L’estate è iniziata da poco, molti produttori stanno approfittando di questi giorni per prendersi un attimo di tregua, ma i ricercatori e i fornitori di ausili per la viticoltura e l’enologia sono sempre al lavoro. Da Vinventions, leader mondiale nelle soluzioni di chiusure innovative e sostenibili, riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato, in vista della prossima campagna vendemmiale (n.b. il grassetto è mio):
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"Quei che fa l'uva..."
"...e quei che fa el vin son do rasse diverse". Traduzione: quelli che coltivano uva e quelli che la vinificano sono due razze diverse.
Gli amici enologi direttori di cantine cooperative me lo dicono da sempre: fare uva è una cosa, fare vino un'altra. Pensare che tutti i coltivatori d'uva abbiano sempre a cuore il lavoro di chi poi dovrà vinificarla, preoccupandosi di consegnare il miglior prodotto possibile (compatibilmente con l'annata) è un'ingenua illusione.
Ecco spiegato perchè ancora tanti, troppi soci di cooperative in tutta Italia trattano la cantina stessa come se fosse un cliente e non come la propria realtà produttiva, avendo ancora in testa solo il grado zuccherino delle loro uve e il minimo accettabile di sanità delle medesime. Perchè, dal momento in cui il carro viene consegnato, pesato, l'uva osservata, variamente sondata e finalmente rovesciata nei pigiadiraspatori, sono convinti che non sia più affar loro.
Ecco spiegato perchè ancora tanti, troppi soci di cantine sociali in tutta Italia trattano la propria cantina come se fosse un cliente e non come la propria realtà produttiva, avendo ancora in testa solo il grado zuccherino delle loro uve e il minimo accettabile di sanità delle medesime. Perchè, dal momento in cui il carro viene consegnato, pesato, l'uva osservata, variamente sondata e finalmente rovesciata nei pigiadiraspatori, sono convinti che non sia più affar loro.
Il grido di aiuto dei vignaioli piemontesi (filari di barbera affittasi...)
Non sono tempi facili, questi, per il settore vitivinicolo. Soprattutto quello cooperativo. Mentre c'è chi si illude di risolvere i suoi annosi problemi "lavando i panni sporchi in casa", nell'illusione che nessuno si accorga di nulla (nell'era di Internet! beata ingenuità!), altri scelgono al contrario di gridare ai quattro venti tutta la loro frustrazione e di mettere in piazza le loro difficoltà.
Nino, Lorenzo e la Tabula Rasa
Questa è una storia che si svolge in Valpolicella, e siccome finisce bene sembra una favola, invece è proprio un fatto vero.
C'era una volta un bravo e saggio enologo, di nome Nino, che con il suo lavoro e i suoi consigli aiutò molte aziende, soprattutto della Valpolicella (ma non solo), a diventare quello che sono oggi, cioè ricche e famose (anche se adesso se ne sono dimenticate e fanno finta di aver fatto tutto da sole).