Il conto alla rovescia è ormai scattato, questione di pochi giorni ancora e si inaugurerà la 56 edizione di Vinitaly. Dopo tutti questi anni (di fiera e di relativi articoli e trattati sul tema) ci auguriamo che le aziende partecipanti abbiano fatto i compiti a casa, e si siano preparati un ricco carnet di appuntamenti e incontri b2b.
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La Sicilia (dei vini) che verrà
Non c'è mai molto tempo per assaggi e degustazioni, al Vinitaly: il poco che si riesce a trovare è letteralmente strappato al lavoro. Ma poichè anche l'aggiornamento professionale è lavoro, ecco che anche quest'anno si è riusciti a fare un paio di esperienze degne di nota.
Una di queste ha riguardato la Sicilia: organizzato dal giornale di enogastronomia Cronache di Gusto in collaborazione con l'Istituto della Vite e del Vino, il grande tasting "Il vino che berremo. La Sicilia del futuro" ha visto versare nei bicchieri i vini di 12 diversi produttori, rappresentativi di altrettanti territori e fatti con vitigni per lo più locali tutti da (ri)scoprire: dal catarratto al grillo, dal corinto al nocera, dal perricone al grecanico o all'inzolia, passando da grandi "classici" come il nero d'Avola o lo syrah. Grandi e già affermati - o piccoli e semisconosciuti - che fossero, i produttori che si sono avvicendati a spiegare i loro vini hanno fatto a gara a chi dimostrava più determinazione nel suo progetto, attaccamento alla terra e fierezza della stessa. Una bella prova d'orgoglio, che in alcuni casi ha convinto più dei vini stessi.