Sono molte le aziende del vino che negli ultimi anni, complice una specie di età dell'oro che difficilmente si ripeterà, hanno pensato di rifarsi il look. I più modaioli (e danarosi) si sono rivolti ad architetti di grido, con il risultato di guadagnare la ribalta più per il contenitore (la cantina, appunto) che per il contenuto (i vini che nella medesima vengono prodotti).
Altri, più pragmatici, senza rinunciare all'estetica, si sono preoccupati innanzitutto della funzionalità.
Grazie al mio lavoro, ho la fortuna di essere spesso in giro, a visitare aziende. Uno spazio che non dovrebbe mai mancare, sia che si intenda sviluppare la propria vocazione all'enoturismo, sia che si decida di restare chiusi al pubblico per la maggior parte dell'anno, è quello della degustazione.
D'accordo, il proprietario e il suo consulente enologo (quando c'è) sono dei professionisti, ai quali per capire un vino basta restare in piedi tra le botti, magari con il conforto di una candela come fonte di luce (il vino che matura nei legni non ama i fari). Anche gli amici del proprietario in genere sono gente così (cioè produttori di vino a loro volta, enologi e/o cantinieri). Ma non tutti gli enoappassionati - persino molti giornalisti - sono così rotti al mestiere...
Ecco allora che poter disporre di un angolo degustazione per far assaggiare i vini di un'azienda diventa cosa opportuna e gradita. I produttori più sensibili/accorti solitamente fanno accomodare in una vera e propria stanza a parte (sala, saletta, salone a seconda delle dimensioni dell'azienda stessa), più o meno arredata, più o meno accogliente. Altri, pur disponendo di uno spazio ad hoc, in certe occasioni preferiscono puntare sull'aspetto emozionale, allestendo tavoli tra le le botti, in mezzo ai filari dei vigneti, nei locali dell'appassimento delle uve (quando sono state pigiate), su terrazze panoramiche.
Si tratta quasi sempre di esperienze di grande interesse, ma che nascondono una piccola insidia: sono impossibili da ricreare a casa. Così l'assaggio di vini in particolari circostanze rischia di penalizzare il vino stesso: era così buono perchè è buono davvero, o perchè tutto l'ambiente ha contribuito a farmelo credere?
Lasciamo in sospeso l'interrogativo e veniamo all'oggetto della foto: la nuova sala di degustazione dell'azienda dell'amico produttore altoatesino Armin Kobler.
A molti un locale così bianco potrà trasmettere un'impressione di freddezza (facilmente mitigata dal rilassante panorama dei vigneti su cui la stanza è affacciata); la sottoscritta, che solitamente in fatto di case/arredamenti è una feroce tradizionalista che metterebbe legno, pietra naturale, ceramica e ferro battuto ovunque (il cosiddetto stile moderno mi fa rabbrividire) ne è invece rimasta subito conquistata.
Che bella. Una sala di degustazione in puro stile zen. Pulita, essenziale. Ma soprattutto funzionale: la posizione delle luci e la loro intensità è stata accuratamente studiata, mentre il proiettore (bianco anch'esso, così non si nota) lascia intendere che in quella sala la multimedialità è un fatto. C'è perfino il wifi (chiuso, ma chiedendo con gentilezza, magari...).
I trascorsi di Armin come ricercatore presso il Centro per la sperimentazione agraria e forestale di Laimburg, ovviamente, non sono estranei a questo tipo di scelte, sia architettoniche - nella foto la sala è aperta, ma normalmente è protetta da una vetrata che scompare...nel pavimento - sia d'impostazione; uno spazio così è ideale per organizzare degustazioni tecniche.
Ma basta far posto a qualche piatto di salumi o formaggi che subito l'atmosfera cambia, e all'interesse per i prodotti si aggiungono il piacere della convivialità e dei vini, mentre la parete di fondo si anima di qualche filmato ad hoc...
Avete presente certe degustazioni guidate, con il guru/sommelier di turno che magnifica il contenuto di un bicchiere?
Ecco, qui è tutta un'altra cosa. Provare per credere.