Tra le molte, stimolanti sessioni dell’ultima edizione di Wine2Wine Business Forum, quella che personalmente mi ha colpito di più è stato lo speech corale dedicato ad alcuni Paesi dell’Africa subsahariana come Nigeria, Sudafrica, Ghana, Kenya. Un piccolissimo spaccato su un continente in merito al quale la maggior parte degli italiani è rimasta ferma al “hic sunt leones” di coloniale ottocentesca memoria, semmai aggiornato (spesso in negativo) dalla cronaca delle problematiche migratorie. Invece l’Africa è un luogo di millenarie culture oggi in grande fermento, dinamico, giovane, con enormi potenzialità. Un luogo al quale il mondo del vino dovrebbe iniziare a guardare con attenzione. Degli spazi che il vino italiano potrebbe ritagliarsi su questo continente ho parlato con uno degli speaker di Wine2Wine: Victor Ikem, business director di Drinks Revolution Limited. L’intervista integrale (in inglese) è pubblicata qui.
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LWF, la fiera del vino nella città che corre
Dopo gli stravolgimenti dovuti al Covid, quest’anno anche la London Wine Fair ha riaperto i battenti, rivelandosi come sempre un’interessante vetrina su quelle che sono le principali tendenze del bere nel mondo anglosassone (e non solo). Natalia Kondratuyk, sommelier di Verona che si occupa anche di consulenza per le aziende del vino, ci racconta la sua esperienza in quella che gli organizzatori, con buona pace del tanto decantato understatement britannico, definiscono the most intelligent wine event in the world.
Read MoreVitigni autoctoni: un atlante per conoscerli
Dove cresce il Nocchianello Bianco? Avete mai assaggiato la Caricagiola? E il Vujino, è un’uva bianca o nera? Una delle caratteristiche della nostra Enotria è la sua ricchezza e varietà di vitigni - una complessità che è croce e delizia di tutti i winelovers, sia italiani che (soprattutto) esteri. Il vino da vitigno autoctono è diventato un must dei nostri giorni, un motivo d’orgoglio, ma soprattutto un elemento differenziante nel sempre più affollato e competitivo mercato mondiale.
Read MoreCustoza, il vino della rivincita
Dici Custoza e pensi ad un paese del veronese, al Risorgimento, ad una famosa battaglia (no, due famose battaglie: nel 1848 e nel 1866. Le abbiamo prese in entrambe). Insomma, alla Storia.
Read MoreLe donne nel mondo del vino italiano: una strada ancora in salita
Ci sono sempre più donne impegnate attivamente nel mondo del vino italiano. Sono produttrici, enologhe, agronome, ma più spesso sono ristoratrici, responsabili pr o dell’hospitality di una cantina, delle risorse umane, dell’enoturismo, dei wine shop, eccetera. Molti incarichi di relazioni, pochi di lavoro “fisico” in senso stretto. E ancora troppo poche manager, si tratti di istituzioni (come i Consorzi di Tutela) o grandi aziende. Le eccezioni non mancano, ma sono, appunto, eccezioni. Il mondo del vino italiano insomma è lontano dall’aver risolto il suo gender gap.
Read MoreDove va la viticoltura del Nord Est?
Un ritardo medio di inizio vendemmia di 8/10 giorni rispetto allo scorso anno; uno stato sanitario delle uve ottimale (al momento), ma un calo complessivo della produzione di circa il -10%, con punte anche superiori in alcune aree colpite da pesanti grandinate e dalle gelate tardive di aprile.
Per il Veneto si parla di - 12%, per il Trentino -8%, per la provincia di Bolzano -10%, per il Friuli -18%.
Nonostante questo, nel complesso, quella del 2021 si prospetta come una annata di alta qualità.
Read MoreIl vino perfetto
…è un ideale. Necessario.
Read MoreDo we still need Vinitaly?
Vino e ristorazione: serve un nuovo patto
“Se noi pensiamo al pranzo, e alla cena italiani troviamo questi due elementi che combaciano: il vino e il cibo. In un mondo sempre più meccanizzato, automatizzato, sappiamo che quando entriamo in un ristorante c’é una persona che fa qualcosa a mano per noi: il cuoco, lo chef. (…)”.
(Luigi Cremona)
Read MoreItalian Wine: non tutto, ma di tutto
C’erano una volta (e forse ci sono ancora) i Bignami. Splendidi ed efficaci compendi di ogni materia scolastica possibile e immaginabile, erano i compagni più affidabili per i ripassi finali, l’ancora di salvezza di chi doveva immagazzinare quante più nozioni possibile in pochissimo tempo, avendo fatto la cicala per buona parte dell’anno scolastico. L’approssimarsi delle interrogazioni finali, o peggio ancora degli esami, rendeva i Bignami un must anche per i più diligenti.
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