Ci sono voluti 10 anni di lavoro ma alla fine anche il panorama enologico del Veronese può vantarsi di possedere un Patrimonio Immateriale dell’Umanità: il Soave è stato riconosciuto sito GIAHS - FAO. Dopo essere riuscito a ottenere il riconoscimento di Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano, in questi giorni la denominazione del “bianco classico d’Italia” è diventato il 53simo sito mondiale.
”Con questo riconoscimento - si legge nel comunicato stampa ufficile, che volentieri rilanciamo - sono tutelati come patrimonio dell'umanità i tratti distintivi di questo territorio che sono la pergola veronese, il sistema delle sistemazioni idrauliche fatto di muretti a secco e terrazzamenti (riconosciuti anche questi dall'Unesco come Patrimonio Immateriale), l'appassimento e il Recioto di Soave e l'organizzazione sociale fatta dai 3.000 viticoltori riuniti in una cooperazione virtuosa , che ogni giorno con fatica coltivano le uve che crescono sui suoli vulcanici e calcarei della denominazione. Valori e tradizioni centenari, tramandati di generazione in generazione e che oggi sono ancora vivi e portati avanti dai giovani che si stanno affacciando su questo mondo”. Il percorso che ha portato il Soave a ottenere questo risultato è iniziato nel 2006, con la pubblicazione di "Un paesaggio Soave" che prima di tutti ha riconosciuto come valore intrinseco tutti quegli elementi distintivi e identitari di un territorio che da più di 200 anni è dedito alla viticoltura; nel 2015 l'edizione di “Origine, stile e valori" ha posto le basi al lavoro coordinato dal Consorzio, che ha portato al riconoscimento come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano; infine la scrittura della candidatura GIAHS, redatta dal direttore del Consorzio stesso, Aldo Lorenzoni, in collaborazione con Chiara Mattiello e tutto il team del Consorzio che in questi anni ha lavorato senza sosta per arrivare ai risultati di oggi.
"E' una grande, grandissima soddisfazione - dice Sandro Gini, presidente del Consorzio Tutela Vino Soave - Questo riconoscimento mette Soave tra i più importanti sistemi agricoli e vitivinicoli al mondo, per la sua capacità di mantenere tradizioni centenarie, pur nella innovazione che deve contraddistinguere un sistema produttivo moderno, efficiente e capace di produrre reddito. Soave diventa esempio per l'intera umanità e di questo non possiamo che essere felici." Legittima soddisfazione viene espressa anche da Aldo Lorenzoni, che però giustamente avverte: questo è solo un nuovo inizio, non un traguardo “Un punto di partenza fatto di tanti progetti che stiamo impostando per la conservazione dinamica di questo sito che è considerato unico al mondo. Tutto il sistema produttivo, attraverso questi progetti sta andando nella stessa direzione, fatta di sostenibilità e di fiducia nel futuro.".
Riconoscimenti come questo non vanno infatti considerati come medaglie da appuntarsi sul petto e con cui andare in giro pavoneggiandosi, ma una nuova assunzione di responsabilità nei confronti della denominazione, di chi ci vive e lavora.
L’eccellenza è stata riconosciuta, ora bisogna continuare a mantenerla e a elevarla.