A chi usa le parole come strumenti di lavoro - giornalisti, blogger, comunicatori in genere - non dovrebbe essere sfuggito in questi giorni, più che in altri momenti, l’uso sconsiderato, isterico e spesso contraddittorio che tanti (c.d.) colleghi ne fanno, soprattutto nei titoli dei giornali o nelle aperture dei servizi televisivi - per tacere del web. Gli aggettivi apocalittici si sprecano, e siccome in questi anni la gente è stata drogata con dosi sempre più massicce di parole forti e titoloni ad effetto, trovarne adesso che facciano ancora più impressione sta diventando una vera impresa, perché si stanno esaurendo tutti i superlativi, i peggiorativi e le iperboli che la lingua italiana prevede.
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