Cominciamo dal primo: in un'intervista dai toni tanto pacati quanto chiari, Jancis Robinson spiega perchè il ruolo del critico del vino sia cambiato: irrimediabilmente e irreversibilmente cambiato. Ci sarà sempre bisogno di chi scrive di vino in modo professionale, ma i presupposti e gli obiettivi sono e dovranno essere diversi. Chi le sembra stare acquisendo sempre più autorevolezza come wine critic? "Temo di non essere la persona più adatta a cui fare questa domanda perché vivo in UK, dove i critici non hanno mai avuto una forte influenza". E che ne pensa di app come Delectable e Vivino? Possono servire a individuare nuovi trend emergenti di consumo? A queste e ad altre domande Jancis risponde qui.
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Del vino, dei crimini, delle donne e altre storie
Settimana interessante, quella appena trascorsa, sul fronte del world wine web. Tra i molti articoli degni di una lettura calma e approfondita, tre in particolare hanno attirato la mia attenzione.
Il primo ripropone un tema vecchio, irrisolto e quindi sempre attuale: quello della terminologia della degustazione. Sembra che non si riesca ad andare oltre a certi irritanti (in quanto privi di senso) stereotipi, e bene fa l'articolista a dissentire. "Femminile": ditemi perchè ne stiamo ancora parlando. Se il vino è leggero, delicato, fine allora è un vino femminile? e perchè non può esserlo anche un vino divertente, sorprendente, o robusto? I clichè di genere sono roba da anni Sessanta, non si capisce cosa ci guadagna il vino a venire descritto, ancora oggi, con questi termini. "Ideas don’t exist out there on their own. We construct them. And so every time someone uses the term “feminine wine,” they help build the cultural phenomenon of the associated stereotype. In a small way, sure, but large ideas are built of small instances. Castles and bricks".
Future trends in wine drinking: è il momento degli aromatici (pare)
(Questo che segue è la versione italiana di un mio post per Palate Press. L'originale in inglese si trova qui)
Visitando le zone viticole più antiche e prestigiose in Europa - come il Portogallo, la stessa Italia, ma anche la Grecia - può capitare d’imbattersi in vigneti molto vecchi, nei quali convivono varietà diverse, sulla cui identità e provenienza spesso persino il proprietario sa poco. In Valpolicella la maggior parte dei vigneti sono monocultivar, coltivati con uve originarie della zona, ma i più vecchi contengono ancora molte piante di uve provenienti da altre regioni italiane (barbera, sangovese toscano, teroldego, malvasia...).
Un fatto curioso, che secondo alcuni trova la sua spiegazione in un'abitudine dei nobili veronesi, proprietari di vasti fondi e vigneti della campagna veronese: quando andavano a trovare qualche loro pari grado, per affari di famiglia o di politica, anzichè portare in dono mazzi di fiori o scatole di cioccolatini (come faremmo noi oggi), regalavano... mazzi di barbatelle. Così, uve di altre regioni e nazioni venivano piantate in giro per il mondo, e vendemmiate e vinificate insieme a quelle già presenti.
The Best of the Press, vol.1 - Palate Press
"We are tremendously proud to release The Best of the Press, Volume I, the first book under the Palate Press imprint. The Best of the Press, Volume I is a collection of the very best stories from the first year of Palate Press: The online wine magazine. It includes our favorite stories about wine, wine science, retail, food, people, wine making, the world of wine, and wine writing...". (continua qui).
Tempo di feste, tempo di regali. Per gli altri ma anche per se stessi. E cosa si può regalare ad un wine lover che sia anche amante delle buone letture?
Lasciate perdere la carta varia & assortita su cuochi, ricette, ristoranti e vini più o meno stellati, chiocciolati, bicchierati, forchettati (ecc. ecc.) e fate una scelta seria: un bel libro elettronico.
In inglese.
American Wine Bloggers Conference: intervista a Meg Houston Maker
Wine bloggers, è giunto il momento di professionalizzarsi. Il mondo del vino ci/vi guarda, non è più tempo di pressapochismi, sciatterie linguistiche e approcci dilettanteschi. Anche se siete dei semplici appassionati che scrivono di vino, fatelo con serietà, autorevolezza e cura.