I dati di mercato e le indagini tra i consumatori del mondo l’hanno reso ormai chiaro: il vino del momento è il Valpolicella Superiore. Un “Superiore” che nasce soprattutto in vigneto, da uve di qualità naturalmente superiore di quelle destinate a fare Valpolicella fresco, e non dall’aiutino che può dare anche a questa tipologia la consueta pratica dell’appassimento (leggero, medio, forte, breve, medio lungo, lungo, in parte, metà, tutta l’uva… le varianti sono quasi infinite).
Per questo il Consorzio di Tutela della Valpolicella ha avviato, in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, uno specifico progetto di ricerca focalizzato sul Superiore: per individuare la stilistica di maggior successo, analizzare l’offerta attuale presente sul mercato, offrire ai produttori delle basi scientifiche che li possano orientare nelle scelte produttive di domani. L’obiettivo è riuscire a produrre un Valpolicella Superiore che sia significativo ed esemplare del suo territorio di origine e anche in linea con tendenze e gusti più contemporanei. Il progetto è partito nel 2021, e culminerà con l’ultima raccolta dati a partire dalla vendemmia in corso.
“La ricerca messa in campo – racconta il Presidente del Consorzio Christian Marchesini - nasce dalla consapevolezza che la Valpolicella, oltre ai grandi vini strutturati come l’Amarone, che deriva da appassimento, e il Valpolicella Ripasso, prodotto da una tecnica rafforzativa unica al mondo, deve potere schierare sui mercati anche una referenza che parli in modo forte e chiaro di territorio. Un vino che sia il risultato di affinamenti anche importanti, capaci di valorizzare al meglio il luogo di provenienza senza interferenze tecniche. Da qui la volontà di mettere la lente di ingrandimento sul Valpolicella Superiore, nella consapevolezza che questo possa essere un vino moderno, capace di giocare un ruolo da protagonista nel panorama commerciale odierno, andando a intercettare un segmento di consumatori che prediligono vino con gradi alcolici più leggeri e con una maggior bevibilità”.
Due le direzioni entro cui si è mossa la ricerca condotta dal Prof. Maurizio Ugliano e dal suo team del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona: “Da un lato – racconta il prof. Ugliano – il Consorzio ha raccolto in molti siti, nel corso delle passate due vendemmie, campioni d’uva che sono stati vinificati in laboratorio realizzando blend di Corvina, Corvinone e Rondinella combinati insieme in modo diverso. I vini ottenuti sono stati analizzati a livello chimico e sensoriale per comprendere come composizione delle uve e tipo di blend, rispettivamente frutto delle caratteristiche dei differenti vigneti e delle scelte dell’enologo, vadano a caratterizzare il vino. La 2023 sarà l’ultima vendemmia di questo triennio di ricerca che chiuderà la raccolta dati e che ci consentirà nel 2025 di pubblicare i dati conclusivi di questo importante percorso.”
Nel frattempo, si è andati a indagare il panorama commerciale del Valpolicella Superiore, per capire se la direzione e lo scopo concettuale della ricerca fosse corretta: “A tal fine - continua il docente - sono stati analizzati dall’Università 63 campioni di vini, per caratterizzarne in maniera dettagliata la composizione aromatica. In aggiunta però, questi sessantatré campioni sono stati anche affidati all’ assaggio di un panel di esperti internazionali, composto da opinion leader, giornalisti, sommelier e degustatori convocati a febbraio 2023 al fine di verificare se esistessero degli stili più ricorrenti rispetto ad altri, sia a livello alcolico che strutturale. Complessivamente, è stato possibile identificare alcuni composti aromatici caratteristici di differenti stili esistenti tra i produttori, il che consentirà in futuro di definire con maggior precisione l’importanza di variabili di vigneto e di cantina nell’interpretazione stilistica del Valpolicella Superiore.”
Molto interessanti e indicativi i risultati raccolti; è infatti emerso che dei quattro stili principali identificati - snello, leggero, strutturato e potente - gli stili leggero e snello siano quelli che hanno riscontrato un maggior gradimento. I risultati di questa parte di ricerca sono stati presentati ai produttori di Valpolicella Superiore nel corso di tre serate che si sono svolte nel mese di luglio 2023. “Il messaggio che è stato veicolato – dice il Presidente Marchesini - è che da questa analisi dobbiamo e possiamo trarre preziose indicazioni per il futuro, per essere preparati di fronte a quella che appare essere una tendenza crescente non sono nel panorama nazionale ma anche internazionale. L’analisi condotta infatti ci dice che vini con un grado alcolico tra i 12,5 e i 13 gradi, con strutture inferiori a livello di estratto, in cui i sentori di appassimento emergono in misura minore e in cui la capacità di beva è maggiore, riscontrano un maggior apprezzamento da parte
del consumatore”.
I risultati conclusivi della ricerca saranno disponibili solo nel 2025, quando anche le campionature dell’ultima vendemmia ora in corso saranno analizzati e sistematizzati e consentiranno di avere un quadro più completo in grado di aiutare i produttori a orientare meglio le loro strategie produttive.