La degustazione dei vini è in genere il momento clou della visita ad una cantina. Tutto il resto - il giro nei vigneti, il racconto del “bisnonno del nonno dello zio del padre che faceva vino fin dai tempi di Noè”, il tour tra le torri d’acciaio della fermentazione e la passeggiata in religioso silenzio nelle sale dei legni - sono solo il contorno. Necessario, ma non sufficiente. Alla fine, la prova di tutto quello che si è raccontato e mostrato e illustrato fino a quel momento è nel bicchiere.
Prima dello scoppio della pandemia, ho fatto degustazioni di vini nelle modalità e nei luoghi più diversi: su terrazze con vista mare, su piattaforme in pietra lavica immerse nei vigneti etnei, in aule di degustazione tecnica (sempre con vista sui vigneti), in mezzo a filari di vitigni reliquia. In vecchi palmenti e in cantine avveniristiche. Su tavoli tirati a lucido a bordo piscina, sulla bocca di un pozzo in un cortile, su tavolini zoppi in cantine (molto) ruspanti. La degustazione è il momento più bello, più divertente, più impegnativo - o più disimpegnato. Dipende dal contesto, dall’obiettivo della visita e della degustazione stessa.
Ora però, in tempi di post-Covid, molte modalità di svolgimento della visita e della degustazione stessa vanno ripensate. Per rassicurare i degustatori sulla sicurezza (sanitaria) dell’esperienza, e per non perdere comunque preziose occasioni di far conoscere i propri vini. Per continuare a fare il proprio lavoro.
In base alla mia esperienza, sia passiva (come invitata) che attiva (come organizzatrice), ecco come bisognerebbe organizzare le prossime degustazioni in cantina*:
1. No overbooking. A seconda dello spazio disponibile, si calcolerà il numero massimo di persone che possono partecipare a una degustazione
2. No paper. L'eventuale badge (nel caso di un gruppo) e qualsiasi altra documentazione (elenco dei vini, quaderno di degustazione, programma, informazioni utili, comunicati stampa ecc) dovrebbe arrivare per email almeno una settimana prima. Il giorno dell’evento non si consegneranno più cartelle stampa, libri o altro
3. No last minute. Si potrà visitare la cantina solo previo appuntamento, confermato con congruo anticipo
4. Safety area di attesa all’arrivo, tale da garantire tutto il distanziamento che serve.
5. Bring your own glass. I degustatori di professione hanno il loro set di bicchieri, spesso anche la propria sputacchiera. In fase d’invito si può incoraggiare a portarli. Bicchieri e sputacchiera della cantina verranno dati (con tutte le precauzioni del caso) solo a chi ne è sprovvisto.
6. Gloves in toilette. Per gli ospiti più prudenti (o semplicemente preoccupati per occasioni di potenziale contagio), all’ingresso della cantina, o nelle toilette, dovrebbero essere disponibili guanti usa e getta.
7. No buffet . Se durante la degustazione è previsto l’abbinamento con il cibo, è bene che ciascun partecipante riceva il suo piatto già confezionato ad hoc. I tavoli da buffet, così ricchi di prelibatezze, invitanti e colorati, ai quali ciascuno si serve come vuole, sono verboten. Almeno per adesso.
8. Wine machine. Una delle cose che ho apprezzato di più nel padiglione del vino Italia dell’ormai lontano Expo 2015 di Milano è stato il dispenser dei vini, ai quali potevi servirti in tutta sicurezza e praticità. Peccato che siano ancora poche le cantine che lo usano (una di queste è Bastianich, in Friuli). Di questi tempi, forse è il caso di ri-prenderla in considerazione, perché permette a ogni degustatore di assaggiare quello che vuole senza nemmeno toccare la bottiglia.
9. At home it’s better. Nei giorni del generale lockdown le virtual tastings hanno spopolato sul web. Rivelandosi per quello che sono: l’alternativa meno costosa e più efficace per parlare dei propri vini al maggior numero di persone. Basta inviare anzitempo una campionatura agli invitati, e poi dare appuntamento a tutti su qualche piattaforma per le video chiamate, per assaggiare e commentare insieme. E’ stato fatto. Continuano a farlo, in tutto il mondo. Funziona.
10. Sanitizer everywhere. Senza esagerare, si possono mettere a disposizione gel sanificanti all’ingresso della cantina, nell’eventuale safety area di attesa, e ovunque ci siano cose che è necessario toccare.
Non si sa mai.
*N.B.; presso alcune cantine, alcune di queste pratiche sono in uso già da tempo.