Nel Veneto sono 24 le varietà resistenti finora autorizzate.
Lo si predica ormai da anni a tutti i livelli: basta chimica nell’ambiente, incluso quello viticolo. Ne va del futuro dell’ambiente stesso, ma soprattutto della salute di chi vive. Per questo la Regione Veneto da tempo promuove programmi e progetti volti a ridurre l’uso di prodotti fitosanitari in viticoltura, soprattutto in alcune complesse situazioni locali. In quest’ottica sta prendendo forza anche la strategia di utilizzare varietà di vite “resistenti” alle principali fitopatie. Si tratta di vitigni derivati da programmi di incroci naturali con varietà di vite che contengono particolari caratteri di resistenza, principalmente alla peronospora e all’oidio e che per questo richiedono un numero ridotto di trattamenti chimici rispetto alle varietà tradizionali.
Attualmente sono circa 370 le varietà “resistenti”, ottenute in 25 Paesi, compresa l’Italia: di queste, già 34 sono iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, utilizzabili attualmente per le sole IGT.
Tra questa ampia offerta di varietà di viti “resistenti”, la Regione del Veneto ha promosso negli ultimi anni una serie di progetti, gestiti da vari Enti, il cui obiettivo è quello di valutare i vitigni “resistenti” che maggiormente si possano adattare alle varie aree vitivinicole regionali, in particolare quelle con forte pendenza o difficilmente meccanizzabili, o che possano essere utilizzati in viticoltura biologica.
Il risultato di questi progetti ha portato all’autorizzazione alla coltivazione nel territorio regionale di ben 24 varietà di vitigni “resistenti”, che tra l’altro stanno riscuotendo un discreto interesse tra gli operatori.
Tra i diversi progetti regionali in campo, quello attivato da Veneto Agricoltura tramite il proprio Centro di Conegliano consiste in due vigneti sperimentali, costituiti dalle principali varietà ammesse alla coltivazione nel Veneto: uno si trova nella zona del Lison-Pramaggiore (VE), dove tra l’altro la vendemmia delle varietà precoci è iniziata nei giorni scorsi, l’altro nel Comune di Seren del Grappa (BL). Sono già alcune vendemmie che i tecnici di Veneto Agricoltura effettuano delle vinificazioni, e l’obiettivo è definire con precisione la caratterizzazione enologica e produttiva dei vitigni coltivati.
Dal 2020 questa attività di valutazione è arricchita dai risultati derivanti da un altro progetto regionale, affidato sempre a Veneto Agricoltura con la collaborazione dell’Associazione PIWI Veneto. Nella zona di Borgo Valbelluna (BL, è stato realizzato un vigneto sperimentale costituito dalle ultime novità di viti resistenti a bacca nera che possono sovrapporsi, come epoche fenologiche e caratteristiche enologiche, ad una delle varietà èpiù pregiate del mondo, ma anche una delle più difficili e delicate: il Pinot Nero.