Quante sono le donne che a vario titolo ricoprono un ruolo attivo nel mondo del vino italiano? Sono tante, sono sempre di più. Le sole iscritte all'Associazione Nazionale Le Donne del Vino sono 650, la maggior parte delle quali (70%) sono produttrici, l'11% ristoratrici, il 9% sommelier e un altro 9% giornaliste. Il 28% delle aziende agricole italiane e il 35% degli agriturismi ha una guida femminile (sono laureate il 50% e diplomate il 30%). Non solo, le aziende guidate da donne in generale hanno una maggiore redditività e un turn over del personale più basso (dati da ricerca McKinsey su agricoltura). Per restare in tema con il tradizionale mese delle mimose, ecco alcune notizie che riguardano le donne del vino, della vite e del tastevin.
- Claudia e Giulia Benazzoli, le awarded sisters del Bardolino Chiaretto, hanno da poco lanciato il loro Sogni di Donna, una linea di vini dalla connotazione anche visiva molto personale, curata, e moderna. Oltre al loro famoso (ed eccellente) Bardolino Chiaretto - ora chiamato "Femme Fatale" - troviamo altre 4 etichette, tutte con raffinati nomi femminili: "Dafne" (Bardolino Doc), "Agata" (l'unico bianco della serie, un Pinot Grigio IGT Veneto), "Tecla" (Bardolino Chiaretto fermo), "Giava" (Rosso Verona IGT). Quattro donne immaginarie con caratteri reali.
- Un altro debutto nei giorni scorsi ha riguardato la neonata associazione Donne della Vite, che per la loro presentazione pubblica ufficiale hanno scelto lo spettacolo "Eyes Wine Shot", a metà tra la didattica e la satira, e un luogo particolarmente suggestivo come la galleria delle barrique che si snoda sotto il Castello di Monsanto, l'azienda di Laura Bianchi a Barberino Val D’Elsa (Firenze) che ha ospitato l'evento. "Ho voluto ospitare le Donne della Vite e questa prima loro attività – ha detto Laura Bianchi - perché condivido lo spirito e i principi che animano l'Associazione e sono felice che queste gallerie, che rappresentano la tenacia delle persone che le hanno costruite, facciano da palcoscenico alla loro prima uscita pubblica". Un appuntamento che rappresenta anche l'inizio dell'impegno a costruire la ‘rete culturale’ di incontro e crescita nella quale condividere momenti di divertimento e informazioni professionali.
- Dopo il vino e la vite, ecco i bicchieri. Anzi, i tastevin: quelli delle sommelier. Stando a ricerche recenti, lo stereotipo del gentiluomo un po' in età, cortese e compito, che al ristorante si occupa di seguire e consigliare i clienti in materia di vino, sta definitivamente tramontando. Anche nella sommellerie le donne sono sempre più numerose, sebbene il fenomeno sia relativamente recente (la prima Master Sommelier è stata nominata nel 1987, ovvero 10 anni dopo la fondazione del titolo). Un cambio non solo di genere, ma anche d'impostazione: "C'è stato un enorme cambiamento nel modo in cui viene condotto il servizio del vino nei ristoranti" ha detto Christie Dufault, professore associato presso il Culinary Institute of America a Greystone, in California. "I programmi sulle bevande non riguardano più solo le solite classiche bottiglie. La gente sta presentando vini freschi, emozionanti, e per rappresentare questo tipo di liste dei vini ci vuole anche un nuovo genere di sommelier ". E le donne, soprattutto se giovani e colte, sembrano essere le candidate ideali.