Qualcuno se n'è accorto da un pezzo, altri fanno finta di non vedere/capire, ma il processo è ormai in atto ed è irreversibile: la frattura tra il mondo delle istituzioni (vinicole e non) e una certa parte di quelli della produzione e del consumo del vino esiste, ed è sempre più estesa e profonda. Non è un'impressione, è un dato di fatto. Da un lato, gli scoraggianti risultati (o addirittura il fallimento,con pesanti strascichi economici, d'immagine e altro) di tante manifestazioni-eventi-iniziative dedicate alla promozione del vino, dall'altra la stanchezza di tanti produttori (che non ne possono più di sentirsi tirare la giacchetta a destra e a manca dall'ente di promozione di turno, o dal Consorzio, dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione...e via a salire, che chiede loro di partecipare all'ennesima fiera-sagra-mostra-mercato-festival-salone-galà). E poi i consumatori: a parlar loro di certe kermesse messe in piedi dai soliti noti (istituzionali e non) ormai gli viene l'orticaria. E rispondono con sempre maggior noia, disinteresse, disaffezione, senso critico. Oppure non rispondono affatto: le disertano.
Eppure la richiesta di cultura del vino in senso lato esiste ancora, ed è anzi più viva che mai...
che fare, dunque?
Una risposta semplice ed efficace viene dalla formula VinixLive!, un format di evento nato dal basso e rivolto al... basso, assolutamente altra cosa rispetto a qualsiasi evento aziendale. VinixLive! è fatto dai produttori per i consumatori, con l'impegno - manuale, creativo, economico, organizzativo - dei primi per i secondi. Senza altri intermediari. Senza finanziamenti pubblici. Senza sponsorizzazioni terze. Senza benedizioni-passerelle politico-istituzional-amministrative. L'ultimo (finora) di questi eventi, ma il primo a tenersi in Trentino, è stato il VinixLive! n.6, gestito, inventato, organizzato, offerto dall'azienda Pojer&Sandri. I titolari della quale, Mario Pojer e Fiorentino Sandri, non si sono risparmiati su alcun fronte: non su quello dell'ospitalità (hanno aperto al pubblico e agli altri produttori tutti gli spazi della cantina, dalle prime ore del mattino alle prime...del giorno dopo, visto che a mezzanotte passata c'era ancora gente che girava), non su quello della creatività (hanno pensato a tutti i target di età, organizzando momenti di cultura e divertimento per visitatori dai 2 ai 90 anni, astemi compresi), e nemmeno su quello della scelta dei prodotti di territorio o degli ospiti d'onore.
Il Trentino delle eccellenze gastronomiche era insomma ben rappresentato: vini (Foradori, Vignaiolo Fanti, Eugenio Rosi, Armando Simoncelli), miele, salumi, formaggi, pasta, polenta (della Valsugana), prodotti ittici, succhi e mele biologiche, arte grafica, scultura, teatro. C'era tutto, o quasi. Persino la birra.
E ovviamente c'era anche, almeno in parte, un po' del meglio del resto del mondo: vini altoatesini (Di Poli e Gottardi), tedeschi (Hirschhoner Hof), francesi (Guillaume Mochel), svizzeri (Weingut Davaz con Christian Maurer), austriaci (Weingut Feiler), spagnoli (Sierra Cantabria), e golose specialità italiane sul tema del vino.
Con pochissime eccezioni, tutti i vini presentati in degustazioni erano anche in vendita a prezzo sorgente.
Inoltre, a contorno del già ricchissimo programma, non è mancato il banco del Baratto Wine Day (BWD): il libero scambio di bottiglie tra appassionati che ogni volta alza il tiro. Chi pensa di approfittare di questa iniziativa per svuotare la cantina di vinacci, si rivolga altrove: le bottiglie presentate sono di un lignaggio sempre più superiore. Chissàmai che in un futuro non troppo lontano ci si dovrà accostare a questo banco con in mano il catalogo delle quotazioni di Christie's.
Chiusura in bellezza, la grande cena allestita nella suggestiva barricaia, e servita dai familiari e dai ragazzi dello staff dell'azienda. Anche qui, no catering, ma una cosa in famiglia.
Giornate come queste non costano poco, soprattutto in termini di impegno personale: Pojer e Sandri fanno vino, mica gli organizzatori di eventi. Eppure i ritorni in termini di relationships, brand awareness, loyalty, per dirla in markettese (in italiano si può tradurre con relazioni, conoscenza di marca e fedeltà alla stessa) sono superiori a quella di qualsiasi campagna pubblicitaria tradizionale.
Perchè l'attenzione del consumatore viene conquistata dal produttore sul campo; perchè il visitatore è testimone diretto dell'apertura dell'azienda al suo territorio e viene coinvolto nella sua opera di promozione; perchè non ascolta chiacchiere, ma vede azioni.
Il Trentino del vino che ci piace, funziona e avrà sempre un futuro (anche commerciale) è questo.
Non questo.
p.s.1: a onor del vero, la giornata di questo VinixLive si era aperta per un gruppo di eletti fin dal mattino, con una verticale di Rosso Faye. Sarà oggetto di un prossimo post.
p.s.2: alcuni grazie sparsi, qua e la': a Michele (per l'assistenza alla degustazione), alla signora Pojer (fantastiche le sue frittelle di patate), al giovane, bravissimo chef Peter (per qualche piccolo trucco da provare in cucina), a tutti i ragazzi dello staff dell'azienda, e ovviamente a Mario Pojer e Fiorentino Sandri per l'entusiasmo con cui hanno affrontato il loro primo VinixLive...