300 anni fa, il 13 maggio per l'esattezza, nasceva a Vienna Maria Teresa d'Austria, complessa figura di sovrana illuminata, femminista ante litteram e al tempo stesso convinta conservatrice, alla quale una città italiana in particolare - Trieste - deve tantissimo, in termini di opere realizzate come di spirito; d'altro canto, la stessa città rispose sempre così bene alle sue azioni innovatrici che la monarca non sentì mai nemmeno il bisogno di recarsi a dare un'occhiata. Per Trieste il 2017 è dunque l'anno di Maria Teresa, ma anche noi che amiamo i frutti liquidi e solidi dei luoghi dovremmo unirci ai festeggiamenti, perchè dobbiamo a lei la definitiva consacrazione delle osmize.
Le origini di questo particolare tipo di ritrovo rustico e familiare così caratteristico dei dintorni di Trieste e del Carso in generale, risalgono all'epoca di Carlo Magno, ma fu grazie a Maria Teresa e suo figlio Giuseppe II se verso la fine del '700 fu concesso ai contadini di vendere al pubblico i prodotti locali - vini compresi -, a patto che fossero di produzione propria. La vendita poteva avvenire per 8 giorni consecutivi (da cui il nome: osem nel dialetto locale significa otto) o loro multipli, anche più volte durante il corso dell'anno. Condizione per praticare questa attività era segnalare la presenza dell'osmiza con delle frasche, posta sulla porta di casa o lungo la strada: chi non lo faceva si vedeva revocare il permesso di vendita. Prendeva così definitivamente avvio un'attività e un modo di conoscere il territorio che ancora ai nostri giorni si rivela tra i più autentici: nelle osmize l'ospitalità è familiare ai limiti dello spartano, i cibi sono salumi, formaggi, carni allevate e lavorate in loco, piatti tipici tanto rustici quanto gustosi. Andar per osmize è anche il modo più efficace per capire i vini del Carso, non sempre facilmente approcciabili da tutti i palati: la Vitovska, il vino di luce che sa di gesso e iodio, lo scontroso Terrano o la profumata Malvasia trovano le loro collocazioni ideali accanto a piatti anche estremamente semplici come uova sode o ossocollo: tutti prodotti a km zero, diremmo oggi, che è quanto di più trendy si possa trovare oggi. Una tendenza che ci arriva da lontano nel tempo, a dimostrazione che dalla Storia - e soprattutto dal suo studio - c'è sempre da imparare.