Viaggi & Assaggi

Cantine Aperte 2011: i consigli di VinoPigro

Che si fa domenica 29 maggio 2011? Come da regola, si va per cantine. Armati, per l'occasione, delle opportune istruzioni per l'uso, si può pensare di avventurarsi alla scoperta di luoghi, persone e soprattutto vini che non si conoscono.

Per chi, come chi scrive, andar per cantine non è solo un piacere ma soprattutto un lavoro (quotidiano), quando si tratta di consigliare dove andare e perchè, cominciano i problemi, tali e tanti sono i nomi di aziende che valgono la pena di un viaggio o di una visita.

In giro per la rete troverete senz'altro un sacco di suggerimenti: tuttavia, avendo scritto un e-book ad hoc per l'enoturista, nel quale abbiamo volutamente omesso di fare nomi di aziende o di consigliare itinerari, in questo post diamo qualche spunto (peraltro limitato solo a poche Regioni), con annesse motivazioni. Tutte le aziende presenti sono state visitate e assaggiate di persona: alcune di loro tuttavia non compaiono tra le cantine citate negli elenchi diffusi dal Movimento Turismo, perciò il consiglio è di telefonare, prima di mettersi in viaggio. 

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La Sicilia (dei vini) che verrà

Non c'è mai molto tempo per assaggi e degustazioni, al Vinitaly: il poco che si riesce a trovare è letteralmente strappato al lavoro. Ma poichè anche l'aggiornamento professionale è lavoro, ecco che anche quest'anno si è riusciti a fare un paio di esperienze degne di nota.

Una di queste ha riguardato la Sicilia: organizzato dal giornale di enogastronomia Cronache di Gusto in collaborazione con l'Istituto della Vite e del Vino, il grande tasting "Il vino che berremo. La Sicilia del futuro" ha visto versare nei bicchieri i vini di 12 diversi produttori, rappresentativi di altrettanti territori e fatti con vitigni per lo più locali tutti da (ri)scoprire: dal catarratto al grillo, dal corinto al nocera, dal perricone al grecanico o all'inzolia, passando da grandi "classici" come il nero d'Avola o lo syrah. Grandi e già affermati - o piccoli e semisconosciuti - che fossero, i produttori che si sono avvicendati a spiegare i loro vini hanno fatto a gara a chi dimostrava più determinazione nel suo progetto, attaccamento alla terra e fierezza della stessa. Una bella prova d'orgoglio, che in alcuni casi ha convinto più dei vini stessi.

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Colfòndo

A me il Prosecco non piace.

Non mi è mai piaciuto, e per quanti sforzi faccia - giuro che m’impegno -  non riesco a farmelo piacere.
Riesco ad accettare alcune etichette (questa e questa per esempio), ma il resto, vi prego, datelo a chi lo apprezza (alcune decine di milioni di persone, più o meno).


Ciò premesso, sono andata a una degustazione di un vino - anzi, di 6 campioni - che col Prosecco normalmente inteso condivide qualcosa.

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Verticale Amarone della Valpolicella Classico Speri

Se chiedete a qualunque produttore "storico " della Valpolicella qual'è il vino-simbolo di questa zona, quello che davvero la rappresenta e nel quale meglio si identifica, vi risponderà senza esitazioni che è il Recioto.

Intanto però, le verticali che vengono organizzate in giro per il mondo sono sempre e solo di Amarone, "figlio" onnivoro, che da errore enologico qual'era, in breve tempo si è trasformato nell'asso pigliatutto. E del povero Recioto oggi nessuno parla più.

Ingiustizia dei tempi (una delle tante)! Comunque sia, ecco qualche nota a proposito di una bella serata amaronista organizzata nella cantina storica degli Speri dall'Ais veronese, star della serata e padrone di casa Giampaolo Speri (nella foto  insieme a Bruno Zilio, delegato Ais di Verona).

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Amarone in Villa (de Winckels)

Villa de Winckels è un elegante ristorante-enoteca con locanda che la famiglia Merzari, autrice del restauro della storica villa, gestisce in quel di Marcemigo (Tregnago, VR).

Qui già lo scorso anno si svolse un eno-evento, piccolo nei numeri ma grande nei contenuti: Amarone in Villa. Una libera degustazione (a pagamento) di alcune selezionate aziende produttrici, con un occhio di riguardo a quelle delle Val d'Illasi e dell'Est veronese in generale, la cosiddetta Valpolicella Doc.

Un appuntamento che si è ripetuto anche quest'anno, e che ha visto co-interpreti della serata alcune delle eccellenze gastronomiche della Lessinia e della provincia veronese in genere (qui l'elenco), oltre alla cucina del ristorante stesso.

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A Merano IWF 2010, il lunedì

 Andare a Merano IWF il lunedì - un lunedì piovoso, uggioso e noioso - significa mancare buona parte della festa (di popolo, di stampa, di eventi, eccetera) perché tutto si è già tenuto nei giorni precedenti, soprattutto il sabato, giorno di massima calca.

Significa aggirarsi tra i banchi con calma e senza fretta - e pazienza per l'atmosfera smobilitante che si avverte già a partire dalle 12.

Significa riuscire a scambiare due parole con l'amico (produttore, sommelier, giornalista...) che non vedi da tempo, senza essere continuamente interrotti.
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EWBC Wien, note tecniche

Ewbc #3: 4 giorni di fuoco sotto il cielo benevolo di Vienna. Un giudizio sintetico? E' stata un'esperienza interessantissima, coinvolgente, faticosa, impegnativa, divertente, entusiasmante. Quattro giorni fittissimi di incontri, amicizie vecchie e nuove, scambi, confronti, nuove conoscenze. E vini, tanti vini. Mai bevuti tanti Gruner Veltliner, Saint Laurent e Zweigelt come in questa occasione. Impossibile riassumere in poche righe la conference: basti dire che in tutto si sono tenute una ventina di sessioni di lavoro, tra keynote principali e work shop, e che i temi trattati spaziavano dall'uso delle piattaforme di social media monitoring alle prospettive dell'editoria digitale. Per non parlare delle full immersion nella produzione vinicola di Austria e Cile.

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Pinot grigio, il vino in jeans

 Ci sono vini che ti trasmettono allegria, come certi rosati, molti Chiaretti, certi buoni Marzemino, Schiave,  Bardolino e Valpolicella, perfino i Novello (quando sono autentici); perchè sono vini friendly, disimpegnati, sorridenti (sì, insomma, avete capito: vinini).
Poi ci sono vini che invece ti mettono soggezione, come i Barolo, i Brunello di Montalcino, gli Amarone della Valpolicella...

Ai primi ti rivolgi con il tu, ai secondi dai del lei - quando non, addirittura, del voi.
E poi c’è il Pinot grigio. Un vino in jeans.

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Degustare in cantina: weinhof Kobler

Sono molte le aziende del vino che negli ultimi anni, complice una specie di età dell'oro che difficilmente si ripeterà, hanno pensato di rifarsi il look. I più modaioli (e danarosi) si sono rivolti ad architetti di grido, con il risultato di guadagnare la ribalta più per il contenitore (la cantina, appunto) che per il contenuto (i vini che nella medesima vengono prodotti).

Altri, più pragmatici, senza rinunciare all'estetica, si sono preoccupati innanzitutto della funzionalità.

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Wine Town (+ Wine Camp) Florence: the best experience

       Una cena fiorentina che più tipica non si può, gentilmente offerta da Andrea Gori, anima e regista della serata:

Crostini toscani e assaggio di salumi toscani;
Ribollita toscana (senza cavolo nero: non fa ancora abbastanza freddo);
Minestra di farro e fagioli;
Prosciutto arrosto porchettato e Rosticciana al forno;
Bistecca alla fiorentina;
Schiacciata con l'uva, crostata di fichi e mandorle, biscotti di Prato del Mattei.

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