Peter Dipoli

Il Trentino e il sogno negato

Non c'è vignaiolo (autentico) che non abbia un sogno. Fa parte della sua visione, della mission della sua azienda, grande o piccola che sia. 

Anche ai vignaioli trentini piace sognare; ma da qualche tempo sembrano non esserne più capaci.

Prendi il sogno della qualità dei vini, per esempio. Oggi sembra essere più lontano e inafferrabile che mai, come se una sorta di maligno incantesimo impedisca di realizzarlo. O peggio, di diffonderlo: perchè in questa regione la qualità si presenta a macchia di leopardo, e a conti fatti è ancora troppo poca per promuovere nell'immaginario collettivo nazionale e internazionale l'idea di una zona che si batte alla pari con il vicino Alto Adige (con il quale, a torto o a ragione, viene continuamente messa a confronto...) 

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Pinot nero: rischio inflazione?

E' uno dei vitigni più difficili con cui si può avere a che fare, il pinot nero. Al punto che dev'esserci un pizzico di masochismo in quei produttori che si mettono in testa di farlo pur sapendo che darà loro soddisfazioni con il contagocce.

Oppure è il gusto della sfida. Il miraggio di riuscire anche solo ad avvicinarsi, almeno una volta nella vita, a certi modelli inarrivabili e irraggiungibili.

Ma qual'è il modello di pinot nero (ammesso che esista) da perseguire? La domanda, tutt'altro che oziosa, credo se la siano posti anche gli organizzatori del concorso legato alle Giornate Altoatesine del Pinot Nero.

Il concorso è nazionale, e infatti anche quest'anno ha visto in gara oltre una settantina di campioni dell'annata 2008 provenienti da diverse regioni italiane, ma la preponderanza era fortemente in mano all'Alto Adige: e infatti, manco a dirlo, tra i primi dieci Pinot Nero classificati, 9 erano di aziende altoatesine e 1 solo del Trentino. L'elenco dei vincitori si trova qui.

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