Sono stati giorni decisamente intensi e pieni, e a distanza di una settimana ancora qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure (cit.) dell’ultimo Vinitaly.
Le note di degustazione, per esempio.
Santa Tresa è una interessante realtà in terra di Cerasuolo (di Vittoria). I suoi titolari infatti hanno il pallino per la ricerca e la sperimentazione. E come tutti i curiosi, si lasciano volentieri coinvolgere in progetti di ricerca, come il BiViSi, per il quale rappresentano uno dei quattro campi sperimentali nei quali sono a dimora numerosi vitigni ritrovati e relativi fenotipi.
“O” Orisi 2021, Rosso Terre Siciliane IGP Bio, è un vino che nasce da un’uva originaria dei Nebrodi, figlia del Montonico Bianco e del Sangiovese. Una varietà che, per la gioia degli agronomi, resiste a siccità e peronospora, due problemi sempre più frequenti anche in Sicilia. I grappoli raccolti sono stati messi con gli acini interi in botti grandi per 12 mesi,per una macerazione a cappello sommerso. Una scelta enologica che ha premiato con un vino molto interessante, dai golosi profumi al naso di fragoline e frutti di rovo (more, mirtilli, ribes nero) che in bocca si aggiungono alla ciliegia e al pepe rosa, in un sorso fresco foriero di buona longevità. Anche l’Albanello, altro vitigno reliquia, è indifferente a siccità e peronospora, ma a differenza dell’Orisi non spicca per profumi (motivo per cui probabilmente era stato abbandonato). La sua dote è la struttura: per questo, insieme ad un duo aromatico composto da Zibibbo e Fiano, da’ luogo al vino “Insieme Bianco” Bianco Terre Siciliane IGT Bio Organic Vegan Friendly, fruttato e complesso. Al naso e in bocca è ovviamente molto accattivante, ma la persistenza e ila texture rivelano le spalle larghe dell’Albanello, senza il quale il vino non sarebbe così completo. (1-continua)