Come scritto nel precedente post, il capitolo “La vite e la storia del clima” nel libretto “piccola e buona storia della viticoltura” è uno dei più intriganti. Per troppo tempo il clima e le sue fluttuazioni nei secoli non hanno goduto di tutta l’attenzione e degli approfondimenti che meritano da parte di studiosi diversi dai climatologi storici. Invece, come ben spiega il prof.Mariani proprio in questo capitolo, “la vite domestica e i suoi antenati selvatici sono importanti traccianti dell’evoluzione del clima”. Uno sguardo più esteso nel tempo e nello spazio al cammino della vite sul pianeta Terra e all’evoluzione del clima che l’ha accompagnato ci possono dire molto di quello che può aspettarci. Il problema dell’uomo infatti è sempre stato quello di avere la memoria troppo corta, se non trova modo di fissarla su qualche supporto. Il risultato è che eventi catastrofici si sarebbero potuti evitare - o almeno ridimensionarne gli effetti negativi- se solo la gente si fosse ricordata di ciò che li aveva preceduti. Invece, a metà del 1700, bastarono 50 anni di clima mite per far dimenticare alle persone la durezza di certe stagioni. E quando ad un inverno incredibilmente freddo seguì un’estate piovosissima che rovinò i raccolti, in Francia 200 mila persone morirono di fame, perchè la gente si era disabituata a far provviste per tempi più duri. Ecco perché, prima di lamentarsi del clima che non più quello di una volta, sarebbe utile fare un ripasso di Storia, magari a partire dall’infografica in apertura, dove sono stati riassunti solo alcuni dei punti più centrali del rapporto tra Vite e clima. Da notare che la Piccola Era Glaciale (PEG) termina per convenzione nel 1850, e da allora nelle temperature europee si sono alternati momenti di crescita (dal 1850 al 1872), di decrescita (dal 1873 al 1888), poi nuovamente di crescita (dal 1889 al 1950) e nuovamente di decrescita (dal 1951 al 1987): un andamento altalenante che si riscontra anche in passato. Con un punto di svolta importante, però, nell’anno 1987: da allora, le temperature in Europa hanno continuato solo a crescere.
E continuano a farlo. Le cause? E’ stato ormai appurato che in questo global warming l’attività umana ha la sua parte di responsabilità (45%, nel periodo 1901-2011), ma il resto è da imputarsi ad eventi naturali. Che, non potendo essere evitati, dovremo imparare a gestire il più velocemente possibile.