Amarone

Vendemmia 2014 in Valpolicella: che vini saranno?

Come un po' in tutta Italia, anche in Valpolicella le prospettive erano ottime: tutti i segnali facevano presagire una gran bella annata, con uve belle sane e perfino in anticipo sui consueti tempi di maturazione. Si cominciava quasi a rilassarsi quando, dalla metà di giugno in poi, la situazione è improvvisamente, drammaticamente peggiorata. E adesso, dopo due mesi di pioggia, grandine e temperature autunnali si iniziano a tirare le somme di quella che è stata la non-estate del 2014; Daniele Accordini, direttore ed enologo della Cantina di Negrar, ha definito quella di quest'anno una vendemmia da professionisti, perchè i problemi sono soprattutto di natura sanitaria, e in questo campo ciò che conta è la capacità pregressa del viticoltore: se è stato superficiale, distratto o frettoloso, ciò che si ritrova adesso sono uve non sane.

Che vini dovremo aspettarci allora da questa annata?

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Gennaio tra innovazione, degustazioni e business

Mese complicato, zeppo di cose, di assaggi, di incontri, questo gennaio.

L'estratto secco però si può riassumere in due sole parole: innovazione e business. Questi concetti sono stati al centro del secondo, intenso Wine Business Innovation Summit (tenutosi a Monaco di Baviera) del quale, questa volta, gli interessati potranno leggere qualcosa in un (autorevole) sito altro, che solitamente non parla di vino.  

Innovativo, o meglio nuovo rispetto alle edizioni precedenti è stato anche il tradizionale appuntamento "Amarone in Villa" a Villa de Winckels.

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Come nasce una barrique?

Anno Nuovo, annate nuove da assaggiare. Anche a gennaio non mancano le occasioni per fare qualche bella scoperta, qui ricordiamo le principali:

Domenica 19 gennaio la cittadina vicentina di Breganze ospiterà la 19a edizione della “Prima del Torcolato”, la prima spremitura delle uve di Vespaiola appassite della vendemmia 2013. La manifestazione è dedicata al Torcolato, il vino bianco dolce, prodotto esclusivamente a Breganze, che ha reso famosa nel mondo la piccola zona a Denominazione di Origine Controllata alle pendici dell’Altopiano di Asiago. L'appuntamento rievoca l’antica consuetudine di torchiare le uve appassite dell’ultima vendemmia; da ogni acino della varietà autoctona Vespaiola scaturiranno poche gocce di un mosto dolcissimo che già racchiude in sé tutti i profumi di frutta ed agrumi che rendono unico il Torcolato, un vino che vale la pena di bere, non semplicemente di assaggiare. Comunicato completo e programma qui.

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I Valpolicella Superiore a Villa De Winkels

"Cosa volete fare del Valpolicella Superiore?"

Erano i rampanti e amaroniani anni '90 e il giornalista e degustatore Sandro B.Sangiorgi rivolgeva questa domanda ai produttori, peraltro senza ottenere alcuna risposta. Il Ripasso non conosceva ancora il successo attuale, ma già il povero Superiore appariva schiacciato tra l'incudine di un vino in sfolgorante ascesa nelle preferenze dei consumatori - l'Amarone - e il martello di un altro che si apprestava a seguirne le orme (il Ripasso, appunto).

E il Valpolicella Superiore? sacrificato sull'altare dell'avidità contadina. Oggi, trovare un buon Valpolicella Superiore che sia solo e semplicemente tale - ovvero nato così in vigneto - senza scorciatoie tecniche di sorta (dicasi leggeri appassimenti, piccole rifermentazioni, piccoli tagli migliorativi o simili...la fantasia dei produttori della Valpolicella in materia è pressocchè illimitata) è diventato pressocchè impossibile. Le etichette di questo genere si contano, temo, sulle dita di una mano sola.

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...e venne il giorno del tappo a vite...

...anche per il Valpolicella Classico, il Valpolicella Superiore e il Valpolicella Valpantena.

Sì, non di sola pianura, fondovalle, e terreni più o meno freschi (in cui è lecito o meno piantar vigne) si è parlato all'assemblea dei soci del Consorzio della Valpolicella tenutasi giorni fa. 

Ma anche di altre, e direi più sostanziali, modifiche alle regole di produzione.

Una di queste, come anticipiamo nel titolo, è proprio la possibilità di usare il tappo a vite anche per i tre vini suddetti. Una scelta (finalmente) saggia, opportuna e condivisibile, e non solo perchè il tappo a vite è richiesto da tempo dai mercati nei quali quei vini finiscono (ricordiamo che, ad oggi, la maggior parte della produzione della Valpolicella prende la via dell'estero), ma anche per un intento didattico; il tappo a vite è infatti una chiusura assolutamente consigliabile anche per vini che aspirano ad una certa longevità, come potrebbe (dovrebbe) essere il Valpolicella Superiore. L'esperienza austriaca (che ha adottato il tappo a vite da una ventina d'anni) insegna. E chi pensa che aprire una bottiglia così sia meno elegante e/o rituale, si ricreda

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