Succede anche questo

Prosecco, Valpolicella, Soave: classici purchè bio

Al momento non è una proposta e nemmeno un'ipotesi di lavoro, ma solo una provocazione: vini di pregio e di grande richiesta nel mondo come Prosecco, Valpolicella e Soave, quando prodotti nelle zone di coltivazione storiche (cioè le più antiche), per fregiarsi della menzione "classico" potrebbero (dovrebbero?) essere anche bio.

A provocare con questo pensiero è nientemeno che l'assessore per l'agricoltura della Provincia di Verona, Luigi Frigotto (Lega), indubbiamente tra gli amministratori più attivi e presenti sul suo territorio, impegnato in prima persona anche in molte sperimentazioni viticole (da anni nei suoi vigneti coltiva vitigni intraspecifici meglio noti come PIWI, ovvero pilzwi- derstandsfähig, come il solaris) e da sempre convinto sostenitore di metodi di coltivazione efficaci e alternativi al solito uso dei soliti fitofarmaci.

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EWBC # 4: Le aziende, il web e tutto quanto il resto

L'EWBC è finito, la polvere delle emozioni e dell'eccitazione del momento si è depositata, l'orizzonte dei pensieri si è schiarito: a mente fredda, cerchiamo di trarre qualche insegnamento da questa esperienza. 

La conferenza internazionale dei wine bloggers, che ha richiamato oltre 200 persone da più di trenta paesi diversi, ha messo in risalto una volta di più il divario tra le aziende del vino che con il web hanno imparato a confrontarsi, e quelle che continuano a ignorare di cosa stiamo parlando.

Sono scelte legittime, per carità. Anche quando il Titanic stava affondando c'era chi ancora ballava nel salone delle feste. Questo vuol dire che, continueranno a esistere aziende del vino del tipo "0.0", da un punto di vista della comunicazione sul web, per millanta motivi che non vogliamo nemmeno iniziare  a discutere (dal digital divide fisico all'analfabetismo informatico, dalla personale repulsione per i mezzi elettronici alla diffidenza per chi con questi mezzi lavora).

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EWBC # 4: Brescia. Consigli per l'uso

 EWBC #4: ci siamo. Il conto alla rovescia sta scandendo gli ultimi giorni, le ultime ore. 

Per tutti coloro che si sono registrati pagando la propria quota - ebbene sì, questo congresso è a pagamento - le istruzioni per vivere nel migliore dei modi questa originale esperienza sono contenute nel EWBC 2011 Participant Packet: diversamente dalle scorse edizioni infatti, e nello spirito del "less is more", cartelle stampa, informazioni sui tour e sul programma, consigli vari,  eccetera, non saranno caricate su chiavette USB, bensì scaricabili dal sito ufficiale dell'evento. 

Per chi pensa di venire per dare giusto un'occhiata, imbucandosi come solitamente si riesce a fare in Italia, l'unico consiglio che possiamo dare è di non farlo. Non c'è nessuna possibilità di entrare se non si è nell'elenco dei registrati. Una regola che vale che vale per tutti, giornalisti compresi (tranquilli; non sono previsti saluti/passerelle dei soliti politici e/o amministratori di turno).

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Brand o Doc nel futuro della TerradeiForti?

C'era una volta un vitigno sconosciuto perfino al catalogo nazionale delle varietà di vite perchè ormai nessuno si ricordava di lui. Un produttore del posto, memore di vendemmie della sua infanzia nelle quali anche quest'uva arrivava in cantina a carrettate, un giorno decise di recuperarlo e ridargli dignità. Ci mise vent'anni e un sacco di soldi, ma alla fine riuscì nell'intento.

Oggi il Casetta è un vino rosso a Doc della Valdadige (insieme al più noto Enantio).

Da n.0 barbatelle coltivate, a 40 mila bottiglie prodotte ogni anno, non si può non parlare di progresso. Per un'area produttiva dai connotati esistenziali e produttivi così sfumati come la Valdadige, la coppia Enantio e Casetta rappresenta un messaggio forte e chiaro. Due vini rossi che nascono da uve così autoctone da crescere solo qui.

Basta questo per tratteggiare la Valdadige- TerradeiForti agli occhi di consumatori ed enoturisti? ovviamente no. Occorre ben altro.

Ma cosa? 

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Compra una bottiglia di vino, vinci un sommelier

Santa Margherita è da sempre un'azienda molto attiva sul fronte della comunicazione, sensibile ai nuovi media e soprattutto agli umori della base (consumatrice).

Così, dopo aver blandito le velleità letterarie di tanti wine lovers con il suo ormai famoso e seguito concorso letterario, ha pensato di dar forma al più o meno segreto desiderio di molti di poter permettersi, almeno una volta nella vita, una cena d'alta classe, con tanto di sommelier, a casa propria.  

L'ultima iniziativa infatti si chiama proprio "Un Sommelier a casa tua" e si svolge in collaborazione con l'AIS.

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Viticoltura sostenibile

Nel mondo della comunicazione del vino ci sono degli argomenti fissi, sempre attuali, per quanto (in parte) legati alla stagionalità: il ruolo delle fiere & dei concorsi, i vini c.d. naturali o bio-cosi, l'importanza (?) della critica del vino, eccetera.

E poi ci sono quelli un po' più tecnici, ma ugualmente fashion. Uno di questi è l'ampio capitolo della sostenibilità, dal vigneto alla cantina, la carbon footprint e via disquisendo.

Per limitarci - si fa per dire - alla sola viticoltura sostenibile, sabato 16 luglio alle 9.00 nelle Cantine Bolla di Pedemonte (S.Pietro in Cariano, VR) si terrà il seminario aperto "I nuovi orizzonti di una viticoltura di qualità".

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Terroir al Limit assaulted - why blame the wine?

 La notizia ci giunge dall'amico wine blogger catalano Joan Gomez de Pallarés: l'azienda Terroir al Limit, nel Priorato, è stata oggetto poche notti fa di un vero e proprio attacco vandalico. Di seguito il racconto (in inglese) e a seguire la traduzione in italiano.

All'azienda, ovviamente, tutta la nostra solidarietà.

Terroir al Limit assaulted!

"On the night of the 13th of June 2011, in the village of Torroja del Priorat, Spain, an appalling and almost unthinkable event took place at the cellar of the Terroir Al Limit winery. The cellar locks were broken open, and a terrible act of vandalism followed. The taps of some tanks were simply opened and wine allowed to flow out onto the floor. Many casks of wine in the cellar were ruined by contamination with household bleach.
The owners of Terroir al Limit, Dominik Huber, Eben Sadie and Jaume Sabaté, strongly condemn this unexplained act. It was not as direct or dramatic as an assault on human life, but is in some way an assault on mankind and a crime of unthinkable measure. Was it some expression of hatred or sheer vandalism? There is no obvious underlying reason, and no-one has admitted responsibility for the cowardly act of destruction.

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Post Vinitaly (riflessioni sparse)

Meteo. Dal 7 all'11 aprile sono stati 5 giorni di caldo tropicale e sole ferragostano. Così impariamo a lamentarci che "al Vinitaly piove sempre” (troppa grazia, Sant'Antonio!).

Puntualità. Al Vinitaly non c’è verso che un convegno, un seminario o una degustazione comincino in orario. Anche quest’anno i ritardi andavano dalla mezz’ora agli 80 minuti. Colpa nostra, che dopo aver passato i precedenti 20 giorni a fissare appuntamenti, pretendavamo di rispettarli (e vederli rispettare).

Wi-fi: I collegamenti Internet della fiera andavano dalla modalità “lumicino”, a quella “assente del tutto”, passando per quella “lenta come una lumaca col singhiozzo”. Spiegazione:  non c’era abbastanza banda per tutti. Come se a una festa con migliaia d’invitati avessero messo in tavola solo qualche tartina. Caro EnteFiere di Verona, all’estero non sono mica paleolitici come te: tablet, smartphone e gadget elettronici vari & assortiti sono la regola, non l’eccezione.

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Vinitaly! Istruzioni per sopravvivere (ad uso delle aziende)

Vinitaly si avvicina a larghe falcate, e anche se il tempo continua a scorrere alla velocità di sempre - 60 secondi al minuto -, per un sacco di gente del vino sembra che stia accelerando: le settimane sono diventate giorni, i giorni ore, le ore minuti.

E, come ogni anno, molte aziende vengono colte dal primo dei loro tradizionali attacchi di panico (il secondo si verificherà al momento della dichiarazione dei redditi: il terzo, quando bisognerà fare la denuncia delle uve).

Oddio, c'è il Vinitaly e noi dobbiamo ancora fare un sacco di cose!

Ebbene, solidale con questi poverini che dovranno sorbirsi 5 massacranti giornate di fiera, ecco 5 semplici consigli di sopravvivenza dettati da un'esperienza vinitalyana ultradecennale. Nella speranza di riuscire a rasserenarli, almeno un po'.

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