciuto di più. Il ristorante non serve vini al bicchiere? Esci e cercane un altro.
4) Non lasciarti condizionare dai luoghi comuni. Un vino bianco di annate precedenti all'attuale può essere fantastico. Un rosso molto invecchiato non è detto che ti piaccia. Se un tipo di vino è molto di moda significa solo che piace a un sacco di gente... ma non è detto che piaccia anche a te.
5) Prima scegli il vino, poi il piatto. Bevi e mangia quello che vuoi, non sei all'esame finale del corso per sommelier. Forse l'abbinamento (fortuito) risulterà azzeccato, forse no. In ogni caso avrai fatto un'esperienza.
Il mondo del vino è grandissimo, in costante cambiamento, è praticamente impossibile non trovare il vino che ci piace: la cosa più importante è trovare la propria via, senza permettere ad altri - critici, guide, guru, amici... - di stabilire che cosa ci deve piacere. I consigli sono sempre bene accetti, ma la scelta finale deve rimanere personale. L'avventura è nostra, non lasciamo che siano altri a viverla per noi.
L'occupazione agricola in Veneto: dati 2014
Veneto Agricoltura ha elaborato di recente alcuni dati ISTAT a proposito dello stato dell'occupazione in agricoltura nel Veneto.
I dati, di per se', non sono nè buoni nè cattivi: sono significativi di una tendenza che si registra da anni. Il dato più appariscente è il calo degli imprenditori agricoli indipendenti: " dopo la consistente ripresa degli addetti registrata nel periodo 2009/12 - dice il comunicato ufficiale - , nel biennio 2013/14 i dati sugli occupati agricoli veneti registrano un calo del 16% rispetto al 2012 e del 27% nell’ultimo decennio.
I 5 Sensi del vino...sul tablet e lo smartphone
Si dice spesso che la comunicazione del vino ha ormai il fiato corto, che bisogna trovare nuove modalità e nuovi linguaggi per svecchiarla, per adeguarla ai nuovi interessi e ai nuovi pubblici. Soprattutto ai nuovi mezzi (digitali), perchè riproporre sul web la solita formula del magazine cartaceo è tempo (ed energie) sprecato. Non funziona, semplicemente.
Mentre tanti in questo si affannano, in pochi fanno (sul serio). Una delle più insolite e, a mio avviso, azzeccate novità che finora mi sono capitate sotto gli occhi arriva dalla Spagna e si chiama "5 Senses Vino" . Non è un' app, anche se va scaricata come tale (qui per il mondo Android, qui per quello iOS), non è un web magazine, non è un game. Ma è un po' tutte queste cose insieme: un'esperienza multimediale, un modo nuovo - originale, divertente - di raccontare il vino.
Il 6° "senso" del vino
Nei giorni scorsi è stato ufficialmente presentato un bel libro, ben fatto e ben scritto: "I segreti del territorio, dei vigneti e del vino Amarone della Cantina Valpantena", di Diego Tomasi e Fabrizio Battista. A dispetto del titolo - probabilmente la cosa meno riuscita dell'intero lavoro -, non si tratta di una delle solite pubblicazioni autocelebrativa ammantate da una patina di scientificità. E' il risultato di uno studio iniziato nel 2009 e interamente finanziato dalla Cantina Valpantena, storica realtà cooperativa di questa sottozona della DOC (è stata fondata nel 1890), allo scopo di conoscere meglio, con gli strumenti della scienza contemporanea, il territorio che gestiscono per mano dei loro soci. Corposa perciò la parte geologico-agronomico-pedologica, alla quale sono dedicati due terzi del volume con approfondimenti sui vitigni e il loro comportamento nelle diverse situazioni ambientali e colturali, i diversi terroir della Valpantena (alla quale andrebbe dedicata molta più attenzione comunicativa di quanto non si faccia oggi), carte aromatiche delle diverse uve,ecc. Un lavoro di zonazione scrupoloso portato avanti da enti di ricerca come il CRA-VIT di Conegliano, Centro di Ricerca per la Viticoltura, e il Centro di Sperimentazione in Vitivinicoltura di Verona, che alla fine ha prodotto una fotografia precisa e dettagliata di quello che è oggi la Valpantena vitivinicola.
Vinitaly da ripensare
Si è parlato tanto di Vinitaly anche quest’anno. "Com’è andato?" è stata la domanda più frequente che mi sono sentita rivolgere da tutti, professionisti del vino e non. Difficile rispondere. Per la qualità degli incontri che ho fatto e dei vini che ho assaggiato, Vinitaly non è stato tempo perso per me; ma i risultati positivi che ho ottenuto erano in gran parte previsti perché preparati e pianificati da tempo, com’è buona regola ad ogni fiera. Premesso questo, spiace constatare anche quest’anno che il livello di problemi lamentati da anni non è affatto diminuito, anzi, e che da più parti si levano proteste (per non dire autentiche arrabbiature). In una fiera colossale com’è diventata Vinitaly, è statisticamente impossibile far contenti tutti, ci sarà sempre qualcuno scontento per qualcosa; ma quando i disservizi riguardano la sicurezza, la legalità e il decoro, è chiaro che bisognerebbe prendere provvedimenti; rigorosi, forse anche dolorosi per qualcuno, ma autentici.