Se c’è una regola aurea nel mondo del vino è che tutto è relativo. Niente è assoluto, o valido per tutti. La formula taglia unica non esiste. Ciò che è perfetto per uno è da evitare come la peste per un altro. Questione di obiettivi, di stile produttivo, di filosofia personale. Chi pensa che la chiusura ideale di un vino d’alta gamma possa essere solo il tappo in sughero monopezzo non oserà mai mettere un tappo a vite sulle sue bottiglie più pregiate. Chi crede che il grande vino possa evolversi solo in legno guarderà con diffidenza chi invece usa altri contenitori, dal cemento alla terracotta all’acciaio. E il bello del mondo del vino è anche questo: c’è posto per tutto e per tutti.
Read Moretappo a vite
Valpolicella, mezzo secolo di DOC
..e di annate belle, brutte, terribili, meravigliose, superlative, da dimenticare. Mezzo secolo di fatiche, di lavoro, di travagli, di sperimentazioni, di conquiste, di successi, di cadute. Di baruffe chiozzotte, di questioni aperte, di problemi irrisolti, di domande insoddisfatte.
Quando si compie mezzo secolo di vita, in genere si cerca di fare almeno un veloce bilancio, per ricordare da dove si era partiti e rendersi conto di dove si è arrivati, con la prospettiva di andare avanti e (naturalmente) migliorare. Compito di un cronista (tra l'altro) è registrare avvenimenti e persone, per consegnarli poi a chi ne avrà voglia, in vista di una riflessione più approfondita e pacata o, come direbbe l'immortale Sallustio (con la "o" finale, mi raccomando), sine ira et studio.
Read More...e venne il giorno del tappo a vite...
...anche per il Valpolicella Classico, il Valpolicella Superiore e il Valpolicella Valpantena.
Sì, non di sola pianura, fondovalle, e terreni più o meno freschi (in cui è lecito o meno piantar vigne) si è parlato all'assemblea dei soci del Consorzio della Valpolicella tenutasi giorni fa.
Ma anche di altre, e direi più sostanziali, modifiche alle regole di produzione.
Una di queste, come anticipiamo nel titolo, è proprio la possibilità di usare il tappo a vite anche per i tre vini suddetti. Una scelta (finalmente) saggia, opportuna e condivisibile, e non solo perchè il tappo a vite è richiesto da tempo dai mercati nei quali quei vini finiscono (ricordiamo che, ad oggi, la maggior parte della produzione della Valpolicella prende la via dell'estero), ma anche per un intento didattico; il tappo a vite è infatti una chiusura assolutamente consigliabile anche per vini che aspirano ad una certa longevità, come potrebbe (dovrebbe) essere il Valpolicella Superiore. L'esperienza austriaca (che ha adottato il tappo a vite da una ventina d'anni) insegna. E chi pensa che aprire una bottiglia così sia meno elegante e/o rituale, si ricreda.