“I giovani non bevono più il vino”, “No, bevono solo vini bio-qualcosa”, “No, bevono i vini di cui si parla sui social”, “Macchè, per fargli bere vino dev’essere no-alcol”. E via commentando. Insomma, la Gen Z, i Millennials, cosa bevono? Cosa gli piace?
Ma perchè non chiederlo direttamente agli interessati?
Conoscete Vinix? Certo che sì, dopo tutti questi anni non è certo (più) una novità questo social commerce dal basso capace di soddisfare la richiesta di risparmio degli appassionati di vino con l’esigenza di guadagno dei produttori, e senza provocare (eccessive) rivolte da parte degli intermediari di questi ultimi. Il tutto in un clima sufficientemente sciallo di generale amicizia e familiarità (che non guasta mai). Ma la’ fuori non ci sono solo wine lovers, perciò era solo questione di tempo prima che alla piattaforma dedicata ai vini (e a qualche altro prodotto artigianale accuratamente selezionato) se ne accostasse una riservata anche ai beer lovers.
"La nostra amicizia è molto speciale. Far entrare un estraneo nella propria vita, nella propria famiglia, nel proprio progetto di lavoro, in un'amicizia è una faccenda molto complicata. Noi l'abbiamo sviluppata su una base di apertura, di rispetto nei loro confronti come persone e professionisti, oltre che per il loro prodotto, e del desiderio sincero di portare i significati che mettono nel loro vino. Una sorta di chimica umana ci ha uniti in una forte amicizia. Un'amicizia di cui sono orgogliosa. In particolare, ho sentito l'assoluto sostegno e la fiducia in noi sin dall'inizio dell'invasione su larga scala della Russia".
Non solo protagonisti e attori di una parte importante dell’economia nazionale: la gente del vino svolge anche un essenziale ruolo di salvaguardia e custodia di quella terra che lavorano, oltre che di valorizzazione del contesto in cui opera, inteso come storia locale, architetture, paesaggio, cultura materiale legata all’enologia e agli alimenti. E a essere consapevoli di questo ruolo sono soprattutto le produttrici. Nessun altro comparto produttivo ha una simile attitudine nella salvaguardia del proprio territorio. Basti pensare che in Italia vengono cementificati due m2 di suolo al secondo, mentre il 44% di chi ha un’impresa nel vino si trova in edifici storici, e tutti (96,6%) ritengono che sia necessario restaurare le costruzioni antiche piuttosto che costruirne di nuove. Al punto che il 44,7% del campione intervistato ha ripristinato edifici preesistenti e per farlo ha usato soprattutto (56,1%) imprese del posto.
Non 10 (candeline), ma oltre 19 (speeches) sugli argomenti di maggior interesse e attualità (trends di mercato, best practices, DTC, AI, parità di genere, case history di successo, e altro ancora), 3 grandi degustazioni, e una folta platea di amici italiani e internazionali. Wine2Wine ha festeggiato così i suoi primi 10 anni, con una edizione ricca di esperti e di esperienze condivise, aggiornamenti e spunti di riflessione. Come sempre, dopo 2 giorni intensi diventa difficile trovare una sintesi, perciò ecco - più semplicemente - alcuni insights, come si dice, o spunti di riflessione.
I dati di mercato e le indagini tra i consumatori del mondo l’hanno reso ormai chiaro: il vino del momento è il Valpolicella Superiore. Un “Superiore” che nasce soprattutto in vigneto, da uve di qualità naturalmente superiore di quelle destinate a fare Valpolicella fresco, e non dall’aiutino che può dare anche a questa tipologia la consueta pratica dell’appassimento (leggero, medio, forte, breve, medio lungo, lungo, in parte, metà, tutta l’uva… le varianti sono quasi infinite).
Oggi è la Giornata Mondiale delle Api, quei piccoli, preziosi e organizzatissimi esserini alati ai quali dobbiamo la nostra agricoltura. Circa il 75% delle colture alimentari dipendono, direttamente o indirettamente, dal loro lavoro d’impollinazione; senza di loro, la catena alimentare sarebbe compromessa e avremmo una drastica riduzione delle risorse alimentari disponibili. Sono inoltre degli indispensabili indicatori della salubrità di un ambiente: la loro presenza contribuisce all'equilibrio degli ecosistemi e alla biodiversità, e favorisce la riproduzione delle piante selvatiche.
Primavera, tempo di rondini e di fiere del vino. Le prime scarseggiano, le seconde invece sono tornate tutte, e a pieno regime. In questi giorni si sta svolgendo la tedesca Prowein, che molti considerano come gli antichi Greci consideravano la Pizia: un oracolo in grado di predire il futuro. Cosa che peraltro faceva, ovviamente in maniera abbastanza nebulosa e altamente interpretabile. Un po’ come gli oroscopi oggi. In attesa perciò di avere notizie da oltralpe, ci prepariamo a entrare nel moodVinitalyanocon questo assaggio: un’anticipazione dei dati di mercato del vino nella Distribuzione Moderna. Il quadro completo si avrà il 3 aprile, a Vinitaly, nel corso della consueta tavola rotonda cui parteciperanno tra gli altri: per Federvini, Mirko Baggio (Responsabile Vendite Gdo di Villa Sandi); per Unione Italiana Vini, Luca Devigili (Business Development Manager di Banfi); per Conad, Simone Pambianco (Category Manager Bevande); per Coop Italia, Francesco Scarcelli (Responsabile Reparto Beverage); per Gruppo Selex, Flavio Bellotti (Responsabile Category Vino); per Carrefour, Lorenzo Cafissi (Responsabile Beverage Alcolico); per MD, Marco Usai (Wine Specialist).
E’ una delle molte quadrature del cerchio dei nostri tempi: riuscire a far viaggiare la merce senza che l’ambiente e il portafoglio (di chi vende e di compra) ne soffra troppo. Il tutto in sicurezza e tempi rapidi. Un problema che riguarda (non poco) anche il mondo del vino. Grazie anche (soprattutto?) allo sviluppo dell’e-commerce, le richieste di ricevere una certa bottiglia di vino a casa (ovunque sia), e senza dover aspettare troppo tempo stanno esplodendo.