L’Amarone della Valpolicella sta - in parte - cambiando pelle. Lo fa per l’affacciarsi sulla scena di nuove piccole aziende, rette principalmente da giovani che vogliono smarcarsi dall’andazzo attuale - e per farlo, anzichè guardare al presente, s’ispirano al passato remoto. Lo fa grazie anche all’arrivo (in cantine storiche) di enologi con trascorsi professionali importanti in aziende non veronesi (e quindi liberi dai condizionamenti di stile valpolicellesi degli ultimi 10 anni). Lo fa perchè tanti produttori si stanno rendendo conto che il consumatore sta cambiando gusto. E lo fa per uno scatto d’orgoglio, avvertendo la necessità di prendere le distanze dai molti e sempre più diffusi vini furbetti, giocati solo su note di sovramaturazione, quando non addirittura appassiti e basta. Tutto ciò e altro ancora stanno aiutando a metter la mano sul timone del transatlantico Amarone della Valpolicella per imprimergli un deciso cambio di rotta stilistica, che in primo luogo rifugge da ammiccanti residui zuccherini. Gli appassionati dei vinoni Parker-style, concentrati, alcolici, oaky , marmellatosi, internazionali, stiano comunque tranquilli: continueranno a trovarli sul mercato. Uno stile di vino è innanzitutto una scelta del produttore, e non tutti la pensano allo stesso modo. Personalmente, non posso che plaudire a questo new style (che tanto nuovo non è, in realtà). Non solo perchè ci mette a disposizione bottiglie importanti ma più bevibili - e quindi più facili da portare a tavola, stappare e finire - ma anche perchè mi sembrano più rispondenti al DNA dei vini della Valpolicella: non centometristi o campioni di body building, ma maratoneti. Non a caso sono molti i Valpolicella freschi che sono ottimi subito, ma addirittura sorprendenti un anno o due dopo la vendemmia. Passati i facili entusiasmi delle novità - uh, il Ripasso, uh, l’Amarone pronto subito - dovremmo un po’ tutti smettere di pretendere di mangiare la mela quando ha appena iniziato a maturare, o la torta prima che abbia finito di cuocere. Il vino è (anche) una faccenda di tempo.
Detto questo, riporto alcune note su alcuni assaggi fatti alla scorsa Anteprima Amarone 2015: gli altri li ho seminati qui, e ringrazio gli amici di Intravino per l’ospitalità. Anche qui ci sono vini già in commercio (ma non siete obbligati a stapparli e berli subito), altri che lo saranno (teneteli d’occhio), perciò armiamoci di pazienza e, a volte, di immaginazione: un vino cambia molto già ad assaggiarlo dopo l’estate, figuratevi cosa sarà tra un anno o due.
Vigna ‘800, Amarone della Valpolicella Classico DOCG “Virgo Moron” 2015. Campione di botte. In vendita dal 2020. Moron è un noto cru di Negrar, e da qui arriva il trio di uve (Corvina, Corvinone, Rondinella) arricchite da un po’ di Molinara che gli da’ giusto un pizzico di sale in più. Al naso rivela note di tabacco, prugna, frutta rossa cotta e cuoio invecchiato, in bocca è coerente e piacevole. Un Amarone da caminetto, quello dove si son messe a grigliare le bistecche.
Zymè, Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2015. Campione da botte. In vendita dal 2021. Dal bicchiere spunta un mazzetto di viole, un cesto di fiori secchi e qualche fruttino rosso e viola. Pulito e lungo al gusto, per il resto è ancora in divenire, perciò lasciamolo lavorare.
Cantina Valpolicella di Negrar, Amarone della Valpolicella Classico DOCG “Domini Veneti” 2015. In commercio. da una scelta di uve provenienti da tutta l’area Classica, un vino ben confezionato, con frutta rossa fresca al naso e in bocca, qualche pizzico di spezie dolci e grande equlibrio. Piacevole e facile da abbinare.
Selùn, Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2015. Campione di botte. In commercio dal 2020. Da un’azienda nuova nuova e piccina picciò, un bell’ Amarone che sa di fiori e ciliegie sotto spirito, con una sfumatura di grafite al naso e al gusto. Da tener d’occhio e prenotare in anticipo, perchè di bottiglie ce ne sono meno di 4000.
Roccolo Grassi, Amarone della Valpolicella DOCG 2015. Campione di botte. In vendita da ottobre 2019. Profumi floreali scuri si mischiano a quelli di frutta matura, bello al naso ma ancora meglio in bocca: è pieno, rotondo, succoso, lungo, glicerinoso: sembra dolce ma non lo è. Tanta roba, come si dice, e tutta sua.
Per chi ha bigiato l’Anteprima Amarone 2015, per tutti coloro che amano questo vino quand’è bell’ e vestito — e non quando lo disturbano mentre sta ancora dormendo, pretendendo di giudicarlo quando è ancora in pigiama -, ricordo un appuntamento a cui siamo affezionati in moltii: quello con gli Amarone di Villa de Winckels, il 1 marzo 2019 dalle 18 alle 22.
La festa del Grande Rosso continua.