Succede anche questo

L'acquisto del vino si fa social: è nato Vinix Grassroot Market

 In questi giorni difficili per le tasche di tutti, il discorso della disintermediazione è della massima attualità. Noi ne parliamo da anni, e da altrettanto tempo la vagheggiano i produttori. O per lo meno, così dicono. Vendita diretta. Che belle parole! Tu vieni in cantina, e io ti vendo il vino: tu risparmi, io guadagno. E siamo felici entrambi. Senonchè, proprio a parlare di vendita diretta (no agenti, intermediari, retailers, ecc.ecc.) sembra che a tanti produttori venga un attacco di tachicardia, che li fa desistere dal progetto a pochi metri dal traguardo.

Non starò a elencare i perchè e i percome, le scuse e le giustificazioni, le paranoie e le ossessioni di chi fa il vino perchè le conosciamo tutti (e personalmente mi hanno stufato). Finchè la paura di una ritorsione (o di un mancato guadagno) probabile avrà la meglio sulla prospettiva di un guadagno certo, inutile star lì a discutere. A molti piace piangersi addosso, piuttosto che rischiare qualcosa. Molti altri, obiettivamente, non possono permettersi di correre nemmeno questo rischio.

In attesa che sul fronte della produzione qualcosa succeda - un cambio di cultura, di mentalità, uno scatto d'orgoglio... -, i consumatori si organizzano.

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Cosa potrebbe accadere nel 2013 per il vino italiano?

Cosa ci aspetta nell'anno appena iniziato? lo scopriremo solo vivendo, per dirla citando un grande della musica leggera italiana. Ma il mondo agricolo, e quello del vino in particolare, così delicato e complesso, ha il dovere/diritto di chiederselo seriamente. Quelle che seguono, sono le riflessioni di uno dei produttori più autorevoli: Angelo Gaja (il grassetto è mio, ndr).

"C’è penuria di vino nelle cantine italiane dopo anni di bassa produzione d’uva a causa del ripetersi di condizioni climatiche sfavorevoli, per eccesso di calore e di siccità nei mesi estivi.

COSA POTREBBE ACCADERE NEL 2013 PER IL VINO ITALIANO?

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2013: i trends del mondo del vino (bevuto)

E' un passatempo a cui indulgiamo volentieri in molti, quello di giocare a fare gli indovini sui trend dell'anno appena iniziato... salvo poi, 12 mesi dopo, dimenticarci di controllare se le nostre - o le altrui - previsioni erano fondate.

Comunque sia, eccoci qui, anno nuovo, tendenze nuove. Queste che seguono sono state riportate su alcuni autorevoli siti e /o wine writer internazionali.

A giudicare da autorevoli report, nel mondo del vino (all'estero) sembrano profilarsi queste macrotendenze:

1) un ritorno di fiamma per i vini dolci, 2) il consolidarsi della nicchia delle birre artigianali: nelle carte vini di molti ristoranti acquisteranno sempre più spazio. Proprio la birra, del resto, sembra conquistare sempre più l'attenzione sia dei nuovi consumatori, sia della critica. 3) la richiesta di vini meno alcolici 4) continua l'exploit dei vini sparkling 5) si rafforza il segmento dei nat-wines.

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"Liberate i vigneti". O no?

Esiste in America un movimento che si chiama Free the grapes : il suo obiettivo dichiarato è quello di garantire al consumatore finale la scelta dei vini migliori, grazie alla libera circolazione degli stessi, finalmente privi dei molti vincoli, fardelli e balzelli che i diversi Stati si sono inventati nel tempo (compreso il famoso three tier system, di cui il wine blogger Tom Wark fa un'interessante disamina qui).

In Europa siamo andati oltre: free the vineyards!

Questo della liberalizzazione dei diritti d'impianto  (prevista il 31 dicembre 2015) è una problematica molto sentita a livello produttivo (e quindi politico), e le posizioni all'interno dell'UE non sono nè univoche nè serene, perchè in gioco c'è il futuro dell'Europa viticola.

Questo, almeno, era il titolo del convegno tenutosi a Bruxelles qualche giorno fa, e al quale è intervenuto tra gli altri come relatore anche il prof. Davide Gaeta, docente di politica vitivinicola all'Università di Verona, oltre a Pasquale De Meo (direttore generale di Federdoc), Josè Ramon Fernandez (Segr. generale del CEEV, l’organizzazione europea dell’industria del vino) e Daniela Zandonà di EFOW, che riunisce le organizzazioni consortili d’Europa.

Quelle che seguono, sono alcune delle riflessioni del prof. Gaeta*, così come ce le ha trasmesse.

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Centro di S.Floriano: il suo futuro secondo l'assessore Frigotto

Agricoltura blu.

E' il nuovo diktat del settore primario: la sostenibilità. In tutti i sensi (e a qualunque costo, o quasi). Sostenibilità ambientale, ma anche economica. E quando le due cose non coincidono? Calma. Un problema alla volta. Prima c'è quello del futuro del centro di sperimentazione di S.Floriano, ancora piuttosto nebuloso.

Ne abbiamo parlato con Luigi Frigotto, assessore all'agricoltura della Provincia Verona, poco prima di una conferenza stampa; quella che segue è la sua risposta.

Che sorte avrà il Centro di sperimentazione di S.Floriano?

"Il Centro resta vivo. Ma con l’ultimo decreto Salva Italia, le Province non sono più enti generalisti, hanno dei ruoli ben precisi e tra questi non compaiono la ricerca e sperimentazione in agricoltura.

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EWBC #5: la festa della conoscenza condivisa (e dei nuovi comunicatori)

 E' quasi impossibile rendere l'idea di cos'è l'European Wine Blogger Conference a chi non c'è mai stato. E' come pretendere di spiegare il multiforme, variegato, liquido mondo della comunicazione sul web a chi sa a malapena come si accende un computer. I social media sono un mondo attivo, complesso, articolato, imparare a viverci richiede tempo, volontà, impegno. E in 5 anni di EWBC gli italiani non hanno mai brillato per la loro presenza - nemmeno lo scorso anno, quando la conference si tenne in Franciacorta. Quest'anno, a Izmir c'erano più di 280 delegati da 40 paesi, ma gli italiani madrelingua erano appena 7, dunque inutile insistere. 

Per i pochissimi che però ambirebbero a saperne di più, posso dire che l'esperienza è stata ancora più intensa che in passato. L'organizzazione turco-anglo-americana (Vrazon più WOT, Wines of Turkey, l'associazione di produttori che ha sponsorizzato l'evento) ha funzionato come un orologio svizzero.

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EWBC #5, Izmir: 3 motivi per partecipare

 Il primo anno (2008) fu a Logrono, in Spagna. Il secondo a Lisbona, in Portogallo. Il terzo a Vienna, in Austria, e il quarto a Brescia, in Italia. Quest'anno allarghiamo il giro: Izmir, Turchia. Non proprio Europa, ma insomma. Eravamo una cinquantina il primo anno, oggi siamo 250, un numero volutamente contenuto (spesso a fatica) per assicurare sempre la migliore qualità dell'organizzazione dell'evento. 

Parliamo dell'European Wine Blogger Conference, o per meglio dire della Digital Wine Communication Conference (il nome originario è rimasto per semplicità e affezione), il più importante congresso internazionale dedicato ai nuovi comunicatori del vino, e che tocca ogni anno una diversa nazione europea (o quasi).

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Il CeViVe sul Centro di sperimentazione di S.Floriano

Mentre si attende di sapere quale sarà la sorte del Centro di sperimentazione in vitivinicoltura di S.Floriano, registriamo con piacere sulla vicenda un commento autorevole: quello di Arturo Stocchetti.

Rinomato produttore di Soave - la sua azienda ha sede nello storico palazzo dei conti Sambonifacio, in centro paese -, fermo sostenitore di una enologia che non rinnega la tradizione pur sapendo avvalersi della scienza e della tecnologie moderne, Arturo Stocchetti è al suo terzo mandato di presidente del Consorzio del Soave, ma è anche a capo del Consorzio Vini Veneti.

Ed è soprattutto in questa veste che così commenta la vicenda che vede protagonista il Centro di S.Floriano in questi giorni:

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Perfect Wine, ovvero dell'enologia di precisione e di eccellenza

A questo punto siamo tutti curiosi: cosa succederà al Centro di Sperimentazione in Vitivinicoltura di S.Floriano? Voci di corridoio parlano di una imminente presentazione di qualcosa di nuovo e d'importante, secondo una formula che vedrà coinvolti attori pubblici e privati al tempo stesso (e soprattutto l'Università di Verona) e che dovrebbe ispirarsi nella struttura ad altre realtà già presenti (e funzionanti) nel mondo. Anche il mondo produttivo sarà presente, con una rappresentanza all'interno del comitato di gestione, ma sui particolari di questa cosa, sulla sua articolazione e sulla sua mission (come usa dire oggi), sarà opportuno aspettare qualche annuncio ufficiale.

Nel frattempo, per la categoria "dalle parole ai fatti", ecco una buona notizia. Circa un mese fa, il cda dell'Università di Verona ha dato il semaforo verde alla costituzione di un progetto imprenditoriale elaborato dal  prof.Roberto Ferrarini (già enologo dell'anno 2009 per il Gambero Rosso): lo spin off Perfect Wine s.r.l.", una società formata da un team di professionisti in grado di offrire servizi di enologia d'eccellenza dal campo alla bottiglia.

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Salviamo il Centro per la sperimentazione in vitivinicoltura di S.Floriano

Ha resistito alla scarsità di spazi, di organizzazione, di risorse umane, di collaborazione, di tecnologia e attrezzature.

Ha resistito all'indifferenza delle amministrazioni, al silenzio freddo del mondo della produzione, alla dittatura ottusa della burocrazia.

Ha resistito, il Centro di sperimentazione in vitivinicoltura di S.Floriano Valpolicella (VR). Dall'anno della sua fondazione (1977) con le forze e i mezzi che aveva, ha portato avanti centinaia di ricerche e sperimentazioni in vitivinicoltura, occupandosi con particolare impegno soprattutto (ma non solo) di catalogazione e conservazione della biodiversità dei vitigni autoctoni veronesi. 

E oggi che più di ieri questi vitigni sono al centro dell'interesse di tutti, oggi che dovremmo/vorremmo saperne di più e meglio, oggi il centro sta per chiudere, vittima illustre di quella scure centrale che non riesce più a distinguere tra investimento e spesa superflua.

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