La Valpolicella e la dealcolazione

Riceviamo e pubblichiamo:

Alla fine di agosto, presso la valpolicellese Villa Lebrecht a S. Floriano di San Pietro in Cariano, sede del corso di Laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche, sono stati presentati i risultati dei progetti Low Alcol e Winesens e sono state illustrate le nuove proposte progettuali per il periodo 2012-2014. Low Alcol e Winesens sono 2 progetti facenti parte di un’iniziativa finanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007 – 2013, all’interno della Misura 124 ("cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale"). L’attività di ricerca e sperimentazione di entrambi i progetti ha visto impegnato un team di soggetti coordinati dal Prof. Roberto Ferrarini.

L’evento ha visto la partecipazione del Rettore dell’Università degli Studi di Verona, docenti, funzionari della Regione Veneto, numerosi imprenditori del territorio veronese e altri attori operanti nel settore vitivinicolo.

Il progetto Low Alcol, dal titolo Sviluppo e studio della tecnica di dealcolazione su diverse tipologie di vino, si è posto l’obiettivo di sperimentare nuovi strumenti finalizzati a ridurre il grado alcolico di quei vini caratterizzati da tenori alcolici eccessivi, soprattutto nelle produzioni di alta gamma, dove solitamente viene raggiunta la massima maturazione polifenolica. Nella sperimentazione di dealcolazione posta in essere si è operato prevalentemente con tecniche a membrana con singoli interventi o combinati. I soggetti partner del progetto sono la Cantina Valpolicella Negrar S.c.a, l’Università degli Studi di Verona, l’Azienda Agricola Cavalchina, l’Unione Consorzi Vini Veneti DOC - U.VI.VE e l’Azienda Vinicola Zenato S.r.l..

Il gruppo di lavoro, nell’ambito del progetto Winesens, dal titolo Sistemi di controllo innovativi per la produzione di vini bianchi e rossi di qualità da uve appassite, si è invece focalizzato nella messa a punto di processi e tecnologie innovativi per l'appassimento di uve destinate alla produzione di vini (bianchi e rossi) di qualità, con particolare attenzione a quelli ottenuti da uve provenienti da vitigni autoctoni. Sono stati individuati innovativi sistemi di controllo di precisione, al fine di intervenire sulla qualità del prodotto sia in vigneto che in cantina.

Nello specifico, durante la fase di appassimento è stata focalizzata l’attenzione sulle problematiche legate al controllo dello sviluppo di muffa grigia in forma non visibile, sulla gestione dei moderni impianti d'appassimento e sulle criticità di sovra gradazione legate allo scarso controllo delle cinetiche d'appassimento nella fase iniziale del processo. Relativamente al vigneto, sono state condotte alcune prove sperimentali di controllo e monitoraggio del microclima “chioma” e “sotto-suolo”, al fine di rendere gli interventi agronomici più razionali e di maggior precisione.

Per questo progetto, i soggetti partner sono l’Università degli Studi di Verona, Allegrini  S.a.s, Terre di Fumane Srl, Giuseppe Campagnola SpA, l’Azienda Agricola F.lli Speri e l’Azienda Agricola Brigaldara.

Durante l’evento sono state illustrate delle idee progettuali, per le quali sarà presentata domanda di finanziamento sempre all’interno della Misura 124 nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto (PSR) 2007 – 2013, che hanno riscontrato un forte interesse tra i numerosi soggetti presenti.

La conclusione dei lavori è stata caratterizzata da una degustazione di vini realizzati con tecniche individuate e testate nell’ambito del progetto Low Alcol". 

Fin qui la notizia. Ora, due considerazioni:

1) quello della gradazione alcolica dei vini ormai (quasi) fuori controllo sta diventando un (quasi) problema per molti. Sui motivi del quasi rimando a questo post. Sul fatto che sia necessario studiare come dealcolare...beh, diciamo che è una scelta. Che diventa obbligata quando tutte le altre strade (di natura soprattutto agronomica, prima che enologica) si sono rivelati fallimentari o impercorribili. Della qual cosa, pur non essendo né un agronomo né un enologo (ma avendo molti amici in entrambi i settori), mi permetto di dubitare.

2) appassimento, che passione! Certo, i modelli Amarone e Ripasso stanno facendo fare dei bei soldini ai produttori della Valpolicella. Ma gli appassitori fai-da-te o dell'ultima ora (valpolicellesi compresi) sappiano che il  processo di appassimento è un affaruccio costoso e molto, molto complicato. Più costoso e più complicato di quel che sembra. 

p.s.1 Ai più meditativi tra voi mi permetto di suggerire un argomento di discussione: "Quanta manipolazione è accettabile nel mondo del vino?". Per documentarsi, leggere qui. A chi di filosofia invece non vuol sapere, ma preferisce bere (bene) e basta, consiglio questo.