Avete mai notato quanto sia noiosamente ripetitivo e scontato, a volte, il mondo del vino? Autoreferenziale fino a sfiorare - e spesso a superare - il senso del ridicolo? Come copy mi capita spesso di dover scegliere o suggerire foto per cataloghi, siti web e brochure di cantine & e produttori. E immancabilmente, nel mucchio di foto più o meno istituzionali che mi sottopongono, mi finisce sotto lo sguardo la foto delle foto, seconda per ovvietà solo a quella della persona col naso nel bicchiere (e in genere altrettanto ridicola): quella in cui il produttore - ma più spesso un sommelier - annusa il tappo. E' un gesto che mi capita di notare regolarmente quando sono, per esempio, al ristorante e stappano il vino davanti a me. E immancabilmente sorrido. Sorrido per non scoppiare a ridere, intendo. Per qualche curioso motivo, questa storia del cercare nel tappo il sentore del medesimo l'ho sempre trovata molto divertente - quanto assurda.
Mi ricorda la storiella del tizio a cui consegnano un bel pacco regalo e lui lo scarta, tutto contento: butta via il regalo e ammira e stropiccia la carta che lo racchiudeva, felice e soddisfatto.
Uno direbbe che è ovvio: se un vino sa di tappo, il primo indizio di colpevolezza va cercato nel tappo stesso. Non è così che insegnano ai corsi sul vino? Ebbene, no. Cioè sì, è così che insegnano (credo), ma in tanti, troppi casi non funziona. Quante volte ho respinto il vino dopo averlo assaggiato: "mi spiace, questo sa di tappo" sotto lo sguardo imbarazzato e sorpreso di chi me l'aveva servito: "Davvero?! Mi spiace, il tappo era perfetto...".
Il sentore di tappo è un demonietto infido, capace di infilarsi zitto zitto direttamente nel vino... perchè spesso non è proprio il tappo in se', inteso come sughero, il colpevole, ma qualcos'altro (su cui ora non ho voglia di dilungarmi).
Tutto questo per dire tre cose.
Uno: non meravigliatevi/scandalizzatevi se, dovendo aprire una bottiglia, non annuso il tappo davanti a voi , ma mi verso subito un po' di vino e lo assaggio per accertarmi che sia tutto a posto. Non sono sommelier, quindi posso permettermelo.
Due: appartengo ad una ristretta categoria di persone particolarmente sensibili al TCA. Molto più sensibili della maggior parte della gente, enologi e sommelier compresi. Lo so perchè ne ho la prova, ho fatto dei test specifici. Magari non sento l'acidità volatile, ma il sentore di tappo sì, non importa quanto lieve e lontano e impercettibile sia.
Tre: se la prossima volta che qualcuno stappa una bottiglia davanti a me mi vedrete sorridere, saprete perchè.
Buon Ferragosto.
Nella foto d'apertura, alcuni cavatappi della collezione Museo del Vino Dinastia Vivanco (Spagna)