Settembre è appena iniziato, ma in alcune parti d'Italia le uve sono già diventate mosto che fermenta. Si possono perciò avanzare le prime previsioni su come andrà a finire questa discussa vendemmia 2014. O, almeno, questo è ciò che fa Assoenologi: dopo che il 5-10% delle uve italiane è stato raccolto elabora le migliaia di dati che le arrivano dalle fonti locali e fa le sue considerazioni. Qui riportiamo i punti più salienti, così come ci sono arrivati.
"Quantità inferiore al 2013. Le prime stime (5 settembre 2014) dicono che quest'anno si produrranno tra i 41 e i 42 milioni di ettolitri di vino e mosto a fronte della media quinquennale (2009/2013) di 44,9 milioni di ettolitri e di quella decennale (2004/2013) di 46,7 milioni di ettolitri. Dal dopoguerra ad oggi è la sesta vendemmia più scarsa. Regione per regione, l'Italia risulta divisa in tre parti; il Nord manifesta decrementi di produzione abbastanza omogenei (da -10 a -15%) rispetto al 2013. Il Centro (Toscana, Marche, Lazio e Umbria) registrano invece incrementi di produzione, sempre rispetto al 2013, che vanno da +5 a +10% (negli anni scorsi avevano invece avuto un leggero calo). Il Sud, Isole comprese, si attesta su decrementi che arrivano fino a -30% in Sicilia. Il Veneto pare essere la regione più produttiva: insieme a Emilia Romagna, Puglia e Sicilia fornirà quasi il 60% dell'intera produzione nazionale.
Qualità molto eterogenea. In una stessa regione il buono si scontra con l'ottimo e il mediocre (evidentemente Assoenologi non contempla nel suo vocabolario termini peggiorativi di quest'ultimo, ndr). Complessivamente il millesimo 2014 è stimato da Assoenologi qualitativamente buono, con punte di ottimo e pochissime di eccellente, ma anche con qualche criticità (il grassetto è nostro, ndr). Una situazione che potrà comunque essere confermata solo a fine ottobre, visto che ad oggi (5 settembre) è stato raccolto meno del 10% del prodotto . Sarà l'andamento climatico e meteorico del mese di settembre, e di parte di quello di ottobre per alcune varietà tardive, a decidere il livello qualitativo della produzione. Infatti se le prossime settimane decorreranno nel modo più opportuno, ossia con giornate ricche di sole e scarse di pioggia, le possibilità per ottenere vini bianchi profumati, ricchi non solo di acidità ma anche di finezza e freschezza, e vini rossi equilibrati, non sono ancora tutte perse.
Il fondamentale ruolo dell'enologo. La meritocrazia sarà determinante per i risultati qualitativi di quest'anno. La vitienologia è una scienza e come tale non può essere delegata a chi non è della professione. Il 2014 è la classica annata che mette in luce come la tradizione da sola non risolve i problemi (il grassetto è nostro, ndr). Il vino, come qualsiasi altro prodotto biologico alimentare, senza cultura scientifica e tecnologia solo casualmente può essere di qualità, e quando si parla di tecnologia si parla di tecnici, nel nostro caso di enologi e di enotecnici".
Quest'ultimo paragrafo potrebbe dare luogo a più di un mugugno, soprattutto nei fautori dei vini altri, ma sapete com'è: quando un vino non convenzionale viene bene, per un tecnico tradizionale è sempre e solo questione di fattore C* - e mai di qualcosa che, magari, non è ancora stato studiato e approfondito a dovere...
C* come caso, ovviamente ;-)