A Year in Burgundy: 3 motivi per guardarlo (e comprarlo)

Ci sono alcuni luoghi del mondo che per un winelover rappresentano altrettanti luoghi da pellegrinaggio laico; la Champagne, il Douro, la Napa Valley, la zona dell'Etna, il Tokaji, la Mosella, per citare solo i primi che vengono in mente. E, ovviamente, Borgogna, Alsazia e Bordolese.

Chi non vorrebbe trascorrere almeno un anno in'azienda del vino di una di queste aree? vivere con il vignaiolo il succedersi delle stagioni, condividendone fatiche e problemi, ansie e aspettative, soddisfazioni e divertimento.

"A Year in Burgundy" è una finestra su questo mondo, un racconto sospeso tra ispirazione poetica e accenti prosaici, passione e pragmatismo dei suoi protagonisti. Un docu-film girato benissimo, con una magnifica fotografia, prodotto da una signora del vino con i controfiocchi: Martine Saunier, prima donna ad avere fondato una compagnia d'importazione di vino francese negli USA, la Martine's Wines, nel 1979.

Grazie all'amico wineblogger Fabien Lainè, ho avuto la possibilità di vedere il film poche settimane fa, in anteprima assoluta, ed ora che è disponibile anche nei vari stores (Amazon, iTunes) mi sento di raccomandarlo, come regalo da fare e da farsi, per tre motivi almeno:

1) perchè è davvero un wine movie - cioè un film dove il vino è veramente al centro di azioni e pensieri degli uomini, e non un semplice pretesto per raccontare una storia (come capita spesso); 

2) perchè ha un'ottima colonna sonora, di cui è in parte autore ed esecutore addirittura un produttore di vino

3) e perchè, naturalmente, offre uno sguardo senz'altro affettuoso, ma anche onesto, su un'area vinicola francese a cui tutto il mondo continua a guardare come ad un modello.

In attesa di riuscire a passarlo davvero, un anno in Borgogna, accontentiamoci di sognarlo...