Xmas Gifts

E' di nuovo quel tempo dell'anno, quello delle corse e del "non so più cosa regalare". Se stiamo parlando di #winelovers, c'è l'imbarazzo della scelta tra alcune decine di milioni di bottiglie di vino, di tutti i tipi e da tutto il mondo. Ma siccome i miei 5 lettori sono pigri almeno quanto me, in questa infografica mi permetto di suggerirne solo 3, che in comune hanno il fatto di essere prodotti in piccole quantità di artigiana, stellare qualità*. 

Per gli appassionati di libri, sempre nell'infografica di cui sopra trovate citati tre volumi esteri di successo e provata sostanza (conosco personalmente tutti gli autori, quindi posso assicurare che è gente che quando scrive di vino lo fa con piena cognizione di causa). Vi avverto, però: questi 3 libri sono tutti in inglese. Vorrà dire che mentre leggete, fate anche un bel ripasso della lingua.

Sempre nella stessa infografica, consiglio anche 3 oggetti relativi al vino, per i quali vale invece la pena spendere qualche parola di spiegazione. Quelli che nella foto sembrano tappi (in vetro, a forma di colonna, bellissimi) in realtà sono nanoaeratori: una novità francese per aprire qualsiasi tipo di vino, dal più giovane (il tappo con la colonna più corta) al più anziano (il tappo più lungo). La confezione include tutte le istruzioni del caso, per divertirsi ad stappare e aprire tutte le bottiglie che vorrete in questi giorni di brindisi (per altre info, leggete qui)

Il secondo oggetto è di uso più intuitivo, ma richiede almeno un orecchio musicale: si tratta di bicchieri da vino graduati per... suonare. Ad ogni tacca corrisponde una nota. Non sapete cosa suonare? no problem, gli spartiti sono inclusi nella confezione.

Terzo e ultimo gadget, una bottiglia per preservare il vino. Anzichè usare tappi vari e assortiti, una volta stappata una bottiglia si versa il vino che avanza in Savino, et voilà, dopo una settimana dalla stappatura il vino appare intatto.  Non vi resta che provare. E auguri! (in tutti i sensi)

*piccole quantità fa spesso rima con "introvabilità", perciò ecco i riferimenti delle tre cantine:

Eleva Vini, Maso Michei, Cantina Crociani

Il Trentodoc nel MUSE

L'ultima edizione di Bollicine su Trento, l'evento pre-natalizio dedicato ai Trentodoc, si è svolta nel bellissimo MuSe di Trento, il nuovo Museo della Scienza progettato dall'architetto Renzo Piano. E' una struttura che merita doppiamente una visita: per quello che c'è dentro e per come è fatta dentro e fuori. Gli sparkling del Trentino non potevano avere palcoscenico migliore.

Vitenda 2016

Per chi lavora nel mondo del vino, Vitenda è uno strumento ormai familiare: l'agenda del viticoltore edita da Vit.En. è ormai giunta alla sua ventesima edizione, segno 1) che l'editore non si è ancora stancato di parlare di viti, vitigni, vini  e di tutto quel che ci gira intorno, e 2) che viticoltori e produttori non si sono ancora stancati di leggerla, ma soprattutto di usarla. Parliamo, per una volta, di un residuo dell'era analogica: un libro "che pesa più di un chilo e delle dimensioni di cinque riviste di gossip messe insieme", come lo stesso Editore ammette. Insomma, non esattamente qualcosa di mobile, e che nell'attuale veste non si sa bene quanto ancora potrà durare, data la sempre più massiccia adozione delle nuove generazioni della campagna delle nuove tecnologie. Per questo, la redazione è già al lavoro su possibili alternative, in sostituzione o in affiancamento alla classica agendona cartacea (a tal proposito, mi permetto di suggerire di dare un'occhiata alla capacità degli amici spagnoli di reinventare il classico magazine del vino...perchè non approfittarne per ripensare da cima a fondo anche il concetto di agenda?).

Ciò premesso, veniamo a Vitenda 2016: quest'anno il focus è su scafoideo,vivaismo e microbiologia, per parlare dei quali sono stati chiamati alcuni dei migliori esperti sul mercato (apro una pagina a caso e m'imbatto in Ruggero Mazzilli, per dire, che spiega come produrre barbatelle biologiche). Articoli a parte - che un po' si perdono tra le molte, forse troppe pagine di pubblicità - l'agenda offre come sempre tantissimi spunti di lettura. In ogni pagina si trovano pillole di storia, citazioni, richiami ad articoli scientifici, definizioni, curiosità, anticipazioni.

E sì, c'è spazio anche per scrivere, prendere appunti. Magari alla sera, rientrati a casa;  tenere traccia del proprio lavoro di campagna e cantina è sempre consigliabile, a prescindere dal supporto usato. 

Il rosso e il bianco, due appuntamenti da non perdere

Quest'ultimo scorcio di Novembre ci riporta un paio di appuntamenti enoici a cui siamo affezionati da tempo.

Il primo si terrà in provincia di Verona, a Villa de Winckels: "Vino in Villa", la consueta rassegna di vini della  Valpolicella, in programma il 19 novembre dalle 19 alle 23, mette in scena come di consueto il Valpolicella Superiore e, per i produttori più coraggiosi, anche il Valpolicella base. Due vini che, dopo anni di trascuratezza, una buona parte di produttori sta tornando a prendere in considerazione, giusto in tempo per rendersi conto che per farli bene occorrono competenze e materia prima di qualità non inferiori a quelle che solitamente dedicano ad Amarone e Ripasso. Sarà per questo che i nuovi produttori tengono in grande considerazione il Superiore e lo considerano a buon diritto, il vero vino di territorio.

Per il secondo appuntamento invece ci spostiamo in Trentino e inauguriamo l'atmosfera natalizia con le bollicine locali: Bollicine su Trento n.11 si terrà dal 26 novembre al 13 dicembre. L’iniziativa si rivolge sia agli operatori del settore sia al pubblico appassionato di queste bolle-che-ballano.

Sedi dell’evento saranno Palazzo Roccabruna,  in centro città, e, per gli operatori di settori, anche il MUSE.  Grazie al supporto della Strada del Vino, la manifestazione coinvolgerà anche numerosi bar, winebar ed enoteche che proporranno l'aperitivo serale o del fine settimana.

Il programma dettagliato della manifestazione è disponibile sul sito ufficiale.

Come si fa? un'infografica per ricordarlo

A volte capita di dover fare delle azioni consuete e familiari e di essere colti dal tragico dubbio dell'ultimo minuto, quello che ti blocca sul più bello, ti mette inquietanti idee in testa ("oddio, l'ho fatto l'altro giorno, com'è che adesso non sono più sicuro di come si fa? ") e toglie tutte le tue sicurezze...

Certo, alla disperata c'è zio Google che viene in soccorso dell'improvviso e imprevisto buco di memoria, ma non sempre si ha il tempo e lo strumento a portata di mano per consultarlo al volo... 

Questa che propongo oggi non è certo la risposta definitiva a tutte le domande, ma solo un piccolo utile sussidio alle incertezze che possono cogliere chiunque in mteria di: conservazione del vino, temperature, scelta dei bicchieri e modalità di servizio.

E' un'infografica (realizzata e gentilmente offerta da Stampaprint), uno degli strumenti digitali più efficaci e più trendy del momento. In giro per il web se ne trovano di bellissime sul tema del vino, ma in genere sono realizzate da designer o agenzie estere: questa è italiana al 100% e si può scaricare da qui.

Mavrud, Xynomavro e Nerello Mascalese: i rossi della #DWCC15

Ammettiamolo: quando si parla di paesi produttori di vino, difficilmente la Bulgaria  compare tra i– primi dieci che vengono subito alla mente. Eppure, fino a qualche decina d'anni fa, questo paese era un noto fornitore del mercato britannico, a cui dava in grandi quantità Cabernet Sauv, Merlot, Chardonnay e altri vitigni internazionali a prezzi del tutto competitivi persino per i produttori del Nuovo Mondo. Con un consumo interno quasi inesistente, l'unico sbocco per il settore vitivinicolo era l'ingombrante vicino (URSS), al quale rifilava la gran parte dei suoi vini base, e l'UK, per la quale, volendo andar sul sicuro, produceva le tipologie di vino più note.

Oggi, sopravvissuta non senza danni a qualche traversia interna - come le campagne di lotta all'alcolismo di Gorbaciov, che nel 1990 avevano già ridotto il vigneto bulgaro ad un quarto dell'estensione che aveva solo 5 anni prima - ed entrata nell'UE (ma non nell'euro) nel 2007, anche la Bulgaria sembra voler cercare un suo posto al sole nel mercato globale del vino. Se ci riuscirà o no, lo dirà il tempo, e la sua capacità di promuoversi e d'investire sulle sole, autentiche unicità che un paese produttore può vantare: i suoi vitigni autoctoni.

La recente edizione della Digital Wine Communications Conference, tenutasi a Plovdiv, ci ha permesso di farci un'idea, sia pure minima, di questi vini, che ai nostri giorni provengono da aziende private, attrezzate a a dovere, capaci di avvalersi anche di consulenti internazionali. Dagli assaggi fatti qua e la', devo dire però che nessun ricordo particolare si è fissato nella mente: i vini da vitigni internazionali sono esattamente come te li aspetti (a volte anzi un filino più rustici). Più espressivi ovviamente i vini da vitigni autoctoni, come il rosso Mavrud, soprattutto se in blend con il Rubin (un riuscito incrocio tra Nebbiolo e Syrah) : il Mavrud e Rubin della linea top "Monogram" di Villa Yustinaè un ottimo esempio di vino bulgaro ben fatto, con i suoi tannini di seta grezza, e i sentori di spezie dolci, frutti rossi di rovo e cioccolata. Sul fronte delle sperimentazioni con gli internazionali, piuttosto interessante è risultato il "Marselan Late Harvest" di Ivo Varbanov Winery(un vino tannico, ma con una forte impronta di violette e more mature), e il corposo Dragomir Riserva 2011 (Cab sauv e Merlot) dell'omonima azienda

Sempre a proposito di vitigni rossi autoctoni, nella grande Walking Around Tasting in coda alla conference c'era solo l'imbarazzo della scelta, perchè oltre ai padroni di casa erano presenti molte aziende di alcuni paesi confinanti. Il banco della Grecia in particolare ha sfoggiato una gamma di vini bianchi, rossi e dolci che ha attirato la curiosità di molti (merito anche delle spiegazioni dell'effervescenteMaster of Wine Yannis Karakasis): impossibile perciò non citare il tannico Xynomavro, un'uva che richiede un sacco di tempo (e un accorto uso del legno) per dare un vino potente ma elegante. Ciò che però ricordo di più di questo tavolo è  il "Samos Nectar Musct 2011", un Moscato d'Alessandria lavorato dalla Union of Winemaking Cooperatives of Samos: un cesto di albicocche appassite profumate di menta fresca e fiori di campo,  con un finale di datteri e fichi secchi, mediterraneo e solare come solo pochi vini sanno essere.

Infine, il Nerello Mascalese etneo. Protagonista di una masterclass che ha visto il tutto esaurito nei posti, ha fatto la sua bella figura anche al banco, soddisfacendo la curiosità (e il palato ) di quanti (e sono sempre tanti, soprattutto tra i winelover esteri) favoleggiano della Sicilia e della sua muntagna...

Come godersi il Merano IWF (senza entrarci davvero)

Come passa il tempo. E come crescono le fiere del vino. Anche la piccola Merano IWF è diventata grande, in tutti i sensi. Non solo per importanza, ma per numero di visitatori, di cantine presenti, soprattutto per numero di giorni e di eventi programmati. Lontani i tempi (era il 1992) in cui tre amici meranesi appassionati di grandi vini e ottima cucina s'inventavano una manifestazione alla quale subito aderirono una  cinquantina di produttori e che si tenne nell'Hotel Palace di Merano, oggi il Merano IWF è diventato l'appuntamento n.1 del vino in Italia nella stagione autunno-inverno; sempre più prestigioso, intenso e sì, anche sovraffollato. Al punto che entrare nello storico palazzo del Kurhaus - il cuore dell'evento -  per assaggiare qualche novità, avere alcune conferme e salutare vecchi amici, nei giorni della fiera è diventato sempre più difficile, faticoso e disagevole. Scoraggiante.

Come fare allora per godersi questo evento senza subire la sorte della sardina in scatoletta, schiacciata e pre-cotta?

Semplice: se non si vuole entrare dalla porta, si entra da qualche finestra, tra le molte offerte dallo stesso calendario della fiera. Come queste:

1) 23 ottobre: Anteprima di Merano IWF a Lagundo (19.00-23.00). Un'occasione per farsi un po' di assaggi enogastronomici. Un appuntamento che permette di avere un assaggio di quel che si può trovare nella sede ufficiale

2) 6 Novembre: Bio&Dynamica (10.00-18.00): è il saloncino dei vini bio-tutto che quest'anno compie 10 anni:  Vini italiani e stranieri di una novantina di produttori più o meno (già) famosi. Si tiene nel Pav des Fleurs, in un Kurhaus che ancora non è stato preso d'assalto

3) 5 Novembre: Future of Wine, part 1 (15.00-18.00): un convegno che intende rilanciare un sogno, quello di una European Wine Route, una strada del vino europea che riesca a toccare e riunire tutte le regioni vinicole europee 

4) 6 Novembre. Future of Wine, part 2 (15.00-18.00): stesso luogo, giorno e tema diversi. Stavolta si parla di cambiamenti climatici e del loro impatto sulla viticoltura

5) 6 Novembre, CULT Oenologist (14.00-18.00): per chi non è interessato ai dibattiti più o meno scientifici, una degustazione di (celeberrimi) vini d'autore, dove gli autori sono alcuni dei più famosi consulenti enologi d'Italia.

6) 10 Novembre, Catwalk Champagne (9.30-16.00): uno Champagne ci sta sempre bene, in qualunque momento: prima, durante e dopo. Questo Merano IWF può perciò concludersi con la possibilità di degustare oltre venti Champagne; e anche se avremo rinunciato al consueto bagno di folla dei giorni clou, potremo comunque tornare a casa soddisfatti, soprattutto se troveremo ancora qualche ora per farci un giretto a Merano e dintorni: per chi decide di fermarsi almeno 2 giorni al Merano IWF, con il relativo biglietto si conquista anche la MobilCard Alto Adige, che permette di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici di tutta la Provincia di Bolzano.