Viaggi & Assaggi

EWBC #5: Grand Terroir Tasting

E' stato uno dei momenti top dell'ultimo EWBC: la grande degustazione di vini dell'Oriente Mediterraneo. Turchia, Georgia, Armenia, Libano illustrate da due mostri sacri della critica enologica internazionale come Tim Atkin MW ("giornalista, presentatore tv, fotografo e giudice del vino con un iPod ben fornito" scrive nella sua autopresentazione in 140 caratteri) e Charles Metcalfe ("giudice, scrittore e sovente cantante del vino. Fondatore dell'IWC, autore della Guida al Portogallo dell'appassionato enogourmet").

Compostamente seduti e attentissimi come disciplinati scolaretti, i circa 300 wineblogger hanno potuto assaggiare vini da vitigni autoctoni e internazionali, che spesso colpivano più per la loro storia che per le loro qualità intrinseche. Vini non sempre immediati, ma che varrebbe la pena assaggiare più spesso. Di seguito alcune note prese al volo.

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Il bello di #terroirvino2012

Il bello di Terroir Vino è che è se stesso. Nel (tanto) bene e nel (poco) male.

Una formula unica nel suo genere:

- per organizzazione: ogni anno migliora qualcosa (e sbaglia qualcos'altro: Menschliches, Allzumenschliches!*)

- per trasversalità: non importa in quale categoria ti riconosca. Anche se sei un semplice curioso che beve un bicchiere alla settimana, a Terroir Vino ti senti a tuo agio;

- per duttilità: quest'anno è andata così, l'anno scorso è andata colà e l'anno prossimo sarà costà: come una stoffa che si cerca di aggiustare su quell'informe corpaccione che è il mondo del vino pro-con**,Terroir Vino non segue uno schema rigido, sempre uguale a se stesso o con poche inavvertibili varianti, ma è capace di introdurre in ogni edizione cambiamenti (più o meno) macroscopici: il luogo, le iniziative di contorno, le novità dell'anno, le persone, l'impostazione... Il tutto al fine di regalare comunque un'esperienza positiva, da un lato e dall'altro del banchetto, con il vino, con le persone, persino con i new media. Per gente cresciuta a effetti speciali e che troverebbe déjà vu anche una degustazione in AR (augmented reality), trovarsi a vivere con il vino una piana, serena normalità ha quasi dello straordinario.

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Il varo della Riserva dei Consoli

Prendi un gruppo di persone varie e assortite tra loro - un noto musicista, giornalisti e wine bloggers, agenti, enotecari, un enologo, i titolari di un'azienda franciacortina - caricali su una motonave centenaria insieme ad una tinozza colma di ghiaccio e due belle magnum di Franciacorta e lasciali a scorazzare per una giornata sulle acque del lago d'Iseo. Tra Sulzano e Peschiera Maraglio. 

E che l'avventura cominci.

E' stato un vero e proprio varo, quello dedicato all'ultimo nato di casa Villa Crespia, avvenuto un lunedì mattina a ridosso della maratona del Vinitaly.  

Il Franciacorta Brut La Riserva Dei Consoli è un metodo classico di chardonnay in purezza vendemmiato nel 2004, fermentato tra acciaio  legno con lieviti selezionati in azienda, affinato ancora tra acciao e legno e poi lasciato tranquillo a rifermentare in bottiglie per 70 mesi.

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Slovenia: vini di terre rosse, di bora, di ponca

 Dapprima furono gli Illiri e i Celti, poi arrivarono i Romani. Sempre vite fu. E oggi si gode le luci di una finalmente trovata ribalta internazionale. 

Parliamo della Slovenia, area vitivinicola che solo in tempi recenti comincia a proporsi al pubblico degli appassionati con una certa frequenza di degustazioni,e ciò a dispetto di una tradizione di produzione antica . L'ultima, in ordine di tempo, è stata quella organizzata qualche giorno fa a Venezia dalla Fisar e fortemente voluta dai produttori stessi. Un tasting dietro il quale, è stato sottolineato, non c'era nessuna spinta politico-istituzionale, né promotrice né finanziatrice. 

La Slovenia dei vini è un territorio piccolo ma ricco di vitigni anche locali, perchè da Capodistria (in lingua veneta: Koper in sloveno) in poi il clima comincia a risentire di un certo influsso mediterraneo. Superfluo dire che le uve di questa parte sono quasi imparentate con quelle dei vicini: anzi, spesso son le stesse. 

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A Venezia. Con l'abito rosso.

Curioso. Quando si parla di paesi insospettabili produttori di vino, ai nostri giorni si pensa subito a quelli orientali - la Cina, tanto per non far nomi. L'India. Al massimo certe nazioni dell'Est Europa. Eppure, ci sono luoghi molto più vicini a noi che il vino lo fanno da un sacco di tempo - a volte maluccio, a volte bene, a volte ottimamente - per la maggior parte nell'indifferenza - o nell'ignoranza - più totali del resto del mondo.

Sì, parlo proprio della cosiddetta ex-Jugoslavia, oggi frammentata in Serbia, Slovenia, Croazia (oltre che Bosnia, Montenegro, Kosovo, Macedonia...). Mai bevuto un vino serbo? Io no, ma conto di farlo al più presto. E uno sloveno?

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La pazienza del tempo di casa Bertani

Non può dire di conoscere l'Amarone della Valpolicella chi non ha mai avuto la fortuna di fare una verticale di Amarone della Valpolicella Classico Bertani. Il che è meno difficile di quel che si può pensare: non solo perchè Bertani è la storia di questo vino, ma soprattutto perchè almeno una volta l'anno apre i cancelli della sua cantina di vinificazione di Grezzana e mette in degustazione fior di bottiglie e di annate.

Così è stato anche per quest'anno: tema conduttore della giornata, il tempo. Un elemento-chiave nell'ontologia dell'Amarone della Valpolicella, normalmente ignorato dall'andazzo produttivo corrente (con gli esiti sensoriali che conosciamo). 

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Metti, a Villa De Winckels, un Amarone della Valpolicella

...ma anche due, tre, quattro... tutti quelli che hanno voluto portare le trenta e passa aziende presenti, della zona Doc e della Classica.

Un evento, questo organizzato da Villa De Winckels, che anche quest'anno ha fatto il tutto esaurito e che si sta rivelando un appuntamento da non perdere per gli appassionati e un'occasione di degustazione importante. 

L'atmosfera informale, l'ottimo e curatissimo buffet, l'organizzazione impeccabile permettono infatti di parlare, assaggiare e muoversi tra i tavoli nelle migliori condizioni, soprattutto se ci si presenta per tempo: nelle prime ore l'afflusso tranquillo permette a tutti d'incontrarsi degustare in relax. 

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I vini di Natale: Terrano e i rossi del Carso

E' la faccia rossa dell'enologia carsolina: cordiale, robusta, genuina. Originale e territoriale.

Parliamo del terrano (e dei suoi fratelli), che anche qust'anno si ripresentano a pubblico e critica in una quasi-3 giorni di assaggi e abbinamenti ai prodotti locali (formaggi, salumi, miele) localizzata nella Galleria del Tergesteo, in piazza della Borsa a Trieste. Si comincia ufficialmente venerdì 16 nel pomeriggio, per chiudere definitivamente domenica 18 dicembre alle 20.

I dettagli della manifestazione, che già l'anno scorso aveva conosciuto un ottimo successo, li da il comunicato ufficiale:

"Nel corso delle tre giornate in cui si svolgerà la manifestazione, i cultori e gli appassionati del Terrano potranno degustare e acquistare i vini proposti dalle più prestigiose e note aziende vinicole del Carso triestino, goriziano e sloveno.

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Old vintages tasting - Trentodoc

Non sono momenti facili, questi, per il Trentino vinicolo. Stanno succedendo cose che fatichiamo a capire - anche perchè nessuno si preoccupa di spiegarcele compiutamente, sine ira et studio.

In attesa che l'orizzonte si chiarisca, tutto procede come da programma: perciò anche quest'anno è stato messo in cartellone "Bollicine su Trento". Tra le iniziative, una delle più interessanti è stata sicuramente la degustazione di vecchie annate di Trentodoc, condotta a due voci dall'amica Delphine Veissier, appassionata esperta di Champagne, ed Enrico Paternoster, enologo dell’Istituto Agrario di San Michele all'Adige.

Di seguito le mie impressioni ao vivo, come si dice (in Brasile).

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I Valpolicella di Villa de Winckels

Novembre è un mese di degustazioni interessanti, grandi e piccole. Una delle più recenti si è svolta in quello che sta diventando pian piano un vero punto di riferimento per l'assaggio dei vini della Valpolicella orientale: Villa de Winckels.

Non contenti di ospitare ogni inverno un'ampia panoramica degli Amarone della Valpolicella Doc, ultimamente i Merzari (che ringrazio per l'invito), proprietari di questa elegante struttura, un po' ristorante un po' locanda e un po' enoteca, si sono lanciati anche nell'impegnativo compito dell'organizzazione di serate a tema: l'ultima ha riguardato una orizzontale di Valpolicella Superiore, la prossima - imperdibile! - si terrà invece giovedì 5 dicembre e interesserà nientemeno che una verticale di Amarone della leggenda della Valpolicella tout court: Romano Dal Forno.

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