Ci sono vini che ti trasmettono allegria, come certi rosati, molti Chiaretti, certi buoni Marzemino, Schiave, Bardolino e Valpolicella, perfino i Novello (quando sono autentici); perchè sono vini friendly, disimpegnati, sorridenti (sì, insomma, avete capito: vinini).
Poi ci sono vini che invece ti mettono soggezione, come i Barolo, i Brunello di Montalcino, gli Amarone della Valpolicella...
Ai primi ti rivolgi con il tu, ai secondi dai del lei - quando non, addirittura, del voi.
E poi c’è il Pinot grigio. Un vino in jeans.
Un vino che si confonde facilmente nella folla e proprio per questo sta bene un po’ ovunque. Certo, non è il solo a “indossare i jeans”, ma per qualche motivo glieli vedo addosso più che ad altri. I jeans sono un capo d’abbigliamento pratico, “storico”, versatile: possono essere sformati, trasandati, bucati e tutt’altro che esteticamente attraenti, ma anche bellissimi, (persino) ricamati, fashion.
Possono essere fatti in serie e venduti per pochi euro sui banchi del mercato, oppure griffati, da boutique, del costo di centinaia di euro.
Puoi indossarli per lavorare in giardino, imbiancare la casa o trasportare mobili, oppure con giacca e cravatta, maglioni di cachemire e camice di seta per occasioni formali, eleganti, impegnative.
Così il Pinot grigio: ce n’è di semplici, un po’ anonimi, che stanno bene su quasi tutti i piatti di qualsivoglia cucina, non emozionano, ma nemmeno scontentano. Molti non li ricordi nemmeno, ma sai di averli bevuti.
E ce n’è di più complessi, strutturati, profumati, quasi impegnativi (ma non troppo): su questi puoi anche soffermarti a discutere, a confrontarli con altri vini, ad analizzarli (“avverto una foglia di salvia fresca in mezzo alla frutta tropicale, alla pesca e ai fiori bianchi di campo”).
Mi è capitato di recente di imbattermi in questi vini in jeans, entrambi prodotti dalla stessa azienda, Santa Margherita. Il primo Pinot Grigio bevuto indossava un paio di jeans di buona fattura, ma di tipo industriale: alla portata di tutte le tasche o quasi. Il colore giallo paglierino non troppo intenso ma brillante, profumi netti di frutta bianca, il gusto coerente, con una chiusura pulita e sapida.
E’ il Pinot Grigio Valdadige Doc.
Il secondo, un Pinot grigio in jeans eleganti, dove il taglio artigianale del progetto è svelato dalla cura per i particolari: il colore è ancora paglierino, ma di un giallo più intenso, i profumi sono ancora di frutta bianca, ma anche di agrumi, e in bocca rivela una bella acidità che si prolunga fino al finale di mandorla amara.
E’ il Pinot grigio “Impronta del Fondatore” Alto Adige Doc.
Due modi d’essere Pinot grigio. Due stili di jeans.