Non c'è dubbio che Sicilia En Primeur rappresenti un'occasione imperdibile per farsi la bocca - letteralmente - sull'ultima annata dei vini isolani e su alcune precedenti. Il 2015 è stata una vendemmia , a detta dei produttori, a 5 stelle, perché tutti i diversi territori sono stati messi nelle condizioni di esprimersi al meglio, con tempi di raccolta spalmati su quattro mesi: c'è chi ha potuto iniziare già alla fine di luglio, e chi ha tirato avanti fino agli ultimi giorni di ottobre. I vini in assaggio, presentati da ben 52 partecipanti (su 79 aderenti ad Assovini), sono stati oltre 370, e ce n'era per tutti i gusti, i vitigni e gli stili. Gli assaggi alla cieca o al banco perciò, sono stati tutti interessanti, ma quelli più appaganti e divertenti, personalmente, non appartengono a questi momenti canonici, bensì a quelli più contestualizzati delle visite nelle aziende, dei pranzi e delle cene.
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Sicilia En Primeur 2015: vini palazzi e giardini
L'annata ideale: così si presenta il 2014 per la Sicilia, che a nome di gran parte del resto d'Italia riscatta in tal modo un anno enologico altrimenti da dimenticare in fretta. In Sicilia la primavera dello scorso anno è stata fresca e piovosa, l'estate asciutta e giustamente calda (ma non caldissima), Settembre tiepido e luminoso, mentre una piovosità scarsa o nulla ha disturbato la vendemmia. Il risultato nel bicchiere è stato presentato nel corso dell'ultima Sicilia En Primeur 2015 il grande evento a cura di Assovini Sicilia, che ha presentato alla stampa nazionale e internazionale (con una certa propensione numerica per quest'ultima) le oltre 200 etichette della quarantina di aziende (su 70 che compongono il club delle imprese di Assovini). Una panoramica forse non esaustiva, ma sicuramente molto significativa della produzione siciliana, che rende ragione della soddisfazione dei produttori, perchè i vini del 2014 sono davvero buoni, pur nella diversità delle loro espressioni, stili e provenienze territoriali.
Si scrive grillo, si legge Sicilia
Un viaggio in Sicilia, e si torna ubriachi. Non (solo) di vino, ma di tutto. Di profumi, colori, suoni, sapori, paesaggi, persone.
E' una terra dove tutto s'amplifica naturalmente: il sole sembra più giallo e più caldo, il mare è più azzurro, il cielo più blu, l'erba più verde, i tramonti più rossi. Per chi è geneticamente abituato a estrarre l'intensità da qualsiasi cosa, perchè climi e territori e persone sono più riottosi e chiusi, un viaggio in Sicilia spiega tante cose; ti spiega perchè in passato si chiamava Magna Grecia (una colonia considerata più grande, in tutti i sensi, della madrepatria), perchè sia sempre stato un crocevia di popoli d'ogni razza e colore (dai Fenici agli Spagnoli, passando per i Normanni e gli Arabi) e, venendo ai temi a noi più familiari, perchè possa vantare un lusinghiero patrimonio di vitigni autoctoni, bianchi e rossi, che solo in tempi recenti stanno tornando d'attualità.