TerroirVino, ovvero l'evento enoico (eroico?) dell'anno della Liguria. Per chi non ci fosse stato, dico subito che non ho nessuna voglia di riassumere in poche righe la densità di 2 giorni vissuti quasi per intero in loco (ovvero ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova, con la sola breve parentesi della cena a Villa Spinola).
Non siete venuti? non avete potuto/voluto seguire l'evento in real time sulla rete? mi spiace per voi, vi siete persi qualcosa. Per esempio, la dimostrazione che in Italia è ancora possibile organizzare qualcosa di valido senza mettere di mezzo la politica locale, il potentato di turno, il Governo centrale, l'Ice, Bruxelles e l'ONU (e chiedendo soldi a tutti costoro, ovviamente).
Ciò premesso, e dichiarando a scanso d'equivoci che non è mai facile fare le pulci ad un amico (qual'è Filippo Ronco), a beneficio degli assenti, dei distratti e soprattutto dei posteri, proviamo a dare i voti a TerroirVino 2010.
Location: i Magazzini del Cotone (Porto Antico, Genova). Spazi completamente vuoti da farcire a piacere come un bignè. Funzionali, condizionati il giusto (che afa che fa a Genova!) e con un fantastico wi fi che ha fatto il suo dovere dalla prima all'ultima ora, senza inchiodarsi, recalcitrare o rallentare. Non so dire se la distanza dal centro della città o dalla stazione ferroviaria costituisce o meno un handicap, sta di fatto che per chi arriva in auto (e deve scaricare cartoni di bottiglie o altri ammenicoli) è ideale: i parcheggi (un po' cari, ma si sa...) sono tutti lì. Voto: 8
Vinix Unplugged Unconference: quando si organizza una conferenza a più voci, è praticamente impossibile riuscire a (far) rispettare i tempi. Da quando frequento queste iniziative (cioè da tempo quasi immemorabile) nessuno c'è mai riuscito. Tranne Filippo Ronco. Qualche minuto dopo le 11 (causa ritardo di qualche relatore) si è iniziato, poco prima delle 18 si è finito. In anticipo sulla tabella di marcia. Incredibile. Sospetto che Filippo abbia usato una frusta sonica (come quelle di cui si legge in certi romanzi di SF) per zittire i più logorroici, ma l'ha fatto con una tale abilità e discrezione che non sono mai riuscita a beccarlo sul fatto. Voto: 8 per i tempi, ma 5 per i...temi. D'accordo essere democratici, ma gli interventi erano davvero troppi. Alcuni molto interessanti e intensi, altri decisamente meno, al limite con il superfluo. Per gli uni e per gli altri però, è praticamente mancato il tempo del dibattito. E alla fine il senso d'incompiutezza resta.Voto di media: 6 (all'incirca).
Cena a Villa Spinola: bellissima la villa. Catering: dopo un aperitivo discreto (ma non eccezionale), si è riscattato con la cena, i primi (adoro la pesta al pesto, e qualunque piatto contempli il basilico come ingrediente), il pesce e il resto. Ottima l'idea di lasciare al libero servizio la scelta dei vini, meno quella di far suonare sempre e comunque un gruppo musicale. Gli italiani non sono gente educata, in genere. Non alla musica, intendo. Così, quando c'è un sottofondo musicale, soprattutto live, anziché abbassare il tono delle conversazioni, per ascoltare pur continuando a discorrere, lo alzano a livelli quasi insopportabili, nel tentativo (stupido) di sovrastare le note. E il mal di testa è assicurato. Certo, non ci fosse stato quel gruppo non avremmo avuto il miglior wine blogger 2010 in azione alla chitarra...Voto: 7.
TerroirVino 2010: molto buona la scelta dei produttori partecipanti, che mi ha permesso di scoprire un paio di Rossese sorprendenti. Eccellente il servizio no-stop di catering: focacce a volontà, tartine e altro ancora. Dalla mattina alla sera, tra un assaggio e l'altro. Così si ammortizzava l'alcol (non si sputano vini così buoni!) e ci si dimenticava di cercare un ristorante per il pranzo. Voto: 8
Baratto Day: personalmente non vi ho partecipato, ma è stato simpatico vedere i produttori scambiarsi le bottiglie tra loro...Voto: 7
Garage Wine Contest: altra idea simpatica...in teoria. In pratica, una vera sfida a livello organizzativo. Perchè i vini dei garagisti, realizzati da appassionati per semplice passione (e con un livello di tecnologia e/o di conoscenza enologica a dir poco approssimative, a volte) sono difficilissimi da giudicare. Anzi, forse non vanno giudicati affatto. Vanno bevuti e basta. A volte con fede, altre con coraggio. Con un po' di fortuna, perfino con piacere. Voto: 7.
Organizzazione generale: memori, forse, delle passate esperienze, Filippo & collaboratori sono diventati dei draghi del ghiaccio. I vini erano sempre (o nella maggior parte dei casi) alla temperatura più idonea. E i bicchieri da degustazione in dotazione più che corretti. Voto: 8.
Conclusione: questa del 2010 è stata un'ottima edizione di TerroirVino: rilassata, interessante, coinvolgente, d'alto profilo. Lo standard qualitativo insomma non ha fatto che alzarsi, in questi anni. Non sarà difficile fare ancora meglio, apportando poche e piccole correzioni di rotta.
Ma a questo si penserà l'anno prossimo.