giornalismo

Premi & concorsi del vino, la fiera delle vanità

"E' il vino XY a guidare la prestigiosa classifica Top 100 della rivista ZW...Per la prima volta un vino italiano sulle vette di una delle più prestigiose testate americane..."

"L'etichetta KZ dell'azienda YY vince il premio speciale Binghissimo al concorso enologico nazionale Bingo 3000. Dopo due intense giornate di selezione, l'azienda YY si è aggiudicata il punteggio migliore..."

"Pioggia di premi per il vino FW dell'azienda KX all'ultimo concorso internazionale Master-coso..."

"Doppia medaglia d'argento per la Cantina ZX in una delle più prestigiose competizioni enologiche internazionali..."

Immaginatevi di aprire la posta elettronica la mattina, e di vedervi piovere dentro 3 o 4 comunicati di questo tipo - un quantitativo che decuplica in occasione di grandi kermesse vinicole internazionali come Vinitaly, Merano IWF o Vinexpo.

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Back to real wine journalism - così si salva la stampa di settore

L'argomento è sempre di vibrante attualità. Mentre oltreoceano si gingillano con dotte questioni ontologico-nominaliste, al di qua dell'oceano, più banalmente e brutalmente, si lotta per la sopravvivenza quotidiana. Che si fa ogni giorno più dura. Beppe Giuliano, l'ormai noto direttore di Euposia, è un ottimo giornalista: competente, disincantato, realista, corretto (e non lo dico perchè è mio amico: online sono in molti a pensarla così, e, sono convinta, anche offiline). All'ultimo TerroirVino ha fatto un intervento al vetriolo intitolato "Ritorno al giornalismo, così si salva la stampa di settore". Ha buttato, con la massima freddezza e nonchalance, un paio di granate da far sobbalzare anche un inesperto del settore. A Genova mancò il tempo per il dibattito, perciò ho pensato opportuno riprendere il suo discorso, che riporto con qualche limatura per questioni di spazio. Nota: grassetto e frasi tra parentesi sono mie.

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