Quante facce ha la crisi?
Non c'è solo quella, nerissima, di chi ha perso il lavoro e non riesce a ricollocarsi; di chi lo cerca e non lo trova - e di chi ha perfino smesso di cercarlo. C'è anche la faccia grigiastra di chi sta vivendo un momento positivo e non può investire, scontrandosi con le altrui difficoltà finanziarie e la crisi di liquidità delle banche.
E' il caso della Valpolicella del vino (perchè quella del marmo è in sofferenza da anni), le cui imprese performano meglio delle colleghe veronesi (pur essendo, di conseguenza, anche mediamente più indebitate); nel complesso, comunque, il distretto del vino veronese vale oltre 10 milioni (fatturato medio del 2010). E se il PIL regionale appare stabile nel 2011, per il 2012 le proiezioni danno segno negativo anche in Veneto (-1,6%).
Si sono dati parecchi numeri, qualche giorno or sono, in Cantina "Valpolicella" di Negrar, nel corso dell'incontro dedicato all'impatto della crisi sulle PMI del Veronese e della Valpolicella in particolare.
Tutti interessanti e autorevoli gli interventi dei relatori, moderati dall'amico e collega redattore economico del quotidiano cittadino, Lucio Bussi.
L'appuntamento era stato organizzato dalla Banca di Credito Cooperativo di Marano Valpolicella insieme all'Ordine dei Commercialisti di Verona e alla Cantina spessa, per fare il punto su una situazione economica, di mercato, finanziaria, ma anche culturale e psicologica a dir poco confusa.
Tra i molti discorsi fatti - tutti assai poco rassicuranti - vale la pena riprendere alcuni concetti illuminanti dell'intervento di Giovanni Alberti, docente di economia aziendale all'Università di Verona e presidente dei commercialisti. Perchè sono concetti che anche questo piccolo oscuro blog predica da tempo, e condivide.
1) Il mondo è cambiato, cambia la tua visione del mondo (e i tuoi comportamenti). L'attuale crisi non è congiunturale: è sistemica e culturale. Ci porterà a situazioni nuove. In alcune lingue orientali, la parola crisi è sinonimo di opportunità. Cerchiamo di vedere quali nuove strade possono aprirci i giorni che stiamo vivendo.
2) Smettila di fissarti sul passato: il futuro comincia adesso. I dati storici di un'azienda non sono più così utili come un tempo per prevederne il futuro. Perciò, meno studi sui consuntivi e più analisi della progettualità.
3) Innovarsi, sempre. Oggi l'Amarone è un vino trendy, ma domani? che ne sarà della ricca Valpolicella se domani il mondo sarà sommerso da vini Amarone style in diretta concorrenza con quello autentico, e nel frattempo i produttori non avranno preso le opportune contromisure, lavorando su altri vini, o un modo diverso di presentare lo stesso ? "Se non si crea innovazione anche in un prodotto di successo - ha ammonito Alberti senza tanti giri di parole - nel giro di pochi anni cominceranno le difficoltà".
"Io credo che questa crisi faccia bene - ha concluso il docente- Perchè costringe le imprese a riprendere in mano alcuni concetti che stanno alla base del loro successo. Parliamo sempre di dimensione delle vendite e di fatturato come di elementi di successo. Ma questo vale fino a quando il mercato non è saturo: quando inizia a esserlo, assorbe nuovo prodotto solo a fronte di una diminuzione dei prezzi.
Se la realtà cambia, noi dobbiamo cambiare con essa".