Prima regione italiana per produzione e per export, (nel 2015 sono stati prodotti 12,54 milioni di quintali di uva, pari a 9,7 milioni di ettolitri di vino, mentre l'export è stato di 1,83 miliardi di euro, pari al 34% del valore complessivo delle esportazioni vinicole italiane), il Veneto ha inaugurato la nuova stagione vendemmiale con il consueto incontro di previsione, tenutosi a Legnaro-Pd e organizzato da Veneto Agricoltura e Regione, in collaborazione con Avepa, Arpav-Servizio Meterologico, Crea Viticoltura Conegliano, Regione Friuli-Venezia Giulia e Province di Trento e Bolzano.
I primi a inaugurare la raccolta 2016 sono stati come da tradizione i grappoli di Pinot grigio e Chardonnay (basi spumante), la vendemmia dei quali è iniziata proprio questa settimana. Per tutti gli altri, cassette e bins verranno tirati fuori solo tra qualche giorno (29 agosto): le previsioni qualitative sono comunque molto positive per tutti, ammesso (e non concesso) che il bel tempo perduri fino alla fine. L'andamento stagionale 2016 infatti non è stato propriamente un campione di regolarità, ha osservato il direttore di Crea Viticoltura di Conegliano Diego Tomasi: anche nel 2016 si sono avuti passaggi da periodi piovosi con temperature sotto la media, a periodi caldi e asciutti e viceversa. L'avvio della primavera ha avuto temperature miti, che hanno determinato un germogliamento precoce della vite, ma i successivi mesi di maggio e giugno molto piovosi hanno fatto perdere l’anticipo fenologico. Ciò che si è manifestata più di tutti, in molte zone, è stata una situazione sanitaria delle uve a dir poco critica, con malattie fungine (peronospora) in bella evidenza. Alla fine di queste alternanze climatiche, in tutte le aree vocate del Veneto la vendemmia 2016 risulta perciò posticipata di circa 8/10 giorni rispetto allo scorso anno. Da un punto di vista produttivo, si avranno un po' meno uve rosse (soprattutto Merlot) per la riduzione delle superfici e di alcuni problemi di ordine sanitario, e un quantitativo stabile di uve a bacca bianca.
Nella provincia di Verona la previsione produttiva dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli della campagna precedente, mentre nella vicina Vicenza si va da un -578% nelle Doc Colli Berici e Gambellara ad un +20/25% nella Doc Breganze. Segno più anche per le produzioni bellunesi (+5%), che vedranno un ulteriore aumento del 10-15% dovuto all’entrata in produzione di nuove superfici vitate. A Padova produzione come l'anno scorso, male solo il Merlot, previsto in calo per gli attacchi di peronospora (-10/15%). A Rovigo la produzione è stimata del 10/15% in più rispetto allo scorso anno sia per le uve bianche che nere, con buone prospettive per Malvasia, Refosco e Pinot Grigio, mentre a Belluno si prevede una produzione superiore del 5% rispetto al 2015. Più Glera e Pinot Grigio da raccogliere anche quest'anno in prov. di Treviso: + 7% rispetto al 2015; -19% invece per le uve nere. Infine, Venezia: l’entrata in produzione dei 330 ettari di nuovi impianti determineranno un aumento di produzione del 3% rispetto al 2015 per le uve bianche. Al contrario, per le uve a bacca nera, Merlot in particolare, si prevede un sensibile calo produttivo.
Uscendo dal Veneto e andando a Nord, in provincia di Bolzano è prevista una produzione in calo del 5/10%; il Trentino vede sulle varietà a bacca bianca un calo di produzione del 5/10% rispetto al 2015. Sulle varietà a bacca nera il calo dovrebbe raggiungere il 10/15% per attacchi di peronospora in alcune aree. In Friuli V.G. la resa stimata è in linea con le produzioni 2015 per la principali varietà, ad eccezione della produzione su alcune varietà a bacca nera, che è stimata in leggero calo.
Buone le prospettive anche per il resto dell'Italia vitivinicola, mentre fuori dai confini ci si aspetta una produzione di 44 milioni di hl di vino dalla Francia e di 42 dalla Spagna.