Si è parlato tanto di Vinitaly anche quest’anno. "Com’è andato?" è stata la domanda più frequente che mi sono sentita rivolgere da tutti, professionisti del vino e non. Difficile rispondere. Per la qualità degli incontri che ho fatto e dei vini che ho assaggiato, Vinitaly non è stato tempo perso per me; ma i risultati positivi che ho ottenuto erano in gran parte previsti perché preparati e pianificati da tempo, com’è buona regola ad ogni fiera. Premesso questo, spiace constatare anche quest’anno che il livello di problemi lamentati da anni non è affatto diminuito, anzi, e che da più parti si levano proteste (per non dire autentiche arrabbiature). In una fiera colossale com’è diventata Vinitaly, è statisticamente impossibile far contenti tutti, ci sarà sempre qualcuno scontento per qualcosa; ma quando i disservizi riguardano la sicurezza, la legalità e il decoro, è chiaro che bisognerebbe prendere provvedimenti; rigorosi, forse anche dolorosi per qualcuno, ma autentici.
Fisar
Enologi, sommeliers e i concorsi enologici
La notizia non è di quelle che spettinano il mondo del vino, né sul fronte della produzione, nè su quello dei consumi (e infatti in giro non se ne parla): anzi, a ben vedere, è un po' patetica, ma tant'è.
Il fatto, riportato nell'editoriale dell'ultimo numero del mensile l'Enologo, voce ufficiale dell'Assoenologi, a firma del presidente nazionale Giancarlo Prevarin, si riassume in questo: l'AIS, per mano della senatrice Laura Bianconi (Pdl), ha di recente presentato un emendamento al Ddl (ovvero: disegno di legge) sulla semplificazione con lo scopo di far monopolizzare dalla stessa AIS la gestione di tutti i concorsi enologici italiani: "Art.41 bis...all'art.21 del DL 8apile 20120 n.61..., il comma 3 è sostituito dal seguente: spetta all'Associazione Italiana Sommeliers la nomina, secondo criteri stabiliti nel medesimo decreto, delle Commissioni di degustazione, composte da sommeliers, e l'organizzazione dei concorsi enologici".
Slovenia: vini di terre rosse, di bora, di ponca
Dapprima furono gli Illiri e i Celti, poi arrivarono i Romani. Sempre vite fu. E oggi si gode le luci di una finalmente trovata ribalta internazionale.
Parliamo della Slovenia, area vitivinicola che solo in tempi recenti comincia a proporsi al pubblico degli appassionati con una certa frequenza di degustazioni,e ciò a dispetto di una tradizione di produzione antica . L'ultima, in ordine di tempo, è stata quella organizzata qualche giorno fa a Venezia dalla Fisar e fortemente voluta dai produttori stessi. Un tasting dietro il quale, è stato sottolineato, non c'era nessuna spinta politico-istituzionale, né promotrice né finanziatrice.
La Slovenia dei vini è un territorio piccolo ma ricco di vitigni anche locali, perchè da Capodistria (in lingua veneta: Koper in sloveno) in poi il clima comincia a risentire di un certo influsso mediterraneo. Superfluo dire che le uve di questa parte sono quasi imparentate con quelle dei vicini: anzi, spesso son le stesse.
Al Grand Canal è gradito l'abito bianco...
...il che è anche comprensibile, dato che l'evento si terrà (soprattutto) in ore diurne.
Ok, regole del bon ton a parte, "Gradito l'abito bianco" non è una sfilata di moda primavera-estate 2011, ma un evento che la Fisar di Venezia, in collaborazione con Vinoè Comunicazione, mette in scena domenica 13 marzo, dalle 11 alle 19, presso Hotel Monaco & Grand Canal in Calle Vallaresso, dalle parti di piazza S.Marco. Protagonisti della giornata saranno i vini bianchi che 65 produttori friulani e giuliani metteranno in degustazione.