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Il vino che piace e quello che piacerà (all'estero)

November 02, 2018 in Succede anche questo

E’ lo Chenin Blanc la grande, recente scoperta dei consumatori americani, un vino che i futurologi del settore prevedono crescerà sempre di più nell’apprezzamento della gente (a scapito del solito Chardonnay e perfino del Riesling, due vini di cui non sempre si ha un’immagine positiva). Questo e altri sono gli esiti di un’indagine condotta nei mesi scorsi dall’agenzia internazionale Sopexa sui trend del vino, e incentrata sui mercati di Belgio, USA, Giappone, Cina, Canada, Hong Kong. Poichè anche l’Italia fa parte della brigata dei principali paesi esportatori in quei mercati, ecco qualche spunto su come stanno andando le cose per i produttori di casa nostra:

  • Nei ristoranti dei Paesi citati, la carta dei vini appare ancora dominata da etichette francesi (92%), seguite a ruota da quelle italiane (76%) e spagnole (71%): tutte però subiscono la crescente concorrenza dei vini cileni, australiani e americani. Nonostante questo, l’Italia si batte bene: quasi la metà degli operatori intervistati scommette che nei prossimi 2 anni il nostro paese sarà uno dei più performanti in termini di vendite dei vini, soprattutto in Canada e perfino in Cina;

  • La Francia continua a mantenere una solida leadership quando si tratta di immagine globale, ma Spagna e Cile la battono quando parliamo di attrattività di prezzo e vini quotidiani - in pratica, la gente ammira i francesi, ma poi compra i vini spagnoli e quelli cileni. Curiosamente, ma non troppo, quando si parla di innovazione, la n. 1 è invece l’Italia: non tanto perchè siamo dei fulmini di guerra nell’adottare le tecnologie più innovative (anzi, tutt’altro), ma perchè disponiamo di un ricchissimo patrimonio di uve autoctone, capaci di far scoprire sempre cose nuove e soddisfacenti anche per i più curiosi;

  • Nel packaging, gli asiatici sono affezionati alla bottiglia in vetro, perfino nei formati più piccoli; bag in box e lattina però piacciono sempre di più agli americani (per la loro praticità). La tecnologia digitale adottata sulle etichette è apprezzata quasi solo dagli asiatici, in particolare dai cinesi (sono dei fanatici dei QR code), mentre belgi e americani appaiono piuttosto indifferenti, non vedendoci nessun particolare valore aggiunto;

  • Quali saranno i vini più richiesti nei prossimi anni? ancora una volta quelli organici, (variamente intesi), mentre continua il successo dei vini rosè (soprattutto se provenienti da Corsica e Provenza);

  • E gli sparkling? sommelier e importatori si aspettano grandi cose dai soliti due: Prosecco e Cava.

  • Infine, anche nei prossimi due anni le uve più richieste continueranno ad essere le solite internazionali francesi (Cab Sauv, Chardonnay, Merlot, Pinot Nero ).


Tags: indagine, Sopexa, trend, mercato asiatico, sparkling, packaging
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Perché il vino è un prodotto della natura. E la natura ha i suoi tempi. Non i nostri, sempre così affannati, nevrotici, insufficienti. Per fare un grande vino ci vuole tempo, per fare un bambino ci vuole tempo, per fare del pane (quello buono) ci vuole tempo, tempo... e tranquillità. Anche per scrivere ci vuole tempo, perciò non pensiate di trovare nuovi post ogni santo giorno. Prendetevi tempo per leggere queste pagine. E lasciatene un po’ anche a me: ad essere pigro non c’è solo il vino.


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