Si avvicinano a grandi passi i fatidici giorni dei regali natalizi, e come sempre in quest'epoca si è tutti più o meno a caccia di idee. Cosa regalare all'amico appassionato di vino che ha già letto tutto (o quasi) ed è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo? Un libro su una delle meno note (e meno ovvie) aree di produzione vinicola: l'Olanda.
Siamo onesti: quando si parla di paesi produttori nuovi e nuovissimi, è facile pensare ai più lontani. Cina, India. Qualcuno azzarda anche la Svezia, con le nuove varietà resistenti come il solaris. Ma chi penserebbe all'Olanda, patria per antonomasia di ottimi formaggi, fantastiche patate e bellissimi tulipani? Eppure. A erudirci su questa che si presenta come una nuova (almeno per noi) frontiera della produzione di vino, tutta da esplorare e conoscere, ci hanno pensato due professioniste del settore, Mariëlla Beukers and Irene de Vette , appassionate wine lovers e travel blogger. Il loro libro "Discover Dutch Wine: Interviews, Wines, Vineyards, Restaurants" è un interessante compendio storico-culturale del mondo del vino olandese: origini, evoluzione, vicende, protagonisti. Scopriamo così che con i Romani arrivarono anche le vigne (bisognava pur dare da bere ai soldati qualcos'altro, oltre all'acqua), che oggi il vino sta diventando sempre più centrale dentro l'Olanda (al punto che ormai è facile trovare bottiglie di vino olandese un po' dovunque) ma anche all'estero, che il paese sembra vocato soprattutto ai vini bianchi, che ci sono zone più adatte di altre alla viticoltura e che la varietà più diffusa è la Johanniter, un'uva Piwi con caratteri simili al Riesling. Il libro comprende poi una serie di interviste a produttori, ciascuna delle quali si conclude con la degustazione di alcune annate dei vini più importanti. E poichè non c'è vino senza cibo e senza territorio, nella terza parte le due autrici ci conducono alla scoperta delle diverse regioni olandesi, per concludere con una serie di ristoranti dove è possibile ordinare vino olandese. Per chi poi intendesse comprare qualche bottiglia, non mancano di segnalare punti vendita offline e online. Il tutto scritto con chiarezza e rigore, con uno stile piano e scorrevole, facile da leggere anche per chi l'inglese lo mastica poco. Insomma, quest'anno si potrebbe osare un brindisi diverso, stappare una bottiglia di spumante olandese (ovviamente da uve Johanniter) e imparare qualcosa di nuovo. Perfino a Natale.